sabato 23 gennaio 2016

Come costruirsi un diodo Zener di grande potenza

Ho letto con interesse l'avventurosa e geniale pubblicazione sul diodo Zener all' indirizzo :

http://air-radiorama.blogspot.it/2016/01/come-realizzare-un-dissipatore-per.html

Ho verificato la disponibilita' di diodi zener da 10 W .
Si trovano ad esempio :

http://it.farnell.com/solid-state/1n4553b/zener-diode-10w-5-6v-do-4/dp/1672908?ost=zener&selectedCategoryId=&categoryId=700000004649

Aggiungendo un normale diodo in serie si raggiunge la tensione voluta .

Il problema e' il costo , di circa 58 Eu ....

In passato ( anche recente ) mi e' capitato di dovere usare diodi Zener di alta potenza per proteggere sull' alimentazione circuiti ( ad esempio l'amplificatore del loop attivo L101) , senza provocare cadute di tensione se non oltre quella massima stabilita .

Una soluzione che ho escogitato e' la seguente :


Il transistor Darlington di potenza entra in conduzione , quando la tensione tra B ed E e' dell' ordine di 1.2 - 1.8 V .

Nel mio caso se ricordo bene , per limitare a circa 12 V uso un diodo Zener da 400mW da 10 od 11V .
In serie al diodo zener cosi' costituito , metto un " fusibile elettronico" che poi e' un elemento PTC che ha resistenza trascurabile a temperatura ambiente e che sale rapidamente al crescere della temperatura dovuta alla forte corrente che lo attraversa quando il diodo Zener entra in conduzione .

Perche' un elemento di potenza Darlington ?

Nel mio caso perche' la prima volta che ho avuto questa necessita' , disponevo di una " caterva" di darlington BDX33 e BDX53 smontati da schede di recupero della Olivetti ( ne ho ancora adesso ...hi .... ) .
Non e' uno svantaggio , di sicuro la corrente ai capi del diodo zener da 400mW sara' minima , ma ritengo che anche con un normale transistor la corrente sia sopportabile . Pero' non ho mai provato ....

Come non ho provato la soluzione di destra che dovrebbe rendere la soluzione variabile in tensione .

Dovrebbe funzionare perche' con il cursore del trimmer resistivo tutto in alto si ricade nel caso di destra.
Con il cursore tutto in basso si ha un diodo Zener con tensione di soglia infinita ....

In ogni caso , se fate una ricerca su Google con le parole : "variable zener diode" trovate una caterva di soluzioni , piu' o meno semplici .

Buona sperimentazione !

A fronte di domanda :

Nel primo caso, non sarebbe il caso di mettere una resistenza da una decina di kohm tra base ed emitter ?? solo per non lasciare la base "flottante" quando lo zener non e' in conduzione ... 
73 da Mauro Bernardetto IK1WVQ

La risposta : 

In realta' ogni Darlington ,non costruito con due transistors sciolti , ma in un contenitore unico e' in realta' un piccolo circuito integrato con il seguente schema equivalente :






Come realizzare un dissipatore per diodo Zener per il G4/214 di IV3GFN - Giuseppe (Pino) Steffè



Durante le lunghe serate di questi mesi invernali mi sono occupato della ricostruzione, o meglio del rifacimento di un apparato radio che ebbi la possibilità di costruire nell'ormai lontano 1967 quando avevo, (ahimè) la bella età di 18 anni. 


Si tratta del ricevitore costruito dalla Geloso per le gamme radioamatoriali che risale al 1962, conosciuto come G4/214. 
A quei tempi la "nota casa", come era chiamata dagli addetti ai lavori, rendeva disponibili al pubblico tutti i componenti, così che molti potevano autocostrure i propri apparati con una spesa inferiore al prezzo di acquisto dell'apparato già pronto. 

Così pian piano cominciai ad acquistare i pezzi più importanti, altri mi furono donati da Dario, un mio carissimo amico radioamatore da sempre e dopo breve tempo divenne il mio ricevitore per molti anni. 

I tempi cambiano, l'esperienza fatta rimane e si affina, la tecnologia progredisce ed il ricevitore finì in un armadio da dove ogni tanto lo facevo uscire per fargli prendere un po' d' aria ed un po' di energia elettrica. 
L'ultima volta fu nel mese di novembre (2014) quando mi accorsi che la patina del tempo aveva fatto il suo corso e non funzionava più come una volta, del resto pure noi non ne siamo immuni, e siccome era da molto tempo nei miei pensieri il voler fare qualcosa con i "vecchi" tubi termoionici decisi, seduta stante, di demolirlo e ricostruirlo su un nuovo telaio. 


