RH6 -
versione con shelter aggiornato negli anni ‘80
di IW5ELC Emanuele Livi e IZ2ZPH Paolo Cerretti
Si
intravedono due dei quattro martinetti che consentono la movimentazione
autonoma dal veicolo di trasporto. In alto a destra il quadro collegamenti. Fu
utilizzata in maniera completa soltanto a partire dalla prima missione di pace
in Libano. Ha accompagnato le truppe svolgendo sempre egregiamente i compiti
assegnati finché è stata sostituita da materiali più moderni. Per la cronaca
alcuni dei “sostituti” sono Telettra o diretti discendenti.
Gli apparati radio per
impiego militare affascinano sia gli appassionati di militaria ma soprattutto i
radioamatori. Questi
ultimi in particolare nel caso in cui sia possibile un riutilizzo per svolgere
la loro attività.
Un breve ripasso storico.
Alla fine della II GM esisteva un surplus di
materiale per telecomunicazioni quale lascito delle truppe angloamericane.
Molti di questi apparati sono entrati in dotazione al neonato Esercito Italiano
spesso però creando situazioni di incompatibilità tra le unità. Con il passare
del tempo l’obsolescenza si è fatta sentire e si è provveduto ad integrazioni e
sostituzioni ma sempre, almeno per l’EI, con apparati prevalentemente valvolari
e di provenienza o progettazione USA. Bisogna attendere la metà degli anni 60
per l’entrata in servizio di apparati sintetizzati allo stato solido di
produzione nazionale. C’è da sottolineare però, che quando è stata richiesta
una potenza di 100w in hf si è ricorso, almeno per lo stadio finale, ad un tubo
a vuoto. Saltiamo a piè pari al 1973, anno nel quale si succedono due eventi
apparentemente distinti ma che andranno presto a convergere. A Chieti Telettra, la più importante azienda
italiana di apparati per telecomunicazioni fondata nel 1946 ed uno dei leader
mondiali del settore dei sistemi di telefonia fissa e ponti radio, inaugura lo
stabilimento destinato ai prodotti per la difesa. Fino ad allora si era
limitata a sistemi telefonici e ponti radio, ma l’dea è quella di cimentarsi
anche in apparati radio HF e VHF. Passano alcuni mesi e a qualche centinaio di
km di distanza, al Ministero Difesa, si tracciano i piani per l’entrata in
servizio di un sistema di trasmissione HF di alta potenza per usi fissi e
mobili, installato in shelter scarrabili
che oltre alle tradizioni fonia e telegrafia, consenta anche l’uso della sempre
più in voga RATT ovvero la telescrivente via radio. Tale sistema dovrà essere
comandabile a grande distanza ed autonomo nel trasporto e nell’uso. Per la
verità il progetto non nasce al Ministero…. Come spesso accade è una Azienda
fornitrice che propone un’idea che se approvata diventerà oggetto di gara
d’appalto. Solitamente l’Azienda proponente se lo aggiudica in quanto ha
disponibile l’unico progetto aderente alle specifiche … Ma non sempre finisce
così...
La gara
Alla
gara di appalto vengono presentati tre progetti:
1)
Quello “originale” che in realtà integra apparati General Dynamics con unità
proprie e solo parzialmente allo stato solido
2)
Uno basato su tecnologia Collins, anch’esso parzialmente allo stato solido
3) Il prodotto dell'outsider Telettra, quasi
inaspettato
L’azienda
di Vimercate, anzi di Chieti nel caso specifico, non è pronta con una linea di
apparati propri. Ha una grande esperienza nei sistemi di multiplex e
commutazione ma niente in HF. Si appoggia quindi al leader francese del settore
(Thomson CSF) che concede la licenza di produzione di un apparato simile a
quanto richiesto dal capitolato, in uso in Francia, completamente allo stato
solido. Pur avendo le caratteristiche richieste, non è recentissimo e prevede
solo un semplice telecomando con poche funzionalità. A Chieti migliorano il
progetto, lo dotano di un sofisticato (al tempo) sistema remoto basato su
multiplex che sfrutta un doppio doppino telefonico per poter utilizzare l’apparato
fino ad alcuni km di distanza senza perderne le funzionalità. Telettra si
aggiudica l’appalto, nonostante le proteste dell’Azienda che ha ideato il
sistema oggetto di capitolato, in quanto l’offerta di Chieti è l’unica che,
oltre a soddisfare le specifiche, le supera. Furono realizzate circa 140 unità
con il nome ufficiale di RH6/1000
entrate in servizio nel 1976 e che hanno svolto una lunga e onorata carriera
fino agli inizi del 21. secolo. Per la verità, a metà degli anni 80, alcune
stazioni sono state messe in riserva. Le rimanenti hanno subito un
aggiornamento di mezza vita. Gli amplificatori sono stati aggiornati con
moderni circuiti a mosfet e gli shelter sostituiti con unità più recenti. Per
il resto è rimasta sempre la stessa cara vecchia RH6.
