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sabato 19 ottobre 2013

Augusto Righi

 

Augusto Righi nacque a Bologna il 27 agosto 1850. Nel 1872 conseguì il diploma di ingegnere civile presso l'Ateneo bolognese.
Nel 1873 Righi succedette al suo maestro A. Pacinotti nell'insegnamento di fisica presso l'Istituto tecnico di Bologna. Intrapresa la carriera accademica, insegnò dal 1880 al 1885 all'Università di Palermo, e dal 1885 al 1889 all'Università di Padova. Nel 1889 tornò all'Università di Bologna (vale la pena di ricordare che l'anno prima si era celebrato l'ottavo centenario dell'Ateneo bolognese). Tutti questi anni furono per lui densi di attività scientifica su vari fronti. Nel 1878 egli aveva presentato all'Esposizione universale di Parigi il suo "telefono che si ascolta a distanza". Ricordato che Alexander G. Bell aveva da poco (1875-1877) brevettato il suo telefono, l'innovazione introdotta da Righi era un vero e proprio altoparlante, che diffondeva nell'ambiente il segnale in ricezione.


Il dispositivo di Righi però, non ottenne il successo commerciale sperato.
Fondamentale una sua scoperta del 1888.
Fra il 1886 e il 1888, Heinrich Hertz, dopo aver realizzato per la prima volta in laboratorio un dispositivo per l'emissione e la ricezione di onde elettromagnetiche che fornì una conferma sperimentale della teoria elettromagnetica di Maxwell, aveva scoperto, con una serie di accuratissime esperienze, che il potenziale di scarica tra due elettrodi nell'aria è più basso quando si invia luce ultravioletta sugli elettrodi.
W. Hallwachs, aveva osservato che l'effetto si doveva probabilmente attribuire ad un'azione specifica della luce sull'elettrodo negativo.
Righi contribuì all'interpretazione fisica del fenomeno con una scoperta essenziale: che una lastra conduttrice investita da un fascio di radiazione ultravioletta si carica positivamente. Successivamente l'effetto fu interpretato come emissione di elettroni dal metallo provocata dalla radiazione. E sarà proprio Righi a chiamare appropriatamente il fenomeno "effetto fotoelettrico".
Obiettivo centrale delle successive ricerche di Righi fu quello di trovare un'inoppugnabile conferma della teoria elettromagnetica della luce di Maxwell, ancora non compiutamente accettata. La morte prematura di Hertz aveva determinato un momentaneo arresto della ricerca sperimentale sulle onde elettromagnetiche. Le conferme di Hertz erano venute usando radiazione di lunghezze d'onda di poco inferiori al metro. Righi intese corredare le conoscenze acquisite fornendo un'estesa documentazione sperimentale delle proprietà ondulatorie della radiazione elettromagnetica. Per poter realizzare apparati sperimentali adatti allo scopo occorreva sperimentare con radiazione di lunghezze d'onda marcatamente minori di quelle usate da Hertz. Egli utilizzò lunghezze d'onda fino a 2,5 cm, aprendo così la ricerca nel campo delle microonde.
Per questi esperimenti Righi utilizzò un oscillatore a tre scintille, di sua realizzazione, con il quale ebbe modo di verificare tutte le proprietà ottiche fondamentali delle onde elettromagnetiche: riflessione, rifrazione, interferenza, diffrazione, polarizzazione.


Egli fornì un resoconto completo di queste suoi esperimenti nell'opera, dal titolo significativo, Ottica delle oscillazioni elettriche (1897). In essa egli riportava, inoltre, indicazioni su come produrre onde elettromagnetiche di diverse lunghezze d'onda e su come riuscire a trasmetterle a distanza sempre maggiori. La massima distanza indicata da Righi era di circa 25 metri, probabilmente la lunghezza di un corridoio di cui poteva disporre. In questi studi si colgono tutte le premesse per lo sviluppo di una telegrafia senza fili (un sistema di comunicazione telegrafica su filo era stato realizzato da Samuel F.B. Morse fin dal 1837). Chi volle e seppe sviluppare tecnicamente l'idea fu Guglielmo Marconi. È un dato di fatto che Marconi trasse profitto da un prolungato contatto con Righi: egli infatti, negli anni che vanno dal 1892 al 1895 seguì le lezioni di Righi, dal quale ottenne anche il permesso di frequentare il suo laboratorio.
Righi e le sue ricerche, furono tenuti in alta considerazione dai fisici più eminenti del suo tempo.
A Righi sarebbe stato dedicato il nuovo Istituto di Fisica dell'Università di Bologna che fu inaugurato il 12 aprile del 1907, e che costituisce tuttora una delle due sedi del Dipartimento. Egli vi avrebbe operato per diversi anni. Si spense a Bologna nel 1920. 

Fonti: http://www.scienzagiovane.unibo.it/scienziati/righi-1.html
           http://www.scienzagiovane.unibo.it/scienziati/righi-2.html
           http://www.scienzagiovane.unibo.it/scienziati/righi-3.html



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