Ricostruzione clone Geloso G4/214 di IV3GFN - Giuseppe (Pino) Steffè

Non volendo stravolgere in nessun modo la filosofia del tempo, decisi di attenermi al progetto originale, in paricolare modo quello dell'alimentatore delle tensioni anodiche e dei filamenti dei tubi termoionici o valvole. 

Una particolarità di questo apparato è che i filamenti delle valvole interessate all'amplificazione dei segnali in bassa frequenza sono alimentati in corrente continua, questo per eliminare l'eventuale "hum" o ronzio della 50 hertz di rete dovuta ad accoppiamenti interni ai tubi stessi. 
Lo stesso vale per le valvole che funzionano come oscillatori, dove la stabilità della frequenza generata è fondamentale e per questo si utilizza una tensione anodica stabilizzata, così come per i filamenti interessati che vengono alimentati in corrente continua pure stabilizzata. 
Questo viene fatto per evitare che variazioni della tensione sulla rete elettrica, si ripercuotano sulla tensione dei filamenti facendo variare l'intensità dell' emissione e quindi la stabilità della frequenza generata. 

Schema alimentatore. 
Come si può osservare, i filamenti delle valvole interessate ad essere "stabilizzate" in questo caso sono due, la tensione è stabilizzata, o per meglio dire "regolata", dall' impiego di uno zener da 6,2 volt che si trova in parallelo agli stessi. 
Queste valvole usano una tensione nominale di 6,3 volt, quelle denominate ECCxx hanno due filamenti che possono essere alimentati in serie (12,6 volt) o parallelo (6,3 volt) con in comune il pin 9 che in questo caso si trova connesso a massa. 
A prima vista il circuito sembra un po' strano, sarà il fatto che non ci siamo abituati, ma guardando bene ci accorgiamo che la resistenza limitatrice di corrente è costituita dai filamenti di altre due valvole, quelle deputate a lavorare in bassa frequenza audio e con segnali deboli. 

Controllando le correnti che abbisognano per il corretto funzionamento ci accorgiamo che il totale di quelle del ramo non stabilizzato assomma a 450 mA, mentre quelle del ramo stabilizzato assorbono 300 mA, quindi, per un corretto bilanciamento del tutto, nello zener deve scorrere una corrente di 150 mA. 

La resistenza da 2,2 Ω va regolata per ottenere una caduta di tensione affinché ai capi dei filamenti delle valvole non stabilizzate si venga a trovare una tensione prossima a quella nominale di 6,3V, nel mio caso ho dovuto montare una da 2,7 Ω. 
Ricordo che una tensione superiore a quella nominale può provocare un prematuro esaurimento della capacità di emissione del catodo, ed una troppo inferiore un funzionamento non prevedibile. 

Questa lunghissima premessa per presentare il problema, quello del diodo zener. 

Quello di 50 anni fa non si trova nemmeno nominato in rete, figuriamoci in negozio. 
Quelli tipo "bullone" da 10 watt, comodi per dissipare il calore generato, sono introvabili, anche se possono sembrare sprecati in questo caso. 
Quelli PLASTICI assiali da 5 watt, invece, ne trovi a vagonate, ne ho acquistati una decina, e fra i tanti ho selezionato quello che mi dava, a parità di corrente di 150 mA, la tensione più vicina ai 6,3 volt. Nel mio caso 6,25, ma la differenza fra quelli di una stessa partita è piccolissima... 
Il problema è dissipare il calore generato, ho provato in vari modi, come quello di saldare delle striscie di rame sui terminali vicino al corpo plastico, ma veniva una cosa inguardabile e molto ingombrante. 
Cercando nei vari cassettini dei componenti, mi sono capitati fra le mani dei vecchi zener tipo bullone, è stato un attimo, un colpo col punteruolo e martello sul sottile strato vetroso ed uno svuotamento del contenuto, sperando non ci fosse il berillio, ed ecco il mio bel contenitore. 

Le foto parlano chiaro. 




Il terminale, che poi risulta essere collegato alla massa comune e che in questo caso corrisponde al catodo, va infilato nel foro praticato nel corpo del bullone e saldato con cura facendo scorrere un po' di stagno, se possibile, all'interno

Attorno al corpo del diodo ho avvolto un sottilissimo foglio di canterina di rame, in modo da riempire lo spazio e ho utilizzato un po' di pasta conduttrice di calore per migliorare il tutto. 
Una goccia di resina bicomponente per chiudere il tutto, anche l'occhio vuole la sua parte. 

