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Il
mio recentissimo lavoro, che mi accingo a descrivere in questo articolo
afferente il G4/209 antico e
pregiato Radioricevitore Radiantistico
GELOSO, da molti definito forse il
miglior ricevitore realizzato dalla nota Casa e sicuramente quello che ha
riscosso il maggior successo di vendite, per l'argomento trattato (product detector) è destinato a tutti
radioamatori in quanto tali, ma, ciò nonostante credo che esso, pur destando
comunque l'interesse di molti, vedrà la gran parte delle "nuove leve"
saltare a piè pari le pagine, interessati eventualmente più alla pubblicità di
nuove apparecchiature.
Pertanto, ancor prima di passare all'argomento da trattare, ritengo
opportuno esprimere un parere, assolutamente personale, condivisibile o meno,
su come vedo io (e non solo io) la situazione attuale del radiantismo in Italia
e quale possa essere il suo futuro.
PREMESSA
Dal
mio personale osservatorio, i Radioamatori Italiani andrebbero distinti in
Quattro Categorie:
1)
RADIANTI: il termine deriva da
"Radiantismo" e con tale appellativo venivano elegantemente chiamati
e conosciuti i pionieri del Radiantismo negli anni ’40 – ’50, anche sui
Bollettini Tecnici Geloso.
I Radianti, in tempi
in cui era scarso il danaro da destinare a un hobby costoso e soprattutto
perché l'industria non aveva ancora iniziato una grande produzione e
distribuzione di componenti, non disdegnavano di costruirsi i condensatori a
carta, assemblati in tubetti in vetro dell'aspirina con carta argentata dei
cioccolatini e carta oleata, né di realizzare i condensatori variabili con
lamierini di recupero e barre in ottone, né di altri componenti, e montando le
apparecchiature su tavole di legno stagionato. A tutto questo si aggiungeva per
fortuna la componentistica recuperata da
apparecchiature militari della 2^ guerra mondiale.
Infine la Ditta
Geloso, per chi aveva qualche soldino molto sudato da spendere, forniva tutto
il materiale in catalogo in singoli pezzi.
Quindi Onore e grande
stima ai Radianti, ormai ottantenni o novantenni.
Grande Onore, inoltre, ai Radianti SK che
non ci sono più.
2)
RADIOAMATORI-AUTOCOSTRUTTORI: prevalentemente
sperimentatori, che conoscono abbastanza bene i circuiti elettrici, sanno
leggere gli schemi e sanno cogliere le finezze circuitali di un
ricetrasmettitore.
3)
RADIOAMATORI: prevalentemente dediti alla esplorazione
dell’etere, buoni conoscitori della propagazione ed esperti nei collegamenti
radiantistici, ed infine buoni conoscitori della telegrafia (indispensabile la
conoscenza per i collegamenti difficili).
4)
RADIOCITOFONISTI: la gran parte di
coloro dotati di concessione all'esercizio di stazione di radioamatore, che
aborriscono l'autocostruzione, preoccupati solo di possedere l'ultimo ricetrans
alla moda per fare QSO col collega del palazzo di fronte, magari con il
lineare! Questo articolo non è diretto a loro, ed anzi sono convinto che non
sono nemmeno interessati all'argomento.
Infine, devo stigmatizzare il comportamento
di taluni autori, che su alcune riviste recensiscono apparecchiature
professionali del recente passato, soprattutto a valvole, magari surplus o
vintage, trattandole con sufficienza nelle descrizioni, liquidandole come
obsolete, come se la radiofrequenza che scaturisce da una valvola fosse
diversa, o peggio figlia di un dio minore, rispetto al transistor, e per questo
motivo impedisce o inibisce i collegamenti. A costoro, dotati di scarso se non nullo
spirito radiantistico, vorrei rammentare che gli apparati sopra menzionati hanno una storia
alle spalle, hanno un presente, come il descritto Geloso G4/209, e avranno ancora un futuro, perché costruiti in modo
professionale, soprattutto sono recuperabili, progettati e realizzati da
aziende create da Radioamatori per i Radioamatori, e non da multinazionali il
cui fine principale è il lucro e non le esigenze dei destinatari finali dei
loro prodotti. In altri termini, nel radiantismo come nella
vita, l'abbandono o la negazione dei valori passati che ci hanno formato, non
portano da nessuna parte. Per tali motivi, ritengo che gli apparati
definiti "tecnologicamente avanzati" hanno una loro scadenza,
determinata a priori dalle ditte costruttrici ma taciuta agli acquirenti (come
tutti i prodotti alimentari), non hanno soprattutto una storia alle spalle,
hanno, forse, un presente per gli sprovveduti, e il loro futuro sarà la
definitiva fine in una discarica.
