mercoledì 27 febbraio 2019

storia SOS

LA VERA STORIA DELL' S O S


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Benvenuti nel campo della telegrafia, parleremo dei collegamenti radio e via filo con le loro abbreviazioni usate specialmente nelle chiamate di soccorso.
Forse puo' interessare il linguaggio misterioso usato per le chiamate d'emergenza. Comunemente viene creduto che SOS voglia dire per gli Italiani (soccorso occorre subito) e per gli Inglesi ( save our ship ) salvate la nostra nave ma come vedremo ci sono delle varianti a questi codici.


Inizialmente l' SOS era preceduto da CQD seguito dal nominativo di stazione (come si legge nel log del Carpazia la nave che soccorse il Titanic il messaggio ricevuto era : CQD CQD DE MGY TITANIC SOS SOS STIAMO AFFONDANDO ACCORRETE) in un secondo tempo il CQD che precedeva il SOS fu abbandonato rimanendo solo il SOS eventualmente seguito da altre tre lettere simili tra loro che indicavano particolari situazioni.
L'uso della Radio fu reso possibile dalla sua invenzione a fine 800 ad opera di Guglielmo Marconi. Prima dell'introduzione della radio a bordo delle navi, una nave che navigasse in alto mare era isolata dal resto del Mondo ed era ugualmente isolata dal resto delle navi che si trovavano in mare, non vi era la possibilità di chiedere soccorso ne' di essere rimorchiate nel porto più vicino per eventuali riparazioni. Il punto di vista di Marconi e' che: la sua invenzione non vuole competere con le linee telegrafiche via filo, ma si vuole sostituire ad esse quando non vi e' la possibilità di installarle come una nave che sia in mare. Una nave che si trovi in un'oceano e che e' munita di ricetrasmittente non può considerarsi isolata dal resto del Mondo.


(La tragedia del TITANIC in una stampa d'epoca, opera del pittore tedesco Willy Stoewer)

La nave affondò nell'Oceano Atlantico alle ore 02.20 del 15 Aprile del 1912,  esattamente due ore e quaranta minuti dopo avere urtato un iceberg. Tra passeggeri e personale di bordo morirono 1.517 persone delle 2.227 imbarcate.

Il primo uso della radio a bordo di una nave con relativa richiesta di soccorso si ebbe nel Marzo 1899 da parte della nave faro Goodwin che navigava a sud delle coste inglesi immersa in una fitta nebbia il messaggio di richiesta di soccorso fu ricevuto da una stazione costiera che mando' la nave S. Matteo in aiuto alla Goodwin. Nel 1904 molti transatlantici furono equipaggiati con stazioni radio ricetrasmittenti a bordo, con operatori che conoscevano la telegrafia provenienti dalle ferrovie o dagli uffici telegrafici postali. In Inghilterra la chiamata generale telegrafica inviata su linea in cavo era CQ CQ preceduta dal gruppo data orario dopodiché venivano le notizie. Il CQ CQ era usato anche su linee in cavo sottomarine per collegamenti internazionali e fu generalmente usato in tutti gli stati del Mondo. Usando il CQ con il proprio indicativo di stazione e con l'indicativo del chiamato si era sicuri di avere risposta solo da colui che si era chiamato risparmiando tempo e lavoro. Prevalentemente l'uso del CQ veniva fatto dagli operatori radio imbarcati sulle navi e veniva usato per la chiamata in generale. L'uso di questo segnale fu subito adottato quando vennero installate le radio a bordo delle navi, l'uso del CQ veniva anche utilizzato dalle stazioni costiere.
Nel primo congresso internazionale della radiotelegrafia nel 1903. Gli Italiani raccomandavano l'uso del codice SSSDDD per indicare un segnale urgente di soccorso l'uso della lettera D fu utilizzato internazionalmente per indicare la trasmissione di un messaggio urgente. L'origine della lettera S non e' conosciuta e non e' stata mai indicata come segnale di soccorso per le navi se usata singolarmente. La trasmissione del segnale SSSDDD imponeva a tutte le stazioni radio cessare di trasmettere e fare solo ascolto ed approntarsi a fare traffico per eventuali operazioni di soccorso. Sebbene discusso l'uso di questo codice non fu adottato. Il segnale per la chiamata di emergenza fu messo in agenda per il futuro congresso che sarebbe avvenuto nel 1906 e nel 1906 fu adottato il codice DDD, alla ricezione di questo segnale come precedentemente detto tutte le stazioni dovevano fare solo ascolto Nel 1904 la Marconi Company suggerisce l'introduzione del codice CQD come segnale di soccorso e questo fu introdotto il primo Febbraio 1904 con circolare n.57. Questo segnale fu generalmente accettato e doveva essere trasmesso da mezzi che avessero urgentissimo bisogno di soccorso. E non e' un caso come si vede CQD e' composto dalle due lettere che vengono usate per la chiamata generale CQ ed una terza lettera la D che indicava estrema urgenza. Ci fu un'interrogazione al Senato Americano in seguito alla tragedia del Titanic. Interrogava il Senatore Wiliam Smith. L'interrogato era il secondo radiotelegrafista del Titanic superstite al disastro (il primo radiotelegrafista era il giovane Ufficiale Jack Philips che morirà prima dell'affondamento della nave per eccessivo attaccamento al dovere e sprezzante del pericolo in quanto dopo aver dato le coordinate geografiche al Carpazia che aveva ricevuto il messaggio di soccorso manco' l'energia elettrica alla stazione radio e volle andare di persona a vedere in sala macchine perché la dinamo non dava più  tensione sapendo benissimo che quei locali erano ormai tutti allagati. Jack Philips dalla sala macchine non farà più ritorno. Domanda rivolta ad Harold Bride CQD e' composto di tre lettere sono queste lettere le iniziali di altrettante parole o e' solo un codice? Risposta di Harold Bride è solo un codice convenzionale Signore. Anche Guglielmo Marconi testimonierà al Senato Americano e confermerà che CQD e' un codice convenzionale introdotto dalla sua compagnia nelle norme di procedura il primo Febbraio 1904 e che trasmettendo questo segnale si vuole indicare uno stato di grave pericolo.
Alla seconda conferenza radiotelegrafica di Berlino nel 1906, l'argomento in questione era ancora il segnale di pericolo. Questa volta fu scelto il codice SOS.