Questa è
la storia ma…..
Come mai non è nota anche agli appassionati
più attenti? Forse perché è stata in uso in pochi reparti selezionati, in
particolare quelli che sono stati impegnati in missioni all’estero a partire
dagli anni 80 o in operazioni di supporto a calamità naturali. Inoltre a
differenza di altri apparati, dopo la messa fuori servizio, non è finita sul
sempre più magro mercato del surplus, se non come poche e isolate componenti
provenienti per la maggior parte dal parco ricambi. E vedendo un singolo
componente è difficile conoscerne la provenienza… se non si conosce l’insieme……
Vediamola più da vicino
Come
si è detto è un sistema di trasmissione di alta potenza per utilizzi fissi e
mobili. L’unità è autonoma (a parte l’alimentazione) e climatizzata I
componenti rimangono sempre all’interno dello shelter anche nell’uso come
stazione fissa. Solo il telecomando viene estratto e portato, insieme al
ricevitore ausiliario, alla distanza richiesta All’esterno appare come un
normale shelter se non fosse per i supporti delle antenne a stilo su due lati
(2 antenne riceventi una antenna trasmittente) e per alcune griglie di
ventilazione All’interno ospita i componenti della stazione e fino a due
operatori (se usata localmente) .
Elementi principali della stazione
Trasmettitore sintetizzato allo stato solido
con moduli di potenza sostituibili a caldo (1kw) .Ricevitore sintetizzato (due unità presenti) ad ampia
copertura su tutti i modi operativi previsti. Sottosistema di adattamento
antenne per stili e dipoli. In seguito integrato da altre tipologie Gruppo
telecomandi locali e remoti Sistema di controllo, incrocio e scambio antenne
Unità telescrivente (inizialmente Olivetti poi Philips) Accessori di
installazione (cavi, antenne, paleria) Impianto di climatizzazione estivo/invernale
Distribuzione energia elettrica con sistema di emergenza basato su inverter
statico (per il solo ricevitore) Possibilità di controllo remoto fino a 3 km (e
oltre) dallo shelter tramite due semplici doppini telefonici. Da progetto
poteva essere utilizzata anche in movimento con antenna a stilo ripiegata ed
alimentata con gruppo elettrogeno carrellato, anch'esso telecomandato.
Le immagini che seguono
ritraggono l'unico esemplare completo preservato a fini storico/documentali e
componenti esposti in collezioni pubbliche e private in Italia .
Interno stazione RH6
Al
centro il trasmettitore (aggiornato a mosfet), in alto gli adattatori di
antenna e a pavimento l’inverter per l’uso in emergenza dei ricevitori Sulla
fondo a destra dall’alto il climatizzatore, il quadro antenne e i cofani di
protezione Sullo scaffale a destra i ricevitori, il gruppo telecomandi e lo
spazio per la telescrivente Le borse contengono le antenne e gli accessori vari.
Trasmettitore. Al centro
i 4 moduli di potenza sostituibili a caldo
Ricevitore (pronto per il posizionamento
remoto).
Rx
e tx utilizzano una costruzione modulare con elementi sostituibili dal
frontale. A bordo sono installati due ricevitori identici Il progetto originale
è Thomson CSF fine anni 60 ma molte parti sono state sostituite o modifica da
Telettra anche per agevolare l’utilizzo del sistema remoto Il funzionamento era
in CW, SSB, DSB e RTTY/RATT con possibilità di half duplex. In DSB potevano
essere trasmessi due segnali diversi contemporaneamente.
Panello di comando
locale / remoto
Le unità sono controllate da questo pannello
sia nell’uso locale che in quello remoto. In emergenza è possibile controllare
gli apparati direttamente dal loro frontale.
Interno
e retro pannello di controllo
(telecomandi
sviluppati in Telettra) utilizzando sistemi di multiplex analogico a controllo
digitale
Unità
centrale di telecomando (sviluppata in Telettra)
Come
cita il titolo : schema interconnessione apparati
Una delle tre basi antenna a
stilo.
