di Elena Voltolini -
Un gruppo di appassionati sta cercando di fare in modo che la radio si riprenda un po' dello spazio che internet le ha tolto.
C'erano anni in cui sui tetti e sui balconi dei palazzi spuntavano le antenne, antenne per le radio, ancor prima che le radio venissero legalizzate, ancor prima delle radio libere e del loro moltiplicarsi.
Tutto ebbe inizio negli anni '70 quando si trasmetteva ancora “da pirati”; poi vennero gli anni della legalizzazione e del fiorire delle radio.
Le radio erano il mezzo più usato per comunicare, per chiacchierare, erano i social e le chat quando i social e le chat erano ben lungi da esistere, quando non esisteva internet e a permettere a persone lontane di comunicare erano solo i telefoni e, appunto, le radio. Certo il raggio d'azione non era quello garantito dal web, che permette una copertura mondiale, ma erano comunque le radio il mezzo attraverso il quale molti “facevano due chiacchiere”: amici o no, ci si conosceva, si parlava ci si confrontava.
Poi, proprio l'avvento di internet cambiò le cose: le radio vennero sostituite da una moltitudine di chat e dai social. Più alla portata di tutti, sempre a disposizione, senza alcuna attrezzatura se non un computer o un cellulare, oggi ormai posseduti da tutti.
Più semplice e più immediato, internet prese il posto delle radio. Via le antenne, via gli strumenti utilizzati per crearsi la propria postazione, e chiusa in un cassetto anche la passione. Sì, perchè per molti la radio era una vera e propria passione.
Ora quella passione qualcuno sta cercando di farla riemergere, di fare tornare le antenne sui terrazzi e di riempire nuovamente l'etere di voci, riaprendo canali e riavviando qso.
Alcuni spezzini, tra cui Mirco Canalini, Christian Romeo, Giacomo Prea e Davide Meoli, stanno cercando di fare tornare attuali quelle serate degli anni '70 passate a parlare via radio.
Lo stanno facendo partendo proprio da ciò che ha contribuito a segnare la fine delle radio, ovvero internet, che ora potrebbe giocare a loro favore. Hanno infatti creato la pagina Facebook "Gruppo CB La Spezia e provincia" per divulgare il più possibile la loro iniziativa, perchè si sa, oggi Facebook ha una grandissima forza virale. Lì hanno riunito vecchi e nuovi appassionati della radio e poi dal web sono usciti per tornare sulla frequenza.
Frequenza 27 per la precisione.
“Sul canale 23 – afferma no i promotori della “rinascita” della radio – sia al pomeriggio che dopo cena si ritrovano alcuni amici a chiacchierare e a passare un po' di tempo insieme. Vogliamo invitare tutti gli appassionati a tornare in frequenza e rivivere i bei momenti passati e le lunghe chiacchierate di un tempo. Alcune antenne sono già ricomparse, noi ovviamente speriamo che questa nostra idea si diffonda e si allarghi. Alcuni, al di fuori della provincia spezzina, stanno facendo il nostro stesso lavoro di divulgazione di questa iniziativa”.
Poi sottolineano una cosa cui magari non si pensa, ma che fa riflettere: “In caso di calamità potrebbe essere proprio la radio a salvarci. Le radio, infatti, sono l'unico mezzo di comunicazione nel caso in cui manchi la corrente e non funzionino né telefoni né cellulari. Non è un caso che la Protezione Civile abbia diversi reparti radio, risultati fondamentali in molti casi, come ad esempio il terremoto nel centro Italia”.
Poi concludono con... l'appuntamento via radio: “Speriamo di trovarci sempre più numerosi sul canale”.
E così alla chiacchierata in chat si sostituisce un bel QSO sulla 27.
https://m.gazzettadellaspezia.it/#!/index.php?do=post&id=84902
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