Museo Piana delle Orme - Latina B.go Faiti
7-8-9 febbraio 2020
Le comunicazioni hanno sempre rivestito un interesse altissimo in ambito militare. Quando dalla staffetta a piedi o dal portaordini a cavallo si è passati prima alle comunicazioni telefoniche e successivamente a quelle via radio per fini militari, ebbe inizio presso le grandi potenze, una gara segreta per studiare il modo di ingannare, spiare, degradare, annullare l’operatività degli apparati avversari.
Al tempo del conflitto Russo-Giapponese, il capitano dell’incrociatore russo Ural viene ricordato come il primo che abbia tentato di trasmettere, in codice Morse, sulla stessa frequenza della flotta nipponica per coprire e confondere i messaggi di allarme che questa stava inviando al comando navale dell’ammiraglio Togo durante la battaglia navale di Tsushima. Era il ventisette Maggio 1905.
Durante la guerra Italo Turca del 1911 gli austroungarici intercettavano tutto il traffico radio nel Mediterraneo mediante apposite antenne dislocate in posizioni opportune. Ma fu nel primo conflitto mondiale che si scoprì l’azione "orientatrice" dell’antenna a telaio, nacque così il radiogoniometro che permise di scoprire la direzione di provenienza di una trasmissione e, mediante triangolazione, il luogo geografico esatto della stessa. Con questo mezzo si potevano localizzare le navi in alto mare e predisporre gli opportuni piani di attacco. Da quel momento le comunicazioni radio furono fatte con molta accortezza e cambiando spesso frequenza di trasmissione.
Poi venne il RADAR. Nel 1922 Guglielmo Marconi, in una conferenza tenuta all’ Institute of radio Engineers negli Stati Uniti, formulava concrete previsioni sulla realizzazione di un sistema ausiliario della navigazione marittima basato sull’utilizzo delle radioonde come mezzo per il rilevamento di ostacoli a distanza. Successivamente, lo stesso eseguiva nel 1933, alla presenza di autorità militari italiane, un esperimento teso a dimostrare come il traffico automobilistico fosse in grado di influenzare la ricezione di un fascio di radioonde emesse da un ponte radio tra Roma e Castelgandolfo.
Nonostante ciò nella Seconda Guerra Mondiale l’Italia rimase al palo, mentre Inghilterra e Germania combatterono la battaglia d’Inghilterra anche con lo sviluppo di reti di scoperta e sistemi di navigazione mediante il RADAR e nello stesso tempo producevano contromisure per annullare i vantaggi dell’altro.
Le ricerche sul radar in Italia furono condotte principalmente dalla Marina Militare, con pochi mezzi ( progetto "GUFO"; un solo scienziato lavorava al progetto), molti dubbi, molta burocrazia ed una deludente incompetenza e ostinazione degli ammiragli. Si pensi che i prototipi erano già pronti nel 1936, nello stesso anno l’ing. Del Vecchio progettò un tubo elettronico con funzionamento simile al magnetron di notevole potenza (600 W) , ma … non ci fu il tempo né la voglia di collaudarli. In ogni caso, grazie alla perspicacia del prof. Ugo Tiberio dell’Università di Pisa, si pervenne nei primi mesi del 1940 alla realizzazione di un apparato denominato EC3 ter (migliore dei radar inglesi dell’epoca), non impiegato subito e quindi non in grado di evitare le tragedie di Taranto e di Capo Matapan).
La battaglia d’Inghilterra sappiamo come finì, ma la guerra elettronica, allora ancora agli inizi, ha continuato ad evolversi con soluzioni avveniristiche fino ai giorni nostri dove è diventata un settore essenziale e strategico nella condotta delle operazioni militari.
Alla fine della seconda guerra mondiale la contrapposizione delle due superpotenze America e Russia, già alleate durante la guerra, dettero origine alla Guerra Fredda, così chiamata perché invece delle armi convenzionali fu combattuta mediante sistemi elettronici di intercettazione e di disturbo delle altrui comunicazioni, fino alla messa in opera di satelliti appositi.
Parallelamente si è sviluppata la Crittografia, cioè la codifica dei messaggi che non vengono più inviati in chiaro. Il sistema più famoso è stato la macchina cifratrice tedesca Enigma e i relativi sforzi inglesi fatti da Alan Turing, per la sua decifrazione tramite il primo calcolatore elettromeccanico chiamato La Bomba. Si pensi che nella guerra del Pacifico tra Giapponesi e Americani, questi ultimi utilizzarono come operatori radio dei pellerossa, principalmente Navajo, (chiamati Code Talker) che parlando nel loro dialetto rendevano incomprensibili i messaggi ai nemici.
La mostra si prefigge lo scopo di fare un excursus storico/tecnologico di questi sistemi tramite la presentazione al pubblico di apparati originali, alcuni funzionanti, di convegni e di un mini concorso dedicato agli istituti tecnici che potranno presentare apparati da loro elaborati e/o realizzazioni multimediali a tema.
LA MOSTRA: APPARATI (P d O + PRIVATI) DAGLI ANNI ’20 AD OGGI, CONFERENZE AUDIOVISIVE, PERSONALITA', DIMOSTRAZIONI DI APPARATI FUNZIONANTI.
ESERCITO/MARINA/AERONAUTICA / PRATICA DI MARE: COINVOLGIMENTO, APPARATI, STAND.
SCUOLE: (Marconi, Galilei - Latina) COINVOLGIMENTO ELETTRONICO/ INFORMATICO/STORICO CON PREMIAZIONE DEL MIGLIOR LAVORO FATTO.
FUCCI CON ENIGMA: LA CRITTOGRAFIA. ALAN TURING e la “BOMBA” PRIMO CALCOLATORE ELETTROMECCANICO. BLETCHLEY PARK.
IL RADAR. MARCONI. WWII: UGO TIBERIO, INGLESI, TEDESCHI, AMERICANI, GIAPPONESI.
- LA GUERRA FREDDA. DUGA 3.
- INTERCETTAZIONI RADIO, TELEFONICHE: ECHELON.
- CONTROMISURE RADIO/ELETTRONICHE.
- DITTE MILITARI ITALIANE: SELENIA, VITROSELENIA, CONTRAVES, ALENIA, SELEX, LITTON, ELETTRONICA SPA. ROMA ZONA TIBURTINA: “LA SILICON VALLEY ITALIANA” DEGLI ANNI 80,
- UNA ECCELLENZA ITALIANA: TELESPAZIO (FUCINO).
- I SATELLITI SPIA. CONTROLLO DELLE NAZIONI CANAGLIA ( LIBIA, IRAQ, IRAN, COREA DEL NORD).
- OPTSAT-3000, IL SATELLITE SPIA ITALIANO.
PICCOLO MERCATINO LIBRI E SURPLUS MILITARE.