REGOLAMENTO
Per conseguire il Diploma gli OM ed SWL dovranno collegare/ascoltare le stazioni attivatrici.
Periodo: 01 Agosto 2024 – 30 Settembre 2024
Punteggio:
– 35 punti per le Stazioni Italiane;
– 25 punti per le Stazioni Europee;
– 10 punti per le stazioni Extraeuropee.
Durante il periodo saranno attive le Stazioni Jolly:
– IQ5VR Stazione Jolly;
– II5LXXX Stazione Super Jolly.
Punteggio:
– 1 punto per ogni QSO DIG;
– 2 punti per ogni QSO SSB;
– 3 punti per ogni QSO CW;
– 5 punti per ogni QSO con stazioni Jolly IQ5VR, indipendentemente dal modo di trasmissione;
– 10 punti per ogni QSO con la stazione Super Jolly II5LXXX, indipendentemente dal modo di trasmissione.
Bande: Tutte le bande HF, WARC comprese.
Modi: CW, SSB, DIG (FT8/FT4/PSK/RTTY).
La stessa stazione può essere collegata anche più di una volta al giorno, purché in modo o su banda diversi.
Log: Non si necessita l’invio del log in quanto il diploma verrà reso disponibile automaticamente dalla piattaforma in cloud di HamAward, a partire dal giorno 01/10/2024.
Anche le QSL delle stazioni attivatrici e delle stazioni Jolly e SuperJolly in formato digitale sono scaricabili direttamente dalla piattaforma in cloud HamAward.
TEMA DEL CONCORSO
Eccidio di Sant’Anna di Stazzema 12 agosto 1944 – 12 agosto 2024
“Solo i morti hanno il diritto di perdonare. I vivi hanno il dovere di non dimenticare.” David Ben Gurion
La Toscana, assieme a Emilia Romagna e Piemonte è stata teatro degli eccidi più crudeli e sanguinosi accaduti nella fase finale del secondo conflitto mondiale.
Il dodici agosto 2024 per il territorio Versiliese e non solo non sarà un giorno come tutti gli altri. Lo stesso giorno di ottanta anni prima si consumava uno dei più atroci massacri che la mente umana possa ricordare, la manifestazione di un abisso morale. Abbiamo il dovere di non dimenticare perché la memoria non è nostalgia, non è un sentimento lieve che ci sorregge e accompagna quando il tramonto affiora nelle nostre vite ma un sentimento di rispetto verso le vittime e la celebrazione di chi in quel momento scelse di stare dalla parte giusta della storia nonostante sapesse che ci sarebbe stato un prezzo da pagare.
E pensare che il giorno prima, l’11 agosto del 1944 Carlo Ludovico Ragghianti, critico, storico e teorico dell’arte, intellettuale che come pochi seppe unire un’attività culturale, vasta e profonda, a una passione politica altrettanto intensa, assume la Presidenza del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale e guida l’insurrezione insediandosi nel Palazzo Medici Riccardi e apre il periodo della liberazione di gran parte del territorio toscano dalle truppe naziste.
In quel momento la Resistenza vive il momento di massima forza grazie all’autodeterminazione attiva della popolazione e le truppe naziste, guidate dai fascisti versiliesi ai quali promisero che non avrebbero fatto del male a donne e bambini, mossero verso Sant’Anna di Stazzema in una sorta di colpo di coda visto che oramai era stati sopraffatti dagli Americani che avevano superato la linea gotica.
Nelle prime ore del 12 agosto 1944 squadre di soldati appartenenti al II battaglione del 35° reggimento della XVI SS Panzer-Grenadier Division mossero verso Sant’Anna di Stazzema. Arrivarono verso le 7 di mattina da tre diverse direzioni: da Monte Ornato provenienti da Capriglia-Capezzano Monte; dalla Foce di Compito provenienti da Ruosina; dalla Foce di Farnocchia provenienti da Farnocchia; una quarta squadra si fermò sopra Valdicastello per bloccare il sentiero d’accesso al paese di Sant’Anna. La squadra che proveniva da Monte Ornato raggiunse per prima la località Argentiera e poi, dopo aver rastrellato tutti gli abitanti, si diresse verso la località Vaccareccia dove altri soldati avevano già circondato le case. Qui fecero entrare tutti i civili catturati dentro a delle stalle e, con l’uso di mitragliatrici, bombe e lanciafiamme, ne uccisero più di sessanta.
