Le
seguenti note sono destinate a quanti vogliano cimentarsi
nell'analisi o nella costruzione di convertitori di frequenza, sia
per ricezione che per trasmissione. La trattazione matematica è
stata volutamente ridotta al minimo, per fornire sia le linee guida
utili allo sviluppo dell'argomento sia alcune tabelle di uso pratico
che danno una visione d'insieme del problema esaminato. L'argomento
trattato è di carattere generale e gli esempi potranno essere
facilmente traslati sulle frequenze interessate modificando
opportunamente i parametri.
Supponiamo
di voler convertire la banda dei 70 centimetri (430 MHz) in quella
dei 2 metri (144 MHZ) per poter usare come stadio a frequenza
intermedia un ricevitore per i 2 metri (fig. 1).
A
questo punto dobbiamo lavorare con un oscillatore locale in modo che
la differenza con la frequenza ricevuta sia pari alla frequenza
intermedia, IF, che nel nostro caso è quella di 144 MHz del nostro
ricevitore.
Abbiamo
due possibilità:
1)
Fr-Fol = Fif
2)
Fol-Fr = Fif
Nel
nostro caso conviene lavorare con un oscillatore locale a frequenza
più bassa di quella da ricevere; infatti, dalla 1) risulta che,
dimensionando opportunamente l'oscillatore locale, è possibile
leggere la frequenza ricevuta sfruttando il display del ricevitore a
frequenza intermedia; diversamente (formula 2), si avrebbe
l'inversione della banda ricevuta e bisognerebbe effettuare continui
calcoli ad ogni cambio di frequenza o preparare una tabella di
corrispondenza.
In
ogni caso bisogna considerare il problema della frequenza immagine,
che è bene sia eliminata sempre prima della conversione. In questo
caso la frequenza immagine ha il valore
+
Fol - Fif = Fim
che
nel nostro caso è pari a 144 MHz.
Scegliamo
la banda da convertire e facciamo qualche calcolo. La banda da
ricevere sia 432.000 - 436.000 MHz che convertiremo in 144.000 -
148.000 MHz. L'oscillatore locale avrà allora una frequenza
Fol
= Fr - Fif = 432.000 - 144.000 = 288 MHz
La
frequenza originaria sarà convertita nella nuova banda 144.000 -
148.000 MHz e potrà essere ricevuta con un ricevitore per tale
gamma; la frequenza sarà letta direttamente, sottraendo soltanto
due MHz dalla frequenza visualizzata sul display e tralasciando le
due cifre più significative.
432.000
---> 144.000 --- 436.000 ---> 148.000 (v.
tab. 1, righe 1 e 2).
Supponendo
di lavorare con un moltiplicatore di frequenza per dodici (v. tab.1,
riga 2), occorrerà un oscillatore con quarzo a 24 MHz (24 MHz x 12 =
288 MHz). In questo caso la sesta armonica dell'oscillatore locale
sarà presente (e udibile) esattamente ad inizio gamma sulla
frequenza di 144.000 MHz (Fol x 6 = 144 MHz).
A
qualcuno non piace avere questo segnale ad inizio gamma; per altri
esso rappresenta, invece, un utile "marker" che ci assicura
della perfetta sintonia del convertitore e quindi della frequenza
ricevuta.
Analizziamo
le tabelle per renderci conto praticamente, con qualche esempio, di
quello che succede scegliendo una modalità o l'altra.
Nella
tabella 1) sono riportati i valori di O.L. e di quarzo per ottenere
la conversione delle gamme 430, 1296, 144 MHz con valori diversi di
I.F. Dalla posizione 2 risulta che per convertire da 432 a 144 si può
usare un O.L. con quarzo a 12 MHz e, moltiplicando per 24, ottenere
una frequenza di mescolatore di 288 MHz; gli stadi moltiplicatori
potranno avere, ad esempio, la sequenza 2x2x3x2=24 oppure, per
diminuire il numero degli stadi moltiplicatori a tre, si potrà
lavorare con quarzo a 24 MHz e moltiplicare per 12 con la sequenza
2x3x2; in questo caso si estraggono soltanto le seconde e terze
armoniche sull'oscillatore, che sono quelle a maggior contenuto
energetico. In pratica l'oscillatore deve essere dimensionato per
ottenere e sintonizzare le frequenze TP1, TP2, TP3, di figura 1) che
nel caso specifico sono 48, 144 e 288 Mhz.
Illustrazione
1: schema a blocchi dell'oscillatore/convertitore
Le righe 4) e 5) di tabella si riferiscono a convertitori con inversione di banda: un aumento della frequenza OL si traduce in una diminuzione della Fr.
Le modalità 6), 7), 8), 13), 14), 15), 16), 18), 19), danno la possibilità di una lettura diretta sulle ultime cifre del display dell'apparato di IF.
Da tenere presente è il fatto che all'uscita dell'oscillatore locale lo scostamento di frequenza dal valore nominale dipende dal fattore di moltiplicazione usato, che moltiplica lo scostamento iniziale. In pratica, se la frequenza nominale fosse, come nell'esempio, di 24 MHz e lo scostamento fosse soltanto di 2 KHz, usando un moltiplicatore per 12 si otterrebbe un errore assoluto di frequenza, sull'uscita, di 24 KHz.