Qui ci fu una controversia in quanto il codice Morse Americano era diverso da quello internazionale e non volevano che fosse usato il codice SOS gli Americani preferivano continuare con il codice CQD ma ciò non gli fu concesso. In Germania ci fu un'inchiesta su l'uso dei segnali di chiamata di soccorso in quanto in questa Nazione veniva usato il codice SOE ed essendo l'ultima lettera di questo codice composta di un solo punto ed in caso di ricezione disturbata un solo punto poteva anche non essere ascoltato. Dopo l'inchiesta, alla conferenza sui mezzi elettrici di Berlino nel maggio 1905 venne deciso di usare il codice SOS come chiamata di soccorso. Alla conferenza di Berlino nel 1906 il codice SOS sara' inserito nella convenzione telegrafica di tutti gli Stati del Mondo paragrafo n.6. Come veniva ascoltato questo segnale tutte le stazioni radio dovevano cessare di trasmettere e chi ne aveva la possibilità doveva dare assistenza a chi aveva lanciato il segnale SOS. Nel 1908 l'uso del codice SOS divenne ufficiale, mentre gli Inglesi continuavano ad usare il CQD in quanto erano quelli che lo avevano proposto.

La cosa e' bene commentata nel quaderno di stazione del Carpazia (la nave che ricevette il messaggio di soccorso del Titanic) si legge che il giovane Ufficiale Jack Philips (primo radiotelegrafista del Titanic che perirà) uso' entrambi i codici CQD e SOS mentre Harold Bride (secondo radiotelegrafista del Titanic che si salverà) uso' solamente il codice CQD. In caso di richiesta di soccorso gli inglesi continuavano ad usare il codice CQD. Marconi testimonierà al Senato Americano che il nuovo codice SOS era meno conosciuto del codice CQD introdotto dalla sua compagnia. E' interessante sapere che Marconi nell'Aprile 1912 si trovava negli Stati Uniti ed aspettava di rientrare in Inghilterra con il Titanic.

Il primo salvataggio tramite richiesta di soccorso mediante stazione radio fu nel 1905 il messaggio fu ricevuto da una stazione costiera ed era in codice internazionale morse ed era inviato dalla nave faro n.58 la quale non poteva più accendere il faro di localizzazione per guasto al generatore elettrico, gli furono inviati gli aiuti del caso. Chi era tenuto ad usare il morse internazionale erano i transatlantici. Le navi costiere usavano il morse Americano. Per le navi di alto mare il morse americano cesso'di essere usato nel 1912, il morse americano continuo' ad essere usato dalle navi che solcavano i grandi laghi. Negli anni 20-30 una nave Inglese stazionava presso l'isola di Rodi munita di ricetrasmittente a bordo per ascoltare eventuali richieste di soccorso da tutto il Mediterraneo.

Il salvataggio di 1500 persone, passeggeri ed equipaggio, avvenne nel Gennaio 1909 ad opera della nave Baltico che intervenne nel naufragio del Repubblic che si era scontrato con la nave italiana Florida ( e quest'ultima non aveva la radio a bordo) l'operatore alla radio del Repubblic Jack Binns trasmetteva in continuazione il CQD che fu ricevuto dalla nave Baltico la quale intervenne e salvo' tutti i passeggeri delle due navi. Il Repubblic faceva parte della compagnia di bandiera Stella Bianca, la stessa compagnia del Titanic che affonderà qualche anno dopo. Allo scopo di evitare ulteriori disastri in mare le industrie marittime decisero di equipaggiare il maggior numero possibile di navi con la radio a bordo.
Dopo il disastro del Repubblic il numero di stazioni radio installate a bordo delle navi crebbe rapidamente, per esempio alla fine del 1909 la Marconi company installò a bordo di navi d'alto mare 143 stazioni radio, nell'estate del 1911 le installazioni avevano raggiunto la quota di 303 stazioni radio installate sempre su navi oceaniche per arrivare alla fine del 1912 a complessive 580 stazioni radio installate.
Il Dipartimento del commercio Americano ufficio per la navigazione pubblicò un importante evento a partire dal 1916, fu istituito un registro marittimo sulla radiotelegrafia dove dovevano essere trascritti i log delle comunicazioni che avvenivano fra navi coinvolte in un disastro e navi che prestavano soccorso. Alla fine dell'anno in corso doveva essere fatto un resoconto dei salvataggi effettuati con elenchi dei sopravvissuti e quelli deceduti. Nel Novembre del 1914 sui grandi laghi si ebbero n.19 navi affondate e distrutte dalle tempeste e n.9 di queste erano equipaggiate con radio ricetrasmittente a bordo, le altre avevano a bordo la sola radio ricevente per ricevere bollettini d'informazione.

La prima registrazione di un disastro nautico si ha nel 1908, la nave S.Rosa al largo delle coste della California. Il Comandante della nave John Stone registra sulle memorie di bordo che un'enorme ondata oceanica gli fece inclinare la nave di circa 45 gradi con relativo spostamento del carico che per poco non la faceva naufragare. Scriverà un libro dal titolo My S. Francisco history. Un'altra registrazione di una richiesta di soccorso con l'uso del codice SOS anziché il codice CQD e del 1909 adopera del radiotelegrafista T.D. Hauber a bordo del S.S. Araphoe che chiedeva soccorso in quanto la nave era in balia delle onde per aver perso l'elica propulsiva, il soccorso atlantico gli mando' un rimorchiatore. Accanto al SOS al CQD venivano aggiunte tre XXX quando il messaggio era molto urgente al posto delle tre XXX potevano essere usate tre TTT questo quando la nave che chiedeva soccorso era in presenza di ghiacci vaganti, in mezzo a tempeste oppure se era fatta segno da cannoneggiamento, la parola MEDICO veniva anche usata per indicare che la nave che chiedeva soccorso aveva bisogno di un dottore in medicina perché ne era sprovvista, quattro SSSS venivano trasmesse durante la seconda guerra mondiale quando una nave subiva un'attacco da parte di sommergibili.


La chiamata di soccorso per la Radiotelefonia e' composta da due parole MAY DAY che corrisponde alla pronuncia Francese ME AIDER aiutatemi, in Radiotelefonia la indicazione di urgenza delle tre XXX telegrafiche viene indicata con la parola PAN questo corrisponde alla parola Francese essere in PANNE o alla pronuncia Inglese MISHAP o ACCIDENT le tre TTT indicanti la sicurezza SAFETY sono indicate in Radiotelefonia con SECURETY corrispondente alla pronuncia Francese SECURITE'. La frequenza di chiamata in Radiotelefonia e' di 2182 KHZ. 
Marconi dopo il disastro del Titanic volle sperimentare un sistema per mandare in automatico la chiamata di soccorso in caso di imminente pericolo. Studiò anche un sistema per eliminare dalle spese di gestione della nave il secondo operatore alla Radio collegando all'uscita del ricevitore radio un campanello d'allarme che in caso di ricezione di messaggi con richiesta di soccorso avrebbe dovuto squillare sul ponte di Comando della nave. Le autorità Americane preposte alla sicurezza in mare scartarono questo progetto perché durante le prove effettuate diede scarso affidamento.
Nella terza conferenza mondiale della telegrafia internazionale del 1912 fu concordato che la trasmissione e la ricezione dei messaggi d'emergenza dovevano avvenire sulla lunghezza d'onda dei 600 metri corrispondenti alla frequenza di 500 KHZ, per i grandi laghi la frequenza stabilita era di 410 KHZ. Le leggi internazionali stabilirono che gli orologi fra le varie navi dovevano essere sincronizzati fra loro almeno per quanto concerne l'ora segnata (non si era ancora all'ora del meridiano Zulu) e che a minuti 15 e minuti 45 ogni nave cessasse di trasmettere e facesse ascolto per tre minuti sulla frequenza delle chiamate d'emergenza. Tutte queste disposizioni furono accolte e richieste dai delegati inglesi presenti alla conferenza in quanto la tragedia del Titanic era ancora presente nelle loro menti.

E' interessante sapere che il codice CQ era gia' usato dai Radioamatori nel 1911 unitamente al codice QST. Il CQ veniva trasmesso per chiamare una specifica stazione mentre il QST veniva trasmesso per la chiamata in generale.
Ruggero Billeri IK8JZK


tratto dal ======> www.STORIA SOS.com

potete anche trovare gli stessi concetti ben spiegati nelle bellissime rubriche di Fabio Tagetti (vedi link) 



Rintracciabili ancora negli annali della rivista "cartacea" Radiorama ora in formato PDF. 
Per chi fosse interessato si possono ricevere richiedendo la chiavetta USB contenente tutte le annate di Radiorama dal 2004 al 2011 in formato PDF!! al seguente indirizzo email: segreteria@air-radio.it e info su come ordinare la chiavetta USB.

Lo stesso SWL è autore del libro " Te la do io la radio" : la radio com'era, com'è e come sarà

infine guardatevi il video su Marconi:




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WSJT-X versione 2.0 per fine anno


Modifiche significative per FT8 e MSK144 con WSJT-X versione 2.0


WSJT-X co-sviluppatore Joe Taylor, K1JT, ha annunciato che importanti cambiamenti stanno arrivando al FT8 e MSK144 in  WSJT-X versione 2.0. Taylor ha detto che la versione 2.0 dovrebbe essere pronta in anteprima entro gennaio.





(N.d.r.: E’ già possibile scaricare la versione beta-tester di WSJT-X v2.0 QUI)


“Gran parte della programmazione necessaria è finita”, ha detto Taylor in un post su Packrats. “Molte delle nuove funzionalità sono state testate in onda e troviamo che funzionino bene”.

Taylor ha rapidamente precisato che le nuove opportunità non sono ancora disponibili nel pubblico dominio. Ha detto che lui, Steve Franke, K9AN, e Bill Somerville, G4WJS, hanno sviluppato “versioni migliorate dei protocolli MSK144 e FT8 che estendono il messaggio payload a 77 bit.”

Non abbiate fretta di scaricare qualcosa”, ha ammonito. “Ci sono ancora test e ottimizzazione del codice da completare.” Ha detto piani attuali prevedono un periodo di beta-testing “probabilmente a partire a metà di-fine settembre,” con un rilascio completo “possibile un paio di mesi più tardi.”




WSJT-X versione 2.0 porterà in tavola:


  • Operazione Field Day ARRL con scambi di Field Day standard.
  • ARRL RTTY Operazione di roundup con scambi di contest standard.
  • Operazione di gara VHF nordamericana con il pieno supporto degli scambi di rete e dei segnali di chiamata Rover (/ R).
  • Operazione di concorso VHF europeo con scambio di griglie a sei cifre, numeri di serie QSO e segnali di chiamata portatili (/ P).
  • Supporto migliore e più user-friendly per segnali di chiamata composti e non standard.
  • Un formato di messaggio speciale “telemetria” per lo scambio di informazioni arbitrarie fino a 71 bit.
  • Supporto per l’esistente “FT8 DXpedition Mode”, con una modalità DXpedition più potente possibile anche.