La squadra si diresse poi verso la chiesa. Una parte di essa raggiunse i borghi Franchi e Le Case e, adottando lo stesso metodo usato alla Vaccarecchia, uccise cinquantasei civili. La squadra proveniente dalla Foce di Compito, dopo essere transitata disinteressandosene accanto alla borgata I Bambini, rastrellò la località Colle: portò i suoi abitanti in un campo vicino a Sennari e ne uccise quindici a colpi di mitragliatrice. La squadra che arrivò alla Foce di Farnocchia passò attraverso la borgata di Sennari e radunò un centinaio di persone mettendole contro un muro in una corte.
Cominciarono quindi i preparativi per una fucilazione di massa sempre a colpi di mitragliatrice. Furono risparmiati per l’intervento di un ufficiale che, sopraggiunto con l’ordine di portare tutti gli ostaggi a Valdicastello, bloccò l’esecuzione. L’ordine successivamente non venne rispettato e tutti i prigionieri poterono tornare alle proprie case ormai però date alle fiamme.
La parte rimanente della squadra scesa dalla Vaccareccia si diresse e circondò la più grossa frazione di Sant’Anna conosciuta come Il Pero. Qui fece uscire tutti i civili e li fece incolonnare verso la piazza della chiesa.
Quello che poi successe sulla piazza antistante alla chiesa è diventato purtroppo il simbolo dell’eccidio di Sant’Anna. A renderlo emblematico ha concorso non solo l’alto numero delle vittime concentrato in quel luogo (circa centoquaranta), ma anche l’atroce e crudele accanimento che i soldati Tedeschi riservarono ai cadaveri, dandogli alle fiamme assieme alle panche ed ai suppellettili della chiesa, nonché il martirio del parroco di Farnocchia Don Innocenzo Lazzeri.
Verso le 11, concluso il massacro, i soldati Tedeschi si diressero verso Valdicastello Carducci passando da tre diversi sentieri: attraverso il paese La Culla, attraverso il Fosso dei Molini ed attraverso il sentiero che dal Borgo dei Colletti raggiunge I Molini. I soldati che transitarono per quest’ultimo percorso massacrarono altri ventisette civili in località Colletti e cinque civili in località Molini. A Valdicastello Carducci le truppe tedesche rastrellarono diverse centinaia di uomini: quattordici civili, probabilmente quelli usati per trasportare le munizioni da Sant’Anna, furono uccisi sul greto del torrente Baccatoio in fondo alla scesa dei pini, la maggior parte di loro fu invece deportata in Germania, mentre altri, forse ritenuti compromessi con i partigiani, furono portati in località Nozzano Castello dove aveva sede il comando della XVI SS Panzer-Grenadier Division ed il tribunale militare speciale. Fra questi ultimi anche il parroco di Valdicastello Carducci Don Libero Raglianti. Uno dei simboli dell’eccidio è la fotografia del girotondo dei bambini nella corte antistante la Chiesa del paese, un’immagine scattata appena due settimane prima, il 26 luglio giorno in cui si celebrava la festa del paese, la festa di Sant’Anna.
Vogliamo inoltre celebrare il riconoscimento da parte della Commissione Europea a Sant’Anna di Stazzema del Marchio del Patrimonio europeo 2023 con la seguente motivazione: “luogo della memoria che commemora le sofferenze subite dalle popolazioni civili durante le guerre. Il Parco della Pace rappresenta un sito significativo e ben concepito per discutere dei conflitti politici e promuovere i valori europei”.
