di Antonio Anselmi
Questa miniguida
non ha lo scopo di fornire indicazioni circa la identificazione di un segnale
ma quello di aiutare gli amici novizi ad una formulazione corretta della
richiesta di informazioni circa l'origine e la natura di un particolare
segnale.
Informazioni che hanno la propria base teorica gia' ampiamente
illustrata nelle pagine della rubrica Utility Dxing su Radiorama (http://www.air-radio.it/index.php?sinistro=menusocilog.php&destro=radiorama/area.php ) e su quelle virtuali del gruppo AIR RADIOASCOLTO su Facebook https://www.facebook.com/groups/65662656698/ .Gli esempi sono
fatti utilizzando due dei decoder multi-uso fra i piu' impiegati e che certo
non devono mancare nell'arsenale dell'ascoltatore utility: multipsk e fldigi.
Per particita' e' stato usato un semplice segnale della famiglia FSK, ma la
metodologia illustrata e' valida per qualunque altro segnale.
Passo
1: rilevazione della larghezza di banda e dello shift (in caso di segnale FSK)
una
volta individuato un segnale che si ritiene di dover sottoporre alla attenzione
del gruppo, la prima cosa da fare e' perlomeno cercare di vederlo. Lanciamo
quindi il nostro decoder e per prima cosa ricaviamone la sua occupazione di banda
(bandwidth o Bw) come illustrato in figura 1. Nel nostro caso il segnale ha una
occupazione di banda pari a circa 600 Hz, mentre lo shift (misurato al centro
delle due bande FSK) e' di 500 Hz.
Fig. 1 – misurazione della larghezza di banda occupata dal segnale
Passo
2: rilevazione dell'offset
Per la
rilevazione dell'offeset occorre individuare il centro-banda del
segnale, ovvero quella linea immaginaria che divide il segnale in due parti
esattamente uguali: quello sara' il valore dell'offset che stiamo cercando. Per
la sua misurazione spostiamoci ora sulla sintonia del nostro ricevitore e
regoliamola in maniera tale da ottenere una lettura piu' precisa possibile del
valore del suo centro banda. In figura due, abbiamo agito sulla sintonia del
riceviore in maniera da far coincidere le due frequenze su valori ben
leggibili: nel nostro esempio 1000 e 1500 Hz (ovviamente la differenza e' il
valore di shift prima individuato). E' facile vedere che l'offset del nostro
segnale (valore effettivo del segnale e che NON dipende dalla nostra sintonia
!) e' pari a 1250 Hz
Fig.2 – rilevazione dell'offset
Facciamo uno
screen-shot (copia del video) e salviamo l'immagine con un nome adeguato che
specifichi frequenza e modalita' (USB/LSB/AM/CW). Non e' una cosa irrilevante,
lo vedremo nel passo 4.
Diamo ora
un'occhiata alla sintonia del nostro ricevitore (figura 3) che rappresenta la
nostra dial frequency (vedi radiorana n.44):
Fig. 3 – lettura della sintonia (dial frequency)
e appuntiamoci i
risultati fin qui ottenuti, senza dimenticare l'orario di ascolo espresso in
UTC (uguale al buon vecchio GMT e a volte indicato anche con “z” = zulu time):
sintonia:
16300.0 Khz USB
offset: 1250 Hz
ora di
ascolto: 1015 UTC
Siamo gia' ad un
buon punto ma la perfezione del report che andiamo compilando necessita
di un ulteriore passo.
Passo
3: registrazione del segnale
Se
non disponete di un SDR ee ancora non l'abbiamo installato, procuriamoci una
copia (gratuita) di Audacity dal sito:
Una
volta avviato il programma andiamo a configurare il “dispositivo di
registrazione” sul quale audacity deve ascoltare: ovviamente dovremo indicare
lo stesso dispositivo sul quale e' configurato il decoder (figura 4): modifica
→ preferenze → dispositivi → registrazione e confermiamo la scelta.
Fig. 4 – configurazione del dispositivo di registrazione
Senza
spostare la sintonia prima impostata iniziamo la registrazione del segnale:
sono sufficenti almeno una trentina di secondi, magari da ripetere due-tre
volte per essere sicuri di avere un buon frammento del segnale che stiamo
ricevendo. A volte, proprio mentre registriamo, una stupidissima interferenza
da casa nostra puo' introdurre nel segnale frequenze estranee.