“Tutte queste funzionalità funzionano perfettamente e automaticamente”, ha dichiarato Taylor. “Non è necessaria alcuna casella di controllo” modalità contest "Nella maggior parte delle situazioni, la sensibilità alla decodifica sarà leggermente migliore rispetto a quella attuale per FT8; per MSK144 a volte peggiorerà di circa 0,5 dB. Le larghezze di banda occupate saranno le stesse di adesso e le percentuali di falsi decodifiche saranno notevolmente inferiori."




Taylor ha detto che la versione 2.0 di WSJT-X sarà disponibile in tempo utile affinchè gli utenti possano digerire la nuova documentazione e metterla in pratica prima di ottenerla. “I nuovi protocolli non possono essere retrocompatibili con quelli esistenti”, ha detto nel suo post. “Probabilmente forniremo alcune funzionalità” bilingue “temporanee per FT8, ma non per MSK144. Sarà fondamentale per gli utenti effettuare l’aggiornamento alla versione 2.0 per poter utilizzare le nuove funzionalità.

Taylor ha promesso “un sacco di preavviso” sul periodo di transizione e una data di aggiornamento obbligatorio.




tratto dal sito ARI Catania vedi link (notizia 26 agosto 18)


Buoni ascolti digitali
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martedì 26 febbraio 2019

DGPS: nuovo TX in Russia. Log made in Bari


Un nuovo trasmettitore DGPS è stato attivato in Russia: Kodoshskiy 2 su 308,5 kHz. Il primo ad ascoltarlo è stato l'amico Edoardo Nicoletti, a Bari, utilizzando il Perseus e la MaxiWhip, con software Amalgamated DGPS.
Complimenti!
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YYYY-MM-DD UTC   kHz     ID        km    Location
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20190223   00:51 301,0   #482       1.529 Rozewie, Poland
20190222   17:55 302,0   #426       1.479 Gilze Rijen, Netherlands
20190223   00:52 302,5   #490       1.253 Koblenz, Germany
20190223   03:02 303,5   #493       1.467 Zeven, Germany
20190223   00:46 307,5   #440       1.749 St Catherines Point Lt, England
20190223   03:02 307,5   #464       2.073 Kapellskar Lt, Sweden
20190222   17:53 308,0   #491       1.501 Gross Mohrdorf, Germany
20190223   00:48 308,5   #037       1.838 Kodoshskiy 2, Russia [Eu]
20190223   00:51 311,5   #340       2.231 Cabo Carvoeiro Lt, Portugal
20190222   18:02 312,5   #425       1.548 Hoek van Holland, Netherlands
20190222   17:50 313,5   #496       1.217 Mauken, Germany
20190222   18:02 314,5   #495       947   Bad Abbach, Germany

Listening Report for Edoardo Nicoletti, SWL I7-082/BA
Frequency Range 301 kHz - 314.5 kHz
Listening Location: Bari, JN81kd
All entries sorted by Frequency in Ascending order
Report Generated On feb 24, 2019
Equipment
Receiver(s): Perseus
Antenna(s): MaxiWhip
Software: Amalgamated DGPS