Liberazione della Versilia
In Versilia, l’occupazione tedesca terminò nella seconda metà del settembre 1944, quando la Task Force 45 del IV Corpo d’Armata Statunitense, La Feb – Força Expedicionária Brasileira ed il significativo apporto delle formazioni partigiane, liberò il territorio di Viareggio, Massarosa, Camaiore, Pietrasanta, Forte dei Marmi e buona parte di quello di Stazzema. Nel mese d’ottobre, i reparti della 92 Divisione di Fanteria “Buffalo” raggiunsero Seravezza e le sue frazioni montane, poi il fronte si stabilizzò sulla Linea Gotica fino all’aprile successivo. Subito dopo la Liberazione s’insediarono le Amministrazioni Comunali nominate dai C.L.N. con l’avallo del Governo Militare Alleato, che si adoperarono per ripristinare le condizioni essenziali per la ripresa della vita economica e sociale. Tuttavia le operazioni belliche non abbandonarono il territorio della Versilia, che continuò ad essere sottoposta al fuoco dell’artiglieria e delle mitragliatrici nemiche. Particolarmente pericolosa era la situazione a Seravezza, in quanto sotto il costante tiro dei Tedeschi schierati sulla sovrastante cresta montana, che dal monte Altissimo si snoda fino al monte Folgorito ed al monte Canala; continuamente bersagliati erano anche il territorio di Pietrasanta e Forte dei Marmi, per la presenza di truppe e batterie americane, mentre era relativamente più tranquilla la situazione a Camaiore, Massarosa e Viareggio, in quanto più distanti dalla prima linea del fronte. Invece, restava sotto il controllo dei Tedeschi una striscia del territorio versiliese, che costituiva la prima linea del loro sistema difensivo, vale a dire la piana di Porta, le colline di Strettoia e del Monte di Ripa, lo spartiacque tra il monte Folgorito e il monte Altissimo, la zona di Arni, le località montane a ridosso della Pania e del monte Corchia, località che furono liberate solo nell’aprile 1945.
Le Missioni Radio clandestine
Radio CO.RA.
A partire dai primi di settembre del 1943 i dirigenti del Partito d’Azione Fiorentino, tra loro Carlo Ludovico Ragghianti (nella foto sotto riportata ) che assieme a Enrico Bocci diresse il servizio Radio CO.RA. (Commissione Radio), con lo scopo di dotare la nascente organizzazione resistenziale cittadina di un adeguato strumento di informazione e di intelligence militare.
Si trattava di un servizio clandestino di radiocomunicazioni con lo scopo di creare collegamenti con i centri radio del Partito nell’Alta Italia per facilitare l’attività politica e militare clandestina e dare la possibilità di comunicare via Svizzera con Algeri o direttamente col Comando militare dell’Italia liberata per l’invio di notizie militari e per la richiesta di armamento ed approvvigionamento delle bande partigiane e collegare le bande stesse col Comando militare di Firenze.
Radio Rosa
Vera Vassalle (nella foto sotto riportata) Ventiquattrenne, di eccezionali doti di mente, d’animo e di carattere, all’atto dell’armistizio, incurante di ogni pericolo, attraversava le linee tedesche e si presentava ad un comando alleato per essere impiegata contro il nemico nella Missione Radio Rosa. Seguito un breve corso d’istruzione presso un ufficio informazioni alleato, volontariamente si faceva sbarcare da un Mas italiano, in territorio occupato dai tedeschi.
Assieme al Radiotelegrafista Mario Robello detto Santa portava con sé una radio (nella foto sotto riportata) e carte topografiche, organizzava e faceva funzionare un servizio dì collegamento fra tutti i gruppi di patrioti dislocati nell’ Appennino toscano, trasmettendo più di 300 messaggi, dando con precisione importanti informazioni di carattere militare.
La sua intelligenza e coraggiosa attività rendeva possibile sessantacinque lanci da aerei a patrioti. Sorpresa dalle SS. tedesche mentre trasmetteva messaggi radio riusciva a fuggire portando con sé codici e documenti segreti e riprendeva la coraggiosa azione clandestina. Pochi giorni prima dell’arrivo degli alleati passava nuovamente le linee tedesche portando preziose notizie sul nemico e sui campi minati. Animata da elevati sentimenti, dimostrava in ogni circostanza spiccato sprezzo del pericolo. Degna rappresentante delle nobili virtù delle donne italiane fu insignita della medaglia d’oro al valore militare.