Erano
disponibili stili da 5m in ricezione e stilo da 10metri (riducibile a 5 ) in
trasmissione. Inoltre potevano essere utilizzati dipoli, filari e, più
recentemente per installazioni a lungo termine, una cortina di dipoli con
adattatore dedicato.
Vista laterale con in
evidenza: due dei
quattro martinetti di movimentazione le basi laterali per le antenne riceventi
(quella di trasmissione è sulla parete frontale) in primo piano il pannello con
le connessioni verso il mondo esterno
Alcuni particolari costruttivi del ricevitore
Alcuni particolari
costruttivi del ricevitore.
In perfette condizioni nonostante le 40 primavere sulle spalle.
Servirebbe un libro per descrivere nel dettaglio la stazione con
informazioni, curiosità ed aneddoti.
Le belle storie hanno sempre un lieto fine,
questa no , anzi esistono due finali tristi Nel 1991 Thomson CSF ha acquisito
la proprietà di Telettra, grazie ad una sciagurata operazione politico finanziaria
italica (una delle tante…..) . Dopo averla svuotata progressivamente di
contenuti e smembrata l’ha definitamente fatta morire pur mantenendo aperte
inizialmente le unità produttive. Lo stabilimento di Chieti, dove sono state
realizzate le 140 RH6 è oramai
prossimo alla chiusura Delle 140 unità, distribuite in numero di tre per ogni
reparto, quella in foto è l’unica ad essere stata preservata completa. E' in un
luogo protetto e sicuro. Se ne trovano singoli elementi nelle collezioni dei
reparti che l’hanno avuta in servizio. L'occhio attento ne può rilevare di
tanto in tanto qualche componente interno nelle principali fiere e mercatini di
materiale elettronico. A seguito di questa realizzazione l’impegno di Telettra
nel settore HF ha portato alla realizzazione di prodotti sempre più avanzati,
sia nel settore veicolare che in quello fisso. E la qualità è stata talmente
elevata che alcune unità sono tutt’ora in servizio dopo 30 anni di vita
operativa. Da citare l’AR76-Telettra dotata di stazione da 400w in hf al suo
interno in uso nei reparti trasmissioni dell’EI a partire dal 1987 Inoltre sono
state forniti da Teletta gli apparati HF in uso nelle Stazioni Costiere
italiane, nelle sedi della Protezione Civile, e nelle sale comunicazioni di
molti servizi ed enti Per la cronaca, uno dei prototipi degli apparati hf poi
installati sull’AR-76 è stato collaudato dalla stessa Telettra privatamente
durante il terremoto dell’Irpinia nel 1980 con risultati eccellenti.
In conclusione
Chi
ha prestato servizio dei reparti che la avevano in uso probabilmente ricorderà
di averla incrociata. Chi ha avuto la fortuna di utilizzarla non l'ha
dimenticata……. Gli appassionati di surplus ricorderanno di averne intravisto
alcuni componenti nei vari campisanti sparsi per la penisola. Ma la sigla RH6 ai più non dirà molto. Un vero
peccato…….. Ricordarla è servito soprattutto a ricordare Telettra, marchio mai
dimenticato, innovativo, moderno, forse troppo avanti per il suo tempo. Molte
delle sue realizzazioni sono tutt’ora in uso in reti di telecomunicazioni
mondiali. Senza dimenticare che se oggi possiamo fruire di immagini in alta
definizione sul televisore domestico, è grazie alla geniale intuizione di un
progettista Telettra del 1989.
Si
usa dire “ si lava la biancheria con il bambino dentro “. In questo caso la
biancheria pregiata è stata letteralmente buttata nei rifiuti in nome della
finanza. Era necessario ricordare che anche in Italia siamo stati capaci di
importanti realizzazioni. Che infatti vengono dimenticate in fretta Comunque
sia andata ….. grazie per sempre Telettra!
TAU ovvero il simbolo che ha contraddistinto
tutta la produzione Telettra
Tramite la rete ho trovato questo video dove al minuto 7.45 si vede la stazione Telettra RH6.
Un altro post dedicato alle apparecchiature Telettra "HF-M-400 : La maturità di Telettra" di IW5ELC Emanuele
Livi e IZ2ZPH Paolo Cerretti
Altre foto di apparati TELETTRA si trovano in questo sito a cura di IW5ELC
http://www.qrz.com/db/IW5ELC/