lunedì 25 febbraio 2019

Il Servizio Radiotelegrafico e intercettazioni del Regio Esercito nel 1915-1918


Articolo suggerito da Frate Andrea Vaona

Il battesimo del fuoco del Servizio radiotelegrafico del Regio Esercito si registrò in terra d’Africa, nel corso del conflitto italo-turco del 1911-1912. 
Vi partecipò una compagnia radiotelegrafisti che mantenne i collegamenti tra Tripoli e la Sicilia, prima con Lampedusa, poi con la città di Vittoria (distante circa 500 km) e fra Tripoli e città libiche di Derna e Misurata. Si impiegarono anche stazioni campali da fanteria e someggiate da cavalleria. Lo stesso Guglielmo Marconi si recò in Libia per verificare la funzionalità dei mezzi radio ed offrire la propria competenza in materia al personale radiotelegrafista dell’Esercito.
 Il primo, infruttuoso tentativo di ricorso ai mezzi radio risaliva, però, al 1903, seguito dagli esperimenti in occasione delle manovre in Campania del 1905, dove vennero utilizzate delle stazioni radio realizzate dalla brigata specialisti col concorso della società Marconi. 
La prima sezione radiotelegrafica della specialità telegrafisti dell’arma del Genio venne istituita nel 1907. Nel marzo del 1914, il Regio Esercito disponeva, per le esigenze delle mobilitazione, di 24 stazioni radiotelegrafiche operative: 8 da 1,5 – 3 kW per divisione di cavalleria, 10 da 1,5 kW Marconi su carreta e 6 da 1,5 kW Marconi per Z.M.; si avevano pure a disposizione, oltre alcuni stazioni di vario tipo per istruzioni, 2 apparati francesi da 0,3 kW della Societè Radioèlectrique. 
Risultavano in corso di allestimento una stazione da 1,5 kW su carretta, 7 stazioni da 1,5 kW cammellabili di riserva per la Libia, 5 stazioni Mercadier Magunna da 0,3 kW. Si era in attesa, inoltre, dei fondi per acquistare 6 stazioni da 1,5 kW su automobili e 4 da o,5 kW Marconi. L’intervento in guerra dell’Italia contro l’Austria-Ungheria portò ad uno sviluppo delle radiocomunicazioni, nonostante le difficoltà di approvvigionamento delle stazioni radio e di addestramento del personale specialista. 
All’inizio della guerra il servizio radiotelegrafico comprendeva i seguenti organi: L’ispettore capo del servizio telegrafico militare presso il Comando Supremo; gli Ispettori del servizio telegrafico militare d’armata, addetti ai comandi del genio d’armata (affiancati a partire dal 1917 da un sottoispettore); una sezione radiotelegrafica presso il Comando Supremo; una sezione radiotelegrafica presso ogni comando d’armata; una sezione radiotelegrafica presso ogni comando di divisione di cavalleria; l’ufficio radiotelegrafico di Treviso, dal quale dipendevano gli impianti R.T. fissi delle fortezze della zona di guerra. 
Nel 1915 le sezioni R.T. del Comando Supremo e d’armata comprendevano 2 stazioni carreggiate da 1,5 kW, mentre le sezioni R.T. per divisione di cavalleria avevano 2 stazioni automobili da 1,5 – 3 kW. L’Ufficio di Treviso aveva la gestione di 12 stazioni R.T. fisse da 1,5 – 3 e 5 kW dislocate nel territorio di frontiera. Una compagnia radiotelegrafisti era dislocata in Libia. Nel corso del conflitto si adottarono stazioni someggiate da 0,5 e 0.3 kW, portatili da 0,2 kW, di piccola potenza da 0,1 – 0,05 e 0,04 kW. Per i collegamenti avanzati si utilizzarono anche posti T.P.S. di telegrafia attraverso il suolo (geotelegrafia), della portata massima di 2-3 km. Per rendere possibile il contemporaneo e migliore funzionamento del servizio radiotelegrafico e per effetto degli aumentati e diversificati mezzi radio, fu necessario provvedere al loro coordinamento ed alla loro disciplina. Venne pertanto affermato e sanzionato il concetto della direzione unica di tutto il servizio R.T. di una armata. La direzione tecnica unica del servizio R.T. del’intero teatro di guerra continuò ad essere devoluta all’ispettore capo del servizio telegrafico militare presso il Comando Supremo, come previsto dalla pubblicazione n. 87, edizione 1914,Norme generali comuni per il servizio R.T. del Regio Esercito e della Regia Marina e ribadito con la circolare n. 13770 in data 16 novembre 1916 del Comando Supremo – Ufficio Tecnico, Ordinamento del Servizio delle Trasmissioni. Dall’ispettore capo dipendevano anche il servizio di intercettazione radiotelegrafica e di determinazione radiogoniometrica delle stazioni R.T. avversarie. 
Nel dicembre 1916 erano operative 15 sezioni R.T.: 5 d’armata (1^, 2^, 3^, 4^, 6^ assegnate alle rispettive armate), 4 di cavalleria (1^, 2^, 3^, 4^ assegnate alle corrispondenti divisioni), oltre alla 1^ e 2^ sezione R.T. speciale dei corpi d’occupazione di Albania e Macedonia, alla sezione R.T. del Comando Supremo, alla sezione fissa di Treviso, alla sezione R.T. d’artiglieria alle dipendenze della 4^ armata, alla sezione R.T. d’aviazione gestita dal magazzino avanzato d’aviazione di Pordenone. Nel giugno 1917 e nel gennaio 1918 vennero soppresse, rispettivamente, le sezioni R.T. d’artiglieria e le sezioni R.T. d’aeronautica. Il personale dipendente ed i relativi mezzi vennero ripartiti tra il 3° Reggimento Genio Telegrafisti e le sezioni R.T. d’armata e del Comando Supremo.
