Di Lucio Bellè SWL I1 11454
Veniamo alla descrizione dell’accordatore : premetto che il
progetto tecnico è di altri e non mio ed è stato tratto tempo addietro da
vari articoli di Radioamatori esperti visti sui siti di internet
riguardanti gli accordatori di antenna ed altro; ho scelto questo che qui
descrivo perché per il mio scopo di accordare solo in ricezione e sulle onde
corte (circa 16 - 49 metri ) un semplice filo di una decina di metri teso
tra 2 balconi, mi sembrava il circuito più semplice e facile da costruire.
Come uso fare per mancanza di attrezzature consone, impiego per la
costruzione del semplice compensato accoppiato a sottile foglio di kuki
alluminio per avere la schermatura adeguata ed una massa certa ;il vinavil
spalmato sul legno fa una discreta presa sul sottile foglio di alluminio e si
crea un accoppiato utile allo scopo ;
il circuito dell'accordatore consiste in una semplice bobina
realizzata su un supporto cilindrico di cartone del diametro di circa
cm.4 con avvolte 30 spire di filo da circa mm 1 di diametro con prese
alla 2°,4°,6°,8°,10°,14°,18°,22°,26°
,l'inizio delle bobina viene collegato all' ingresso di antenna e al
variabile di circa 500 picofarad ( la carcassa del variabile và a massa
) ed a un commutatore rotante che mette in corto a piacimento le
varie prese fatte sulla bobina, modificandone così le caratteristiche di
induttanza a seconda della gamma che si vuole sintonizzare' uscita della bobina
va direttamente al ricevitore (RX), l'avvolgimento è tenuto stabile da lacca da
unghie trasparente che fa al caso.
All'inizio della bobina tra la stessa ed il condensatore variabile
è utile interporre un semplice deviatore che possa collegare il
variabile in alternanza o all'inizio dell'avvolgimento ( verso il
filo di antenna) o alla fine dell'avvolgimento stesso ( verso il
ricevitore), durante la ricezione si così possono sperimentare diversi
posizionamenti per trovare il miglior accordo possibile.
La massa a cui va collegata la carcassa del variabile deve
essere collegata al ricevitore ed anche se possibile ad una massa a terra certa
e sicura ( le vecchie radio a valvole casalinghe dotate di autotrasformatore
non sono adatte ad essere collegate a massa e sono molto pericolose poiché il
loro telaio è direttamente collegato alla rete e toccandolo ed è possibile
prendere una forte scossa elettrica per cui non bisogna assolutamente
provarci se ci è cara la pelle meglio lasciarle come
soprammobile e spente).
Le prove da me fatte sulla validità dell'aggeggio sono state
eseguite sul buon vecchio RX Trio 59Ds,
semplice valvolare vintage degli anni 70 a singola conversione, commutando le spire e a seconda della gamma ascoltata si
notava un incremento dai due ai tre punti di S.meter e oltre e giocando
con il deviatore che commuta a piacimento il variabile o all'inizio o
alla fine della bobina si riescono ad abbattere anche le interferenze delle
stazioni adiacenti a quanto si vuole ascoltare.
Una piccola scala anteriore che mostri le varie posizioni dei
commutatori e del variabile ,due manigliette per un aspetto semiprofessionale, un
bel grigio "Geloso" per la verniciatura e due plug sul retro del box
per ingresso antenna ed uscita per l'RX concludono la semplice opera ( le due
boccole verdi sono per la massa ,nel mio caso il vecchio calorifero ).
E' tutto, buoni ascolti.
Lucio