Il diodo così ottenuto viene avvitato al telaio che rimane freddo


Radioamatori a Domenica In con Pippo Baudo - Il filmato ,dal Blog di Ivan Guerini


http://swl-i2-5759.blogspot.it/2016/01/radioamatori-domenica-in.html


venerdì 22 gennaio 2016

Ricostruzione clone Geloso G4/214 di IV3GFN - Giuseppe (Pino) Steffè


Premessa

La descrizione del ricevitore Geloso G4/214 è contenuta nel Bollettino 85 della stessa casa ed è reperibile in rete su molti siti. Quello che non è facile reperire, invece, è la seconda edizione dello stesso Bollettino 85 che, sebbene in copertina riporti la dicitura "Estate 1962" all'interno viene riportata come edita nel Luglio 1964, due anni dopo la prima dell'estate 1962. In questa seconda edizione viene riportato lo schema corretto da alcuni errori e le modifiche apportate in seguito. 

Quella più evidente riguarda il gruppo di prima conversione qui denominato R.F. Tuner 2620/B. Nella prima edizione, che montava il gruppo 2620/A, la differenza sta nel guadagno della prima valvola amplificatrice di R.F. 6DC6 che veniva effettuato, banda per banda, tramite lo stesso commutatore di banda inserendo un diverso partitore resistivo sull'alimentazione della griglia schermo. 

La modifica della seconda edizione, invece, viene effettuata inserendo o meno delle resistenze in serie al catodo in modo da polarizzare la griglia controllo a valori più negativi potendo così raggiungere una migliore dinamica nel controllo dei segnali forti specialmente nelle bande più basse, 80 e 40 metri. Altre modifiche riguardano la costante di tempo del CAG migliorata per le emissioni in SSB e la corretta alimentazione dei filamenti di alcune valvole che viene effettuata in corrente continua stabilizzata.





Il  mio primo ricevitore per le bande HF realizzato secondo lo schema del Geloso G4/214. 

In questi giorni (dicembre 2014) ho ripreso in mano l'autocostruzione del 1967, allora avevo appena 18 anni, che ho realizzato utilizzando i noti componenti della Geloso che pian piano acquistavo e , grazie sopratutto a Dario Debelli IV3DEW che mi procurò quello che mi mancava, potei completarlo in poco tempo. 

Ogni tanto lo accendo, ma notando che ultimamente era diventato un po' sordo sulle gamme alte, e facendo delle prove trovai che il difetto era da imputarsi alla prima valvola convertitrice 6BE6 che si era esaurita. 

Dopo 47 anni la patina del tempo, che non risparmia nemmeno noi, si è fatta sempre più spessa ed invadente e così ho deciso di fare una bella revisione del tutto. 

Ho smontato il gruppo di prima conversione e dopo una bella pulitura e "lavaggio" con prodotti adeguati al caso, una revisione dei contatti e della meccanica di commutazione col reintegro di una sfera di acciaio del commutatore che si era persa per strada durante un trasloco, eccolo qui il gruppo, pronto per una nuova avventura, quella di rimontare completamente il tutto su un nuovo telaio. 












































L'impegno è stato notevole perché ho dovuto smontare tutti i componenti originali della "nota casa", controllarne l'efficienza elettrica e meccanica onde non avere sorprese in un secondo tempo, e poi una bella lucidata per accontentare l'occhio.

Ecco come si presenta ora. 

Iniziato lo smontaggio a fine novembre 2014 e lavorando qualche ora durante le notti invernali, ho completato il tutto agli inizi di febbraio 2015.


73  Pino IV3GFN 

http://iv3gfn.altervista.org/g4_214.html


Come realizzare un dissipatore per diodo Zener per il G4/214 di IV3GFN - Giuseppe (Pino) Steffè


http://air-radiorama.blogspot.it/2016/01/come-realizzare-un-dissipatore-per.html



Un invito agli  amici che hanno costruito dei cloni di apparati radio negli anni a renderli pubblici. 
 APPASSIONATI DELLA “Nota Casa Italiana GELOSO "




Clone del ricevitore G4/214 prima serie di Ezio Di Chiaro                                       

http://air-radiorama.blogspot.it/2016/01/clone-del-ricevitore-g4214-prima-serie.html

Sezione ARI Sanremo - DIPLOMA 50 anni


La Sezione ARI di Sanremo per celebrare i 50 anni dalla costituzione organizza un periodo di attività radio che vedrà coinvolti i Soci in qualità di attivatori