Nell’ottobre 1917, pur essendo grandemente aumentato il numero delle stazioni ed essendosi molto sviluppata la rete delle comunicazioni radio, il numero delle sezioni era rimasto fermo a 15. In base alla circolare n. 14000 in data 31 maggio 1918 il Comando Supremo dispose il riordinamento del servizio radiotelegrafico. Alle dipendenze dell’ispettore capo servizio telegrafico militare vennero messi 3 ufficiali: uno addetto al servizio R.T. di aeronautica e difesa aerea ed uno addetto alle relazioni fra il servizio R.T. e servizio informazioni. Quali organi direttivi, esistevano presso i comandi di armata e di corpo di armata degli ufficiali superiori (ispettori) del servizio R.T.. 
Come organi esecutivi, vi erano presso il Comando Supremo una sezione R.T. ed una sezione radiogoniometrica e presso ogni armata, corpo di armata, divisione di cavalleria e grande unità autonoma una sezione R.T.. 
Nel luglio 1918 venne creato un deposito del battaglione radiotelegrafisti, al quale passarono effettivi i reparti R.T. in precedenza mobilitati dal 7° Reggimento Genio Telegrafisti. Qualora le fortunate vicende belliche dell’autunno del 1918 non avessero posto termine alle ostilità, l’assegnazione di mezzi radiotelegrafici si sarebbe gradatamente estesa anche alle divisioni, alle brigate, ai reggimenti ed ai battaglioni. I programmi prevedevano l’acquisizione di 600 stazioni R.T. da trincea. 
Nella realtà, alla vigilia di Vittorio Veneto, erano disponibili 20 sezioni radiotelegrafiche, su un totale di 29 costituite nel corso del conflitto. Nel novembre 1918 erano in linea: 8 stazioni radio fisse; 55 campali da 1,5 – 3 kW; 32 campali da 0,5 kW; 63 campali da 0,2 kW; 76 campali da 0,01 – 0,04 – 0,05 kW; 268 stazioni d’ascolto per aviazione; 34 stazioni per intercettazione radio; 13 stazioni radiogoniometriche. L’Istruzione provvisoria sui collegamentiemanata dal Comando Supremo nel 1918 riferiva: “La radiotelegrafia è impiegata per i seguenti motivi: stabilire comunicazioni fra comandi e raparti dipendenti, in regioni attraverso le quali non possono sussistere comunicazioni col filo; per condizioni topografiche e climatiche oppure per la violenza del tiro nemico; diramare comunicazioni circolari urgenti, come per esempio ordini per concentramenti di fuoco per artiglieria, segnalazioni antiaeree, meteorologiche, ecc.; mettere in comunicazione gli aerei con le stazioni terrestri; mettere in comunicazione reciproca le aeronavi in volo; intercettare le comunicazioni radiotelegrafiche emesse dalle stazioni nemiche; costituire comunicazioni di riserva fra comandi di grandi unità e comandi dipendenti, fra osservatori avanzati e comandi di artiglieria, ecc. Piccole stazioni radiotelegrafiche di tipo speciale possono essere istallate in vicinanza delle prime linee, per garantire le comunicazioni con i comandi retrostanti anche durante l’intenso tiro nemico; il loro numero deve però essere limitato, ad evitare che reciprocamente si disturbino. Il piccolo rendimento di tali stazioni e la facile intercettazione fanno sì che la radiotelegrafia debba al momento attuale considerarsi, per le truppe in prima linea, come un mezzo di collegamento eccezionale, da impiegarsi in caso di necessità e per brevi comunicazioni. (…) Collegamento con gli aerei. Gli aeroplani hanno a bordo una piccola stazione radiotelegrafica della potenza di circa 50 Watt e con raggio d’azione non superiore ai 15-20 km. L’antenne delle ordinarie stazioni R.T. terrestri è costituita da un filo, detto aereo, di lunghezza visibile da 150 a 200 metri, che viene svolto dall’osservatore quando deve trasmettere e riavvolto sul proprio tamburello a trasmissione finita. Mediante l’apparecchio di bordo, l’osservatore può inviare con segnali Morse qualsiasi messaggio a stazioni riceventi appositamente preparate a terra. Finora, a bordo degli aeroplani sono state installate soltanto stazioni trasmittenti, perché il rombo del motore rande assai difficile la ricezione ad udito, (…) Servizio collegamento con aerei, che si opera mediante stazioni trasmittenti collegate a bordo dei velivoli (Marconi 40 W, stazioni francesi con alternatore tipo K, stazioni T. Av. 200 W) e posti d’ascolto presso gli enti interessati, vale  a dire presso i comandi di artiglieria di corpo d’armata, comandi di gruppo di artiglieria, comandi di batterie (per il servizio di ricognizione in genere e il servizio d’osservazione del tiro), e presso i comandi di brigata di fanteria (specialmente per il servizio di collegamento colle fanterie). Esistono anche stazioni di ascolto presso i campi d’aviazione per il controllo del servizio prestato dagli aerei. 

