Dal sito "Le Radio di Sophie" vi presento un ricevitore a reazione, progetto di Luciano Loria.
Con pochissimi componenti ed una valvola amplificatrice a R.F. o M.F. è possibile procedere alla costruzione di un ricevitore d’altri tempi con ascolto, obbligatoriamente, in cuffia.
La valvola è una 6K7G solo perché era quella disponibile, naturalmente se ne può usare qualunque altra adatta alla RF/MF. Lo schema è classico: utilizza la rivelazione di griglia o a falla di griglia o a corrente di griglia (in inglese grid-leak detector o grid-resistor-capacitor detector). Infatti, la rivelazione del segnale radio è ottenuta per mezzo del gruppo di rivelazione collegato alla griglia controllo del pentodo (griglia 1) ed è composto da un resistore di elevato valore (da 1 a 2Mohm) e da un condensatore di pochi pF (100/250). La rettificazione del segnale avviene fra la griglia ed il catodo del pentodo. Il resto del circuito è costituito dalle bobine d’aereo, di sintonia e di reazione e dal condensatore variabile di sintonia; la reazione si regola ruotando la bobina corrispondente all’interno della bobina di sintonia. Il grado d’accoppiamento fra le due bobine è massimo quando le due bobine sono esattamente concentriche (0°) e si riduce a zero quando gli assi diventano perpendicolari (90°). Le resistenze da 22 Kohm ed il condensatore da 0,1 uF polarizzano correttamente la griglia schermo della valvola: le resistenze in funzione di partitore di tensione, il condensatore per stabilizzare la tensione sulla griglia schermo che, altrimenti, potrebbe modificarsi sia per le variazioni dei segnali sulla griglia controllo sia per le variazioni sulla tensione d’alimentazione anodica. L’alimentazione anodica e per i filamenti delle valvole, negli anni 20 era rigorosamente esterna e realizzata mediante batterie di pile che trovavano posto in cassette di legno. Perciò, per rendere meglio l’idea di un “ apparecchio d’altri tempi”, in questo ricevitore sono presenti tre boccole per l’alimentazione: una nera di massa, una verde per la tensione di filamento, una rossa per l’anodica. Le altre due boccole presenti servono al collegamento, obbligatorio, d’antenna e di terra.
L’assorbimento di corrente, con circa 150 V di tensione anodica, si aggira intorno ai 5mA e, naturalmente, dipende anche dal tipo di cuffia usato che deve, necessariamente, essere ad alta impedenza (2000 Ohm). La radio funziona perfettamente anche con solo 80-90 Volt di alimentazione anodica che si ottengono ponendo in serie 10 pile da 9V tipo radio, la tensione di filamento ( 6,3V ) si ottiene ponendo in serie 4
torcioni da 1,5 Volt.
Il tutto può trovare posto in una adeguata cassetta di legno proprio come ai
“vecchi tempi”. Ragionando, però, in termini economici, la soluzione prospettata è abbastanza dispendiosa, quindi s’impone un compromesso fra
“ANTICO E MODERNO”; ovvero, è senza dubbio più conveniente realizzare un alimentatore da rete.
Tra l’altro, tale alimentatore può servire anche per altri circuiti a valvole, per prove di laboratorio, per il controllo dei condensatori, ecc.
Personalmente, consiglio vivamente l’acquisto del kit
LX.1219 della Rivista
Nuova Elettronica, apparso sul numero 180, originariamente destinato all’alimentazione di un RX a valvole (kit quest’altro, però, esaurito). Il costo attuale del LX.1219 è di circa
€ 13,42 (meno della spesa per l’acquisto delle pile) e fornisce proprio le due tensioni necessarie al funzionamento del ricevitore a reazione: 150 Vcc e 6,3 Vca.
Nelle foto, a corredo di queste righe, è possibile vedere sia il mobile, realizzato in mogano da 10 mm di spessore, sia la disposizione dei pochi componenti all’interno, come, pure,
il pannello anteriore con le manopole di reazione e sintonia e la presa per la cuffia.
Anche le
antenne a quadro (a spirale e a solenoide) cercano di richiamare l’epoca affascinante dei primi decenni del Novecento, anche se le ho costruite solo l’altro giorno…
Per quanto riguarda la costruzione del ricevitore, del suo mobile e delle antenne a quadro mi sono attenuto, oserei dire pedissequamente, alle istruzioni contenute sul
“vecchio Radio-Ravalico del 1926” con
un titolo
che è tutto un programma: “COME SI COSTRUISCONO I RADIO-RICEVITORI”. La copia anastatica di tale pubblicazione è disponibile presso la “
Mosè Edizioni”.
La radio, anche se non utilizza proprio componenti d’epoca
è, verosimilmente,
quella che i lettori del buon vecchio Ravalico avrebbero ottenuto seguendone i consigli e anch’io, dopo oltre 30 anni che coltivo questo hobby, sono rimasto molto soddisfatto del risultato ottenuto.
Mi permetto di consigliare, a chi abbia già intrapreso con successo la costruzione
della “sua” prima radio a galena o a diodo, la realizzazione della radio a reazione, come primo passo nella comprensione e nello studio del mondo arcano?!?
delle valvole.
In un altro “articolo”, a parte, spiego come ho realizzato l’
accoppiatore per le bobine di sintonia e di reazione.
Resto, naturalmente, a disposizione di chi voglia costruire tale apparecchio per eventuali ulteriori chiarimenti.