Prima
di proseguire mettiamo bene in mente queste semplici regole per ottenere
registrazioni efficaci:
- registrare sempre
direttamente dalla scheda audio o da SDR, evitare microfoni e cavetti;
- durante la
registrazione non usare AFC (Automatic Frequency Control) cosi' da evitare gli
slittamenti del segnale in frequenza;
- dosare AGC
(Automatica Gain Control) al minimo e ove permesso disinserirlo;
- registrare almeno
trenta secondi di trasmissione;
- ripetere la
registrazione in caso di un disturbo improvviso;
- disinserire
filtri anti-noise o squelch durante la registrazione;
- ·mettersi le mani
in tasca (non agire in alcun modo sul segnale modificando toni o volume o
quant'altro di esotico a vostra disposizione);
per i
possessori di SDR (non e' necessario Audacity o altri software similari
“esterni):
- usare solo il
formato wave (.wav) 16 bit;
- impostare il
sampling-rate della registrazione non inferiore a 8000 Hz (max frequenza audio
registrabile 4 Khz), inutile usare un sampling rate maggiore di 11025 Hz;
e
infine dopo la registrazione:
- non ripassare o
abbellire il segnale con altri tool che possono andar bene per scopi puramente
“audiofili” ma che aggiungono o tolgono sempre qualcosa al segnale originario;
- fate sempre un
backup, perche' come tutti i file importanti andra' a finire che verra'
inopportunamente cancellato.
Iniziamo quindi una registrazione con
Audacity e dopo 20-30 secondi interrompiamola (figura 5):
Fig. 5 – registrazione del segnale con Audacity
Se durante la registrazione dovessimo vedere livelli
esageratamente alti e' meglio regolarli agendo sul volume della radio QUINDI
interrompere la registrazione e riperla di nuovo con i giusti valori appena
impostati.
Al
termine della registrazione passiamo alla sua scrittura su disco (figura 6).
Verifichiamo che il formato sia quello richiesto e forniamo un nome abbastanza
esplicatico al file che abbiamo salvato. Io ho usato il comunissimo “pippo” ma
e' un errore banale. Per il salvataggio del file audio dobbiamo scegliere dal
menu' file l'opzione “Esporta audio”:
Fig.6 – scrittura sul disco della registrazione audio
Perche'
e importante registrare? Vediamo il passo seguente.
Passo
4: il nostro database dei segnali
Bel
lavoro, professionale! Se e' stato fatto tutto correttamente, a questo punto
abbiamo a disposizione 3 files relativi al nostro segnale:
- un file con un piccolo file di testo (notepad va
piu' che bene) con appuntate sintonia, offfset e orario di ascolto;
- un file con lo (gli) screenshot del waterfall con la forma
d'onda del segnale;
- un file una o piu' registrazioni del segnale in formato
wave.
Andiamo
sulla cartella “documenti” del nostro pc e creiamo con un click una cartella
che chiameremo DATABASE_SEGNALI e al suo interno un'altra cartella che
conterra' i file sopra elencati e chiamata ad esempio unid_frequenza.
Una volta che avremo individuato di quale segnale si tratta non faremo altro
che rinominare quella cartella “unid” con il nome appropriato per quel segnale
(figura 7).
Questa
metodologia, anche se leggermente laboriosa, ci permettera' di conservare un
log fisico dei nostri ascolti piu' interessanti, infatti potremo anche creare
tante cartelle per i segnali che magari gia' conosciamo e all'interno delle
rispettive cartelle potremo anche metterci gli screenshot delle decodifiche.
Con l'aumentare degli ascolti il nostro database sara' sempre piu' completo e
potremo consultarlo alla bisogna e scambiare con gli amici colleghi cartelle e
segnali per una loro identificazione o comparazione.
Fig. 7 – il nostro database segnali
Passo
5: pubblicazione del cosa e'
A
questo punto il gioco e' fatto: abbiamo tutti i file razionalmente organizzati
e salvati nel nostro pc e non rimane che andare sul gruppo fb e pubblicare le
informazioni raccolte, insieme agli screenshot e - cosa importante – alla
nostra registrazione. Buon lavoro!