Nell’ultimo anno di guerra, la radiotelegrafia era impiegata per: servizio di collegamento delle grandi unità, servizio di prima linea, servizio di artiglieria, servizio di aeronautica, servizio antiaereo, servizio radiogoniometrico, servizio d’intercettazione, servizio di trasmissione di circolari simultanee (bollettini e notizie di guerra, bollettini meteorologici, aerologici, orario, ecc.), servizio radiotelefonico, servizio di ricezione meccanica di trasmissioni celeri. 
Sulla base dell’esperienza bellica, nel febbraio 1919, sul Bollettino tecnico di guerra dell’arma del genio di poteva leggere: “Nella guerra di posizione la radiotelegrafia si è dimostrata un prezioso sussidiario di comunicazione, a completamento del servizio telegrafonico ordinario, per casi in cui il collegamento col filo o con mezzi ottici non è possibile, o conveniente, e specialmente quando occorrano comunicazioni direttissime a grandi distanze. D’altra parte, nella guerra mobile (specialmente in territorio nemico) e per il collegamento con i velivoli, la radiotelegrafia ha rappresentato un mezzo principale di comunicazione, tanto più che, in generale, essa è anche indipendente dalla configurazione del terreno. Ma, in ogni caso, deve tenersi presente che il servizio radiotelegrafico non può sostituire in modo assoluto il servizio telegrafonico, per la sua minore produttività”.
 Il problema delle intercettazioni radio era stato valutato dagli organi tecnici del Ministero della Guerra fin dagli albori delle trasmissioni senza filo. Nell’ottobre 1914, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Luigi Cadorna, propose di aggiornare le Istruzioni di polizia militare edizione dicembre 1912 con delle norme ch facilitassero il compito degli organi militari nella ricerca di stazioni radiotelegrafiche clandestine. “La scoperta fatta in questi ultimi tempi di numerose stazioni radiotelegrafiche abusive ha dimostrato quanto vada diffondendosi clandestinamente questo nuovo trovato della scienza, sia per ragioni di studio, sia per semplice curiosità o diletto. Questi impianti, fatti per scopi apparentemente innocenti, possono però favorire atti di spionaggio e costituire una vera e propria insidia alla nostra difesa militare, in pace e in guerra, E’ quindi assolutamente necessario che le autorità militari concorrano esse pure con ogni mezzo a prevenire questi atti criminosi, interessando i dipendenti ad esercitare ovunque un’attiva vigilanza intesa a stabilire l’esistenza di stazioni R.T. abusive e a far colpire col rigore della legge i contravventori.” Le aggiunte a varianti alla pubblicazione Istruzioni di polizia militare erano contenute nell’allegato n. 2, Vigilanza sulla radiotelegrafia: “(…) Sono riservati al Governo lo stabilimento e l‘esercizio degli impianti radiotelegrafici e le concessioni ai privati od enti di stabilire ed esercitare impianti del genere.  (….) Lo spionaggio militare per mezzo della radiotelegrafia può valersi tanto di stazioni complete quanto di stazioni solo riceventi. Con le prime si possono sia carpire che trasmettere notizie anche  grandissima distanza, con le seconde si possono carpire le comunicazioni che avvengono fra le nostre stazioni radiotelegrafiche e anche ricevere ordini o istruzioni da stazioni situate fuori del territorio nazionale. L’aereo delle stazioni radiotelegrafiche abusive può assumere forme diverse. Occorre fare una distinzione essenziale per le stazioni trasmittenti e quelle solo riceventi: le prime devono avere un aereo vero e proprio che, qualunque sia la forma adottata per dissimularlo, presenta una struttura visibile a distanza che non può sottrarsi a lungo a ricerche bene ordinate; le seconde invece non solo possono valersi di semplici fili già predisposti per altri bisogni sui tetti o lungo le facciate delle case (fili di parafulmini, aste per bandiere, ecc.), ma anche di conduttore metallico d’altra forma, come ad esempio, una grondaia. Si deve inoltre notare che non è condizione assolutamente necessaria che tale conduttore sia posto all’aria libera, perché potrebbe anche essere collocato nell’interno di fabbricati e perfino entro sotterranei. (…) Inoltre, mentre gli apparati trasmittenti sono sempre rumorosi nel loro funzionamento e richiedono l’impiego di una notevole energia elettrica prodotta da motori a scoppio, gli apparati riceventi sono assolutamente silenziosi.” 
Con la diffusione delle reti di collegamento radio nel corso del conflitto mondiale, si accrebbero in maniera esponenziale le possibilità di intercettazione e di disturbo da parte del nemico. Il principale punto debole delle radiocomunicazioni rispetto agli altri sistemi di collegamento venne riconosciuto, infatti, nella sensibilità ai disturbi, indotti dal nemico o naturali, e nella facilità di intercettazione da parte di stazioni riceventi avversarie sintonizzate sulla stessa frequenza d’onda. Ai disturbi provenienti da appositi apparecchi nemici, occorreva ovviare attribuendo ai segnali acustici una tonalità differente da quella dei disturbi, oppure tenendo disponibili alcune onde da impiegare segnatamente in ore di non consueto lavoro. 
L’intercettazione si evitava imponendo una ferrea disciplina di lavoro: trasmissioni esclusivamente in cifra, stazioni contraddistinte da nominativi, limitate possibilità di scelta dell’onda. Cifrario, nominativo e onda di trasmissione dovevano essere frequentemente cambiati, allo scopo di meglio assicurare il segreto. Per ridurre il rischio di intercettazioni radio da parte del nemico, il Comando supremo ribadì nel giugno 1916 a tutti gli alti comandi il divieto di servirsi della radiotelegrafia disponendo di altri mezzi di comunicazione e nella trattazione di notizie militari particolarmente importanti e di rilievo politico. Uno dei primi provvedimenti presi dai nuovi vertici dell’esercito all’indomani di Caporetto fu proprio quello di cambiare tutti i cifrari e di uniformarne e regolarne l’impiego. Il Comando Supremo italiano si era reso conto, infatti, della facilità con cui il nemico riusciva a decifrare le proprie comunicazioni classificate a mezzo radiotelegrammi. In sostituzione dei cifrari Militare tascabile e Speciale pei comandi inferiore alla divisione, si è adottato il tipo di cifrario a Dizionario di sillabe e parole, compilato con la scorta di alcune centinaia di fonogrammi effettivamente scambiati in varie Divisioni. Tale tipo presenta una notevole garanzia di segreto (dovuta specialmente alla numerazione completamente arbitraria delle voci), purchè vengano osservate alcune semplici norme. (…) L’uso sempre più ampio della radiotelegrafia come mezzo di comunicazione, con le conseguenti possibilità d’intercettazione da parte del nemico, e la perfezione raggiunta dai mezzi di intercettazione telefonica, rendono necessaria la massima oculatezza nell’impiego dei metodi destinati a cifrare le comunicazioni telegrafiche, telefoniche e radiotelegrafiche. Questo comando ha già provveduto per la diramazione di cifrari per la prima linea (cifrario “R”), per le maggiori unità fino alla divisione (cifrario “D”), per l’adozione di apposite tabelle di trasformazione pei cifrari “Speciale” e “Azzurro”, e sta provvedendo per il rifacimento del cifrario “Azzurro”, suddetto e del “Verde”. Inoltre speciali istruzioni sono state impartite alle sezioni R.T. per la cifratura dei radiotelegrammi. (…) I cifrari più comunemente usati del tipo a dizionario con numerazione paginata sono di facilissima decifrazione  per parte del nemico anche se non possiede il cifrario, purchè abbia a sua disposizione un certo numero di testi cifrati, specie se, come avviene di solito, la cifratura non è integrale. Le cosidette chiavi, consistenti nel cambiare la numerazione delle pagine, quasi nulla aggiungono al segreto dei cifrari di tale tipo. In nessun caso uno stesso cifrario dovrà essere tenuto in servizio per più di un mese; di norma però il cambio dovrà avvenire ogni 15 giorni, e anche più spesso, nei periodi di intense comunicazioni o precedentemente ad importanti azioni, oppure quando si abbia il fondato sospetto che il nemico intercetti perfettamente le nostre comunicazioni, oppure ancora quando il cifrario sia usato frequentemente per comunicazioni radiotelegrafiche.”