REGOLAMENTO

PARTECIPAZIONE 
La partecipazione è aperta a tutti gli OM e SWL di tutto il mondo e si devono collegare le stazioni degli OM appartenenti alla Sezione ARI di Sanremo e la stazione Jolly IQ1SM.
DATA:
Dalle ore 00.00 UTC del 23 Gennaio 2016 alle ore 24.00 UTC del 31 Gennaio 2016
BANDE:
Tutte le bande radioamatoriali HF (WARC comprese)
MODI DI EMISSIONE :
SSB CW RTTY e modi digitali
COLLEGAMENTI
Le stazioni appartenenti alla Sezione ARI di Sanremo faranno chiamata “ CQ Diploma 50 anni ARI Sanremo”,e passeranno ai corrispondenti il rapporto RS(T) , la stessa stazione potrà essere collegata più volte ma in date differenti oppure nello stesso giorno ma in bande e/o modi diversi .
PUNTEGGI
Ogni stazione collegata vale 1 punto in ssb,2 punti in cw , 3 punti in rtty ; i QSO con la stazione Jolly IQ1SM valgono sempre 3 punti indipendentemente dal modo.
CONSEGUIMENTO DEL DIPLOMA
Per conseguire il Diploma , che è un attestato di partecipazione , è necessario aver collezionato almeno 30 punti ed avere almeno un qso/hrd con la stazione IQ1SM.
Tra i richiedenti il Diploma verranno premiati con una targa un OM italiano (esclusi i soci della sezione ARI Sanremo) ed un OM straniero avendo conseguito il punteggio più elevato. In caso di parità vincerà la stazione più distante da Sanremo. Il nostro socio che avrà realizzato il maggior numero di qso riceverà una targa speciale commemorativa per il cinquantennale della Sezione . Ogni decisione del Comitato organizzatore (IZ1GAR e I1UWF ) è inappellabile.
DOCUMENTAZIONE RICHIESTA
Per ricevere il Diploma, una volta raggiunti i 30 punti, non è necessario l’invio del log ma è sufficiente far pervenire una mail ,entro il 29/2/2016, all’indirizzo : i1yhugianni@tin.it indicando il nominativo del richiedente . Gianni I1YHU ,responsabile del Diploma , dopo gli opportuni controlli , lo invierà in formato pdf .
Eccezionalmente potrà essere richiesto tramite posta con SASE e francobolli indirizzando la
richiesta ad : ARI Sanremo – Diploma Sanremo – UFFICIO Sanremo - CasellaPostale 114 -18038 SANREMO (IM).

Non è richiesto l’invio delle QSL.
Regolamento e ulteriori notizie relative al Diploma saranno disponibili sul sito dell’ARI Sanremo : www.arisanremo.it

giovedì 21 gennaio 2016

“Manuale degli Esami per Radioamatore“, di Nicola I0SNY e da Daniele IZ0ISD.




 Prima pubblicazione ARS Italia realizzata da I0SNY e da IZ0ISD. Uno strumento utile per chi vuole conoscere il nostro mondo. La prefazione è di I4AWX

Per ordinare:

Ute/milcom logs

MS188-141 ALE
06450.0 BOVIENZO: Italian GdF patrol boat G106, I 0745 USB MIL 188-141 ALE clg CAGLIARI (15Jan16) (AAI)
06510.0 K1U: prob. Slovak Mil Kuchyňa, SVK 0751 USB MIL 188-141 ALE clg Z1V (15Jan16) (AAI)
06510.0 --- (no call) prob. Slovak Mil, SVK 0809 USB MIL 188-141 ALE clg N1R (15Jan16) (AAI)
06510.0 Z1V: prob. Slovak Mil Zvolen, SVK 0749 USB MIL 188-141 ALE clg P1O (15Jan16) (AAI)
07421.5 CHFEDR: Greek AF, GRC 0734 USB MIL 188-141 ALE clg SFFF2 (20Jan16) (AAI)
07535.0 BX0: Algerian Mil, ALG 0649 USB MIL 188-141 ALE clg BX02 (21Jan16) (AAI)
07890.0 BS008CA: 0740 USB MIL 188-141 ALE clg CS001A (15Jan16) (AAI)
07996.0 SI4: Polish Mil, POL 0803 USB MIL 188-141 ALE clg RA1 QRA1029 (20Jan16) (AAI)
08058.6 KWA37: US Dept of State station 0741 USB MIL 188-141 ALE clg KWT93 (21Jan16) (AAI)
08162.0 IU01: Algerian Mil, ALG 0731 USB MIL 188-141 ALE clg PY01, handshake (21Jan16) (AAI)
08174.0 AC01: Unid (prob Algerian Net) 0920 USB MIL 188-141 ALE clg XV01 (20Jan16) (AAI)
08190.0 NAPOLI: Italian GdF patrol boat, I 0706 USB MIL 188-141 ALE clg BOVIENZO (21Jan16) (AAI)
08193.0 IN6: Polish Mil, POL 0726 USB MIL 188-141 ALE clg TU4 (20Jan16) (AAI)
09181.0 XS50: Algerian Mil, ALG 0829 USB MIL 188-141 ALE clg XS52 (19Jan16) (AAI)
09971.0 LAMBDA0ALE: Polish Mil, POL 1125 USB MIL 188-141 ALE clg STRYJOWALE (19Jan16) (AAI) [*]
09971.0 LAMBDA0ALE: Polish Mil, POL 1136 USB MIL 188-141 ALE clg HERODOT63 (19Jan16) (AAI) [*]
09971.0 LAMBDA: Polish Mil, POL 1107 USB MIL 188-141 ALE clg STRYJOW20 (19Jan16) (AAI) [*]
09971.0 STRYJOWALE: Polish Mil, POL 1125 USB MIL 188-141 ALE clg LAMBDA0ALE (19Jan16) (AAI) [*]
09971.0 STRYJOWALE: Polish Mil, POL 1139 USB MIL 188-141 ALE clg HE3 flwd by MIL 188-110A serial (19Jan16) (AAI) [*]
09980.0 YDM: Unid 0735 USB MIL 188-141 ALE to UR LQA REQUEST RESPONSE (19Jan16) (AAI)
10175.0 325: Unid (prob. Chinese Air Defence, CHN) 1424 USB MIL 188-141 ALE clg 375 (20Jan16) (AAI)
15870.0 BLD: Algerian AF, ALG 1408 USB MIL 188-141 ALE clg BAL (20Jan16) (AAI)