Vista la diffusione in campo amatoriale di ricetrasmettitori digitali di nuova generazione, controllati a PLL, con controllori DSP e chi più ne ha più ne metta, l'uso di convertitori di frequenza è stato notevolmente ridotto ma può risultare ancora conveniente sulle gamme alte, come i 23 centimetri ed oltre. In questo caso è comodo sistemare il convertitore direttamente sotto l'antenna e scendere su cavo coassiale, a frequenza intermedia, minimizzando le perdite. Dalla tabella 1) è possibile vedere come sia possibile convertire la banda dei 1296 MHz in quella dei 144 MHz e, analogamente, per una frequenza intermedia di 30 MHz.
Le righe 4) e 5) di tabella si riferiscono a convertitori con inversione di banda: un aumento della frequenza OL si traduce in una diminuzione della Fr.
Le modalità 6), 7), 8), 13), 14), 15), 16), 18), 19), danno la possibilità di una lettura diretta sulle ultime cifre del display dell'apparato di IF.
Da tenere presente è il fatto che all'uscita dell'oscillatore locale lo scostamento di frequenza dal valore nominale dipende dal fattore di moltiplicazione usato, che moltiplica lo scostamento iniziale. In pratica, se la frequenza nominale fosse, come nell'esempio, di 24 MHz e lo scostamento fosse soltanto di 2 KHz, usando un moltiplicatore per 12 si otterrebbe un errore assoluto di frequenza, sull'uscita, di 24 KHz.
Vista la diffusione in campo amatoriale di ricetrasmettitori digitali di nuova generazione, controllati a PLL, con controllori DSP e chi più ne ha più ne metta, l'uso di convertitori di frequenza è stato notevolmente ridotto ma può risultare ancora conveniente sulle gamme alte, come i 23 centimetri ed oltre. In questo caso è comodo sistemare il convertitore direttamente sotto l'antenna e scendere su cavo coassiale, a frequenza intermedia, minimizzando le perdite. Dalla tabella 1) è possibile vedere come sia possibile convertire la banda dei 1296 MHz in quella dei 144 MHz e, analogamente, per una frequenza intermedia di 30 MHz.
La tabella, comunque non esaustiva, è stata ricavata combinando alcuni valori di quarzi commerciali, facilmente reperibili, con gli usuali valori di frequenza degli apparati commerciali amatoriali. In questo modo è possibile scegliere la frequenza intermedia e combinarla opportunamente senza ricorrere a valori di frequenze particolari, per le quali sarebbe necessario far tagliare dei quarzi “ad hoc”.
Una soluzione
alternativa all'uso dei moltiplicatori di frequenza è rappresentata,
oggi, dall'uso di oscillatori locali controllati a PLL; è possibile,
infatti, acquistarne uno già assemblato o costruirne uno "ex
novo" usando gli integrati PLL che il mercato oggi offre a
prezzi convenienti. La precisione di frequenza è pari a quella del
quarzo di riferimento ed è possibile sintonizzare esattamente
l'uscita del PLL sulla frequenza voluta. Uno dei vantaggi di questa
soluzione è rappresentato dal tipo di quarzo di riferimento che può
essere scelto fra quelli commerciali dimensionando opportunamente lo
stadio divisore del PLL. Un altro vantaggio può essere la
versatilità del circuito e la programmabilità della sua
frequenza, che dipende dal quarzo ma anche dalla programmazione del
divisore. Di contro, bisogna scegliere bene il PLL da utilizzare, in
modo da avere un basso rumore dovuto ad errori di fase.
pos. | IF | OUT | O.L. | XTAL | Moltiplicatore | Segnale OL su inizio gamma |
1
|
144000
|
432000
|
288000
|
16000
|
18
|
* |
2
|
144000
|
432000
|
288000
|
24000
|
12
|
* |
3
|
144000
|
432000
|
288000
|
36000
|
8
|
* |
4
|
144000
|
432000
|
576000
|
16000
|
36
|
* |
5
|
144000
|
432000
|
576000
|
32000
|
18
|
|
6
|
130000
|
430000
|
300000
|
10000
|
30
|
* |
7
|
130000
|
430000
|
300000
|
30000
|
10
|
|
8
|
140000
|
430000
|
290000
|
29000
|
10
|
|
9
|
144000
|
1296000
|
1152000
|
24000
|
48
|
* |
10
|
144000
|
1296000
|
1152000
|
12000
|
96
|
* |
11
|
144000
|
1296000
|
1152000
|
16000
|
72
|
* |
12
|
144000
|
1296000
|
1152000
|
36000
|
32
|
* |
13
|
146000
|
1296000
|
1150000
|
23000
|
50
|
|
14
|
146000
|
1296000
|
1150000
|
46000
|
25
|
* |
15
|
140000
|
1240000
|
1100000
|
11000
|
10x10 | |
16
|
140000
|
1240000
|
1100000
|
22000
|
10x5 | |
17
|
24000
|
1240000
|
1216000
|
38000
|
32
|
|
18
|
32000
|
432000
|
400000
|
20000
|
20
|
|
19
|
32000
|
432000
|
400000
|
40000
|
10
|
|
20
|
36000
|
432000
|
396000
|
22000
|
18
|
Tabella 1: valori di
frequenza di O.L. e quarzo per vari valori di Fo.
Conclusioni
- L'oscillatore va scelto in base alla frequenza da estrarre ed agli stadi moltiplicatori voluti;
- Il quarzo va scelto in base alla frequenza pilota ed al suo modo di oscillazione (fondamentale o armonico, risonanza serie o parallelo) perché la frequenza ottenuta cambia leggermente;
- nei limiti del possibile, usare quarzi commerciali poiché risultano "ripetibili" e poco costosi;
- Nella maggior parte dei casi è possibile sostituire lo stadio oscillatore/moltiplicatore con un oscillatore VCO controllato a PLL.
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