 Nell’autunno 1918, per i collegamenti tra i comandi fino a quello di divisione compreso, i radiotelegrammi dovevano ricorrere al cifrario “Grigio”; le comunicazioni radiotelegrafiche con comandi alleati sfruttavano, invece, il cifrario “I.A.” (interalleato). Le norme e procedure tendenti a garantire la sicurezza delle comunicazioni radio apparivano quanto mai necessarie in considerazione dell’impulso dato in Austria-Ungheria al servizio intercettazioni radio, attivo contro l’Italia già ai tempi della guerra di Libia. Anche l’Esercito italiano aveva cercato. Comunque, di seguire l’esempio dei più moderni e meglio attrezzati eserciti alleati e nemici, sviluppando una propria capacità di intercettazione di comunicazioni radio. Già nel febbraio 1916, gli specialisti italiani del genio radiotelegrafisti erano stati in grado di captare trasmissioni radio tra aerei austro-ungarici impegnati in missioni di osservazione e direzione del tiro d’artiglieria e stazioni riceventi a terra. “Tutti i radiogrammi avversari qui riportati sono stati intercettati dalla stazione radiotelegrafica di Maria Zell,  situata sulla collinetta a quota 641, a sud di detta località, e provenivano con ogni verosimiglianza da apparecchi posti su velivoli austriaci librantisi in volo a discreta distanza, a nord della suddetta stazione ricevente, nel settore Tolmino-Santa Lucia. O a sud, nel settore Gorizia: non s’è potuto accertare dove. Dall’ora in cui vennero intercettati detti messaggi risulta che l’avversario usa fare le osservazioni di tiro mediante velivoli dalle ore 11 alle ore 12, ora che certamente nell’attuale stagione porta le migliori condizioni di visibilità.  (…) Si stima inutile far rilevare come dagli esempi allegati appaia chiaramente che il sistema dell’aggiustamento del tiro coll’osservazione di velivoli viene adoperato ormai correntemente  e  con grande perizia dagli austriaci, tanto da consentire aggiustamenti con numero di colpi relativamente limitatissimo, che consentono sia brevi voli degli apparecchi, sia due aggiustamenti durante uno stesso volo. Il comando della stazione radiotelegrafica di Malga Zell esprime l’avviso che la miglior arma per rendere aleatorie od inefficaci le segnalazioni di tiro degli aeroplani nemici sia la installazione in località e posizione opportuna di una stazione radiotelegrafica mittente, di sufficiente potenzialità e munita di apparecchio per variare celermente la lunghezza d’onda, la quale lanci, non appena avvertita una segnalazione nemica, dei segnali simili a quelli riportati, atti a falsare comunque l’esatta interpretazione delle segnalazioni avversarie. Nel marzo 1916, tramite intercettazioni radio, il Comando Supremo italiano venne a sapere dell’afflusso per ferrovia di dieci equipaggi da ponte diretti nella zona di Tolmino e di preparativi austro-ungarici per una puntata offensiva nello stesso settore. Nel luglio 1916, l’Ufficio informazioni del Comando Supremo decide di togliere, alle sole stazioni radiotelegrafiche direttamente assegnate ai comandi d’armata e alla Zona Carnia, “il divieto di intercettare e trascrivere i comunicati nemici, allo scopo di permettere ai maggiori comandi di venire sollecitamente a conoscenza dei bollettini di guerra avversari per provocarne eventualmente la smentita”.
 Il servizio radiogoniometrico per la localizzazione delle stazioni radio nemiche e d’intercettazione radio, come quello telefonico, vennero gestiti, a partire dal 1917, dall’Ufficio Informazioni del Comando Supremo (posti radiogoniometrici e d’ascolto arretrati e posti d’ascolto territoriali) e dagli uffici o sezioni informazioni dei comandi d’armata (posti radiogoniometrici e d’ascolto arretrati e posti d’ascolto d’armata). La radiogoniometria, cioè la tecnica che tende a determinare la direzione di provenienza dei segnali radio, venne impiegata con successo, soprattutto in pianura, grazie anche al numero relativamente ridotto di stazioni R.T. in dotazioni agli austro-ungarici ed alla loro elevata potenza di trasmissione. Occorrevano tre radiogoniometri, convenientemente distanziati tra loro, che, determinando la rispettiva direzione di provenienza della stessa emittente, deducevano, dal’incrocio di due o tre stazioni rilevate, la dislocazione della stazione radio nemica.  La tendenza generale, manifestatasi presso tutti gli eserciti belligeranti, verso l’impiego sempre più ampio di piccole stazioni R.T. come mezzo di comunicazione dei reparti di prima linea, rese possibile una maggiore utilizzazione delle intercettazioni radio come fonte di informazioni sul nemico. Si sentì, quindi, il bisogno di estendere il numero dei posti d’ascolto R.T. e radiogoniometrici nelle vicinanze delle linee nemiche e di decentrare il servizio in modo tale da rendere più rapida e fruttuosa l’utilizzazione dei risultati. 
Così, nell’aprile 1918, il Comando Supremo dispose il riordinamento del servizio intercettazioni radiotelegrafico, che assunse la seguente fisionomia organica:Organi del servizio presso il Comando Supremo: 1) il Reparto R.T. del Servizio Informazioni, 2) il suo distaccamento crittografico presso la Sezione radiogoniometrica del Comando Supremo, 3) L’Ufficio dell’Ispettore capo del servizio telegrafico militare, 4) la Sezione radiogoniometrica del Comando Supremo. Organi del servizio presso le armate: 1) un Reparto I.R.T. (intercettazioni radiotelegrafiche) facente parte della Sezione R.T. d’armata e comprendente almeno un ufficiale ed un certo numero di stazioni sia di ascolto che radiogoniometriche in relazione alla natura ed alla estensione del fronte dell’armata, 2) un ufficiale dell’Ufficio informazioni d’armata, specialmente istruito nel servizio crittografico.
 La documentazione proposta evidenzia la sensibilità dei vertici del Regio Esercito sul problema delle intercettazioni radio fin da prima del conflitto mondiale e gli sforzi, forse tardivi, fatti per rendere sicura e segreta la trasmissione, allo scopo di evitarne la decrittazione da  parte del nemico. Il servizio intercettazioni radiotelegrafico italiano, anche se meno sviluppato di quello telefonico, e forse meno efficiente di quello austro-ungarico, raggiunse, comunque, un discreto sviluppo nel corso della guerra, come testimoniano le 34 stazioni in servizio nel 1918.



domenica 24 febbraio 2019

INTERNATIONAL MARCONI DAY A.R.S.



INTERNATIONAL  MARCONY  DAY






Questo evento radioamatoriale celebra l'enorme parte che Guglielmo Marconi ha interpretato nell'invenzione della radio.
IMD ha la durata di 15 giorni e si tiene ogni anno a partire dal sabato più vicino al compleanno di Marconi (25 aprile), che nel 2019 sarà il 27 aprile.
Il nostro circolo A.R.S.  (Amateur Radio Society) "SV01" di Ceriale (SV) ha ottenuto dal MISE il nominativo marconiano IY1IMD.
Questo e' il sito ufficiale dell'evento:
https://arsmarconiday19.jimdofree.com/


Vi aspettiamo tutti in aria dal 27 aprile all'11 maggio, dai 160 ai 6 metri.


73 da IK1WVQ  Mauro Bernardetto