altri
05292.8 "S": Unid beacon 0658 rough CW Morse (21Jan16) (AAI)
07516.0 ---: Russian Intel, RUS 0721 USB (cf) CIS FTM-4, MFSK-4 150Bd 4000Hz (tones at: -6, -2, +2, +6 KHz) lasting 8s (19Jan16) (AAI)
07683.0 ---: Swiss Diplo, SUI 1050 USB (cf +1500 on USB) PacTOR-II (17Jan16) (AAI)
07687.5 ---: Unid 1445 USB Thales Systeme 3000 robust MFSK-8 (20Jan16) (AAI)
07932.5 ---: Turkish Mil, TUR 0744 (cf) FSK 400Hz/600 KG-84 crypto (20Jan16) (AAI)
08701.0 CTA: NATO Lissabon Monsanto, POR 1604 LSB STANAG-4285 600/L "1604Z//CTA02I/CTA08I/CTA12I//" (20Jan16) (AAI)
09050.0 ---: Unid (prob. Bulgarian Diplo Net) 1212 USB RFSM 300bps Robust Mode LP, lasting 4 mins (19Jan16) (AAI)
09151.0 ---: Unid prob.Swiss Diplo, SUI 1207 USB (cf +1500 on USB) PacTOR-II (19Jan16) (AAI)


I5-56578 Antonio in JN52
Elad FDM-S1, miniwhip

MIL 188-110C App.D: dalla teoria alla pratica


A proposito della puntata su Radiorama relativa allo standard MIL-STD 188-110, questo e' un segnale ascoltato stamani intorno alle 0750 UTC su 13140.0 KHz/USB. Dopo l'analisi, il segnale viene identificato come appartenente a 188-110C Appendix D con modulazioni PSK-8, QAM-12 e QAM-64. La larghezza di banda e' 3 KHz, velocit'a di modulazione 2400 Buad su portante di 1800 Herz.

segmenti QAM-64
segmenti QAM-16
segmenti PSK-8

Il frame e' di 120ms quindi considerando la velocita' di 2400 simboli/secondo impostiamo la semplice proporzieone:
2400:1000=x:120 --> x =288

dalla quale otteniamo 288, che sono i simboli costituenti il frame. Dalla tabella dei framing di MS188-110C App.D ricaviamo facilmente il valore di 288 per le waveform n. 7,8 e 10

256 (unknown symbols, data) + 32 (known symbols, mini-probe) = 288

e quindi  il segnale ascoltato appartiene alla famiglia delle waveforms specificate nell'App.D di MS188-110C. 

lunghezza in millisecondi frame rilevato dal segnale
tabelle Data/mini-probe per i frames di MS188-110C App.D
Nel caso del segmento con modulazione PSK-8, i 32 simboli costituenti ciascun mini-probe sono visibili qui sotto: ovviamente trattandosi di PSK-8 (3 bit per simbolo)  il numero dei bit costituenti la stringa e' di 32 x 3 = 96 bit. Notare il "period" di 864 bit formato dai sopra-accennati 288 simboli (=864/3).