TEORIA
(Accenni)
Fig.1 – Schema G4/209
Dopo la doverosa
(almeno per me) premessa, iniziamo con un poco di teoria sul Ricevitore
Radiantistico Geloso G4/209 (Fig.1 –
Schema G4/209) recensito sul n° 69-70
del Bollettino Tecnico Geloso dell’inverno 1958 (Inviato
gratuitamente per tempo indefinito a chi, all’epoca, ne faceva richiesta, con
un versamento di sole 25 lire una tantum).
Il Ricevitore,
costruito con tubi elettronici, è un apparecchio a doppia conversione con una
prima Frequenza Intermedia a 4,6 Mc ed una seconda a 467Kc.
E’ provvisto di un
gruppo di Alta Frequenza, in un singola unità, con Stadio Preselettore di AF,
uno stadio Oscillatore, uno stadio Miscelatore.
Allo stadio di
Frequenza Intermedia di 467Kc segue lo stadio di Rivelazione AM, lo stadio di
Rivelazione per CW e SSB con BFO e Rivelatore a Prodotto, e infine lo stadio
finale di BF. La
selezione per la USB e per la LSB avviene sulla prima conversione di
Frequenza Intermedia a mezzo di un oscillatore provvisto di due quarzi, uno a
4.133 Mc ed un altro a 5.067 Mc.Il grado di
selettività con cristallo di quarzo a
467Kc. è includibile e variabile.Già all’epoca la
sensibilità era di tutto rispetto, 1mV per 1 W di bassa
frequenza. La deriva termica di
frequenza si stabilizza dopo circa 15 minuti dalla accensione.
DIFETTO (?)
Tale apparecchio, eccellente per progetto
circuitale e costruzione, pur provvisto di rivelatore a prodotto aveva ed ha
(per coloro che ancora lo possiedono gelosamente) un grosso problema sin
dall’avvento massiccio della trasmissione in banda laterale.
In effetti, per
demodulare la SSB si deve agire permanentemente, per ogni singola ricezione di
stazione, sul comando manuale di guadagno, desensibilizzando l’apparato, e sul
comando di volume per incrementarlo, per rendere comprensibile l'audio di un
QSO. Tale problema è rimasto irrisolto anche sul ricevitore radiantistico
successivo G4/214.
Proprio non riuscivo
a capacitarmi perché un ricevitore di tale fattura, peraltro dotato di
rivelatore a prodotto per SSB (persino un "mostro" della Collins,
tale R390A/URR, ne è privo) necessitava di continui aggiustamenti del comando
RF Gain per ascoltare decentemente le emissioni SSB.
Al riguardo, mi sono
formato un mio personale convincimento: Forse ai tecnici della Geloso
interessava solo la ricezione in CW e AM, dal momento che l'utilizzo della
banda laterale era solo agli inizi e veniva considerata di nicchia, senza
ulteriori sviluppi.
Verosimilmente doveva
essere questo il motivo dei tecnici, che intanto avevano progettato e
realizzato un ottimo quanto efficace "Rivelatore a Prodotto".
D’altra parte,
all'epoca molti apparati professionali, altamente blasonati (Collins, Siemens,
Telefunken, Hallicrafters, ecc.), si dovevano manipolare allo stesso modo,
perché sprