domenica 31 gennaio 2016

Ricevitore Tornister Empfanger b (Torn Eb - Berta)

Di Lucio Bellè  I1 - 11454 SWL


Debbo premettere che questo articolo è stato reso possibile grazie alla cortesia di un caro amico I2HNX Dino Gianni, radioamatore e grande appassionato conoscitore e storico di apparati radio Marconiani ed importante collezionista (fondatore del Museo della Comunicazione Radio in Vimercate - MB - collaboratore del Reparto Radio del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano) che mi ha lasciato in prova un apparecchio radio ambito dai collezionisti: trattasi del Torn Eb entrato in servizio nell'esercito Tedesco nel lontano 1939.

La radio ,progetto Telefunken, poi appaltata nel corso del conflitto ad altre fabbriche tra cui la Lorenz ,ha prestato servizio come apparato di collegamento con diverse colorazioni a seconda del teatro di guerra ove impiegato; nel corso del conflitto della seconda guerra mondiale ha subito modifiche circa i materiali impiegati, questo a causa della scarsità degli stessi verso la fine del conflitto. Le prime radio furono costruite in alluminio ( per essere leggere e spalleggiabili ) ma verso la fine del conflitto come detto, si impiegò la zama, lega pesante, cosa grave è che la zama con l'umidità e il tempo si deforma, rendendo così critica la conservazione ed il restauro dei pochi apparati presenti ai giorni nostri.
Sarò breve nella descrizione, per chi desidera approfondire le caratteristiche elettriche e le modalità di ripristino, il funzionamento e le prestazioni, rimando ai vari siti in rete ,ricchi di dati (es: Torn.eb Radio Receiver, German WWII,WW2 LA6NCA Radio Receivers ) e altri.
Nei siti si trovano pure gli schemi per l'alimentatore al posto delle batterie; quindi mi permetto, per chi non conosca detta radio, di focalizzare l'attenzione sulla costruzione dell'apparato e su semplici e pratici suggerimenti per un pronto intervento di toelettatura e manutenzione in modo che ai pochi fortunati possessori del Torn, venga la voglia di lavorarci un po’ e di farlo tornare a risplendere e a parlare.
La radio è semplice ma non spartana, ricca di soluzioni ingegneristiche e costruita con il calibro alla mano, come fosse un orologio svizzero.
Per fare un paragone di costruzione, il metodo costruttivo degli apparati tedeschi del periodo è diverso da quelli U.S.A il cablaggio dei primi è su basette isolanti con montati condensatori e resistenze ordinati alla perfezione, filature squadrate che raggiungono i vari punti, abbondanza di schermature, carter di protezione e molta meccanica ,i secondi Made in U.S.A sono costruiti più snelli con componenti saldati direttamente agli zoccoli delle valvole e filatura diretta e con valvole diverse per ogni specifica funzione.
Elettricamente il Torn E.b è un ricevitore a reazione con impiego di 4 valvole RV2P800 tutte uguali come si usava fare negli apparati militari  in modo da rendere facile la sostituzione.


Uso campale ( spalleggiabile) ricezione AM e CW con filtro ad 800 Hz in bassa frequenza ;il segnale d'antenna incontra due stadi ad alta frequenza, un detector a reazione ed uno stadio di bassa con uscita in cuffia ad alta impedenza, questo è il semplice circuito.
Le gamme consistono in 8 bande da 97 kHz a 6970 KHz, alimentazione con batterie (separate dall'apparecchio) 2v per i filamenti e 90 V per l'anodica.
I comandi. cambio gamma a tamburo rotante che mostra i riferimenti in frequenza su due finestrelle anteriori, manopola di sintonia che comanda il variabile ed una scala tarata in kHz, comando reazione, comando volume, accordo di antenna azionabile a moneta o con cacciavite , interruttore acceso spento e filtro CW. Prese per 2 cuffie, prese antenna, terra e alimentazione e strumentino per verifica voltaggi completano l'RX. Notare che con il perdurare del conflitto, la scarsità dei materiali ed il bombardamento della fabbrica Gossen che produceva strumenti, lo strumentino viene soppresso ed al suo posto appare una targhetta con indicati i voltaggi di alimentazione.

L'apparato è a tenuta stagna, per l'apertura vanno svitati dei vitoni con taglio a moneta che lasciano libero lo chassis dal cofano, suggerisco di pulire bene cofano e vitoni con gasolio, asciugare il tutto e ingrassare leggermente  filetti e sedi dei vitoni.

Con lo chassis a vista si notano le valvole RV2P800 facilmente raggiungibili, esse sono particolari, cilindriche e rivestite da un tubo forellato che scherma il bulbo vitreo e funge anche da dissipatore di calore, il bloccaggio delle valvole nelle loro sede si effettua esercitando una pressione su di un pomello in bakelite presente sullo zoccolo della valvola stessa, una volta inserite nella loro sede il contatto è perfetto.

Al centro dello chassis troneggia l'imponente tamburo rotante, 8 gamme con gruppi di 3 bobine per gamma, ogni bobina è avvolta su adeguato supporto per ottenere il Q più alto possibile e schermata da un carter, i contatti sono in oro fissati su barrette in ceramica per evitare perdite di radio frequenza.
I progettisti hanno realizzato un tamburo rotante di alta precisione, la molla di contrasto che blocca il tamburo sulla gamma prescelta è formata da una piccola balestra in molle di acciaio simile a quelle degli autocarri.



Il variabile a 3 sezioni su cuscinetti e con demoltiplica da ingranaggi è un capolavoro di meccanica.
Pure il variabile di reazione è morbido e graduale nel suo intervento.
Una volta rinfrescata nella lubrificazione la radio, durante l'uso ,non presenta nessun gioco meccanico anche gli interruttori scattano precisi e senza incertezze.
Per coloro che non intendano fermarsi alla toelettatura e che vogliano operare revisioni elettriche, segnalo che ogni componente presenta stampigliato il valore, viene così facilitata la ricerca guasti e la riparazione.
Dopo aver aperta la radio suggerisco un pulizia con impiego di leggero soffio d'aria con bombolette per computer e con uso delicato di un pennello del 10 ,così facendo si leverà quella patina cinerea  creata dal tempo complice l'inevitabile umidità che si infiltra nel microclima all''interno del contenitore.
L'apparato in questione era integro ma necessitava di toelettatura ed ingrassaggio e di impiego di disossidante su vari contatti.
Di grasso se ne usi quanto basta, quello incolore per motori è ottimale, attenzione a non imbrattare la scala frequenze, problematico ripulirla, pena il rovinare la vernice che porta stampigliate le frequenze in questione, ciò sarebbe un disastro.
Per disossidare i vari contatti usare pochissimo liquido spruzzato non sui contatti ma su un cotton fioc e usare quest'ultimo per pulire, suggerisco particolare attenzione a non imbrattare i supporti ceramici che sono leggermente porosi e possono rimanere impregnati, leggera lubrificata con pennellino anche alle molle degli interruttori.
Le valvole i loro contatti laterali e le loro sedi vanno sottoposte alla stessa cura di pulizia e di impiego di disossidante, uno scovolino per pipa tornerà utile per i contatti a spinotto.
Passando all'esterno dell'apparato ed al frontale manopole comprese ,dato che la vernice è vecchia di oltre 70 anni impiegare un buona cera non abrasiva per auto e ovatta e molta delicatezza, lavorando su piccole superfici alla volta e verificando il buon esito del lavoro; ricordarsi anche di lubrificare con pennellino ed olio Singer gli assi delle manopole e le prese di antenna e terra.

Il vetril usato delicatamente e spruzzato su un panno morbido pulirà egregiamente le finestrelle frequenze e quella dello strumentino. Per ritocchi a graffi o a scalfitture sono ottime le vernici per modellismo, coprenti e di facile applicazione a pennello. Verificata la completa toelettatura e recuperata la pastosità dei comandi si richiude il tutto e si può dare tensione, si avrà il piacere di riascoltare l' apparato.
Queste semplici manutenzioni ci avranno giovato in svago, arricchimento del nostro bagaglio storico culturale e salvataggio di un pezzo raro di Radio Storia e ci avranno resi fieri di appartenere ai volonterosi dell'area del fare.

Molte grazie per la pazienza avuta nel leggermi, cordialità e buoni ascolti.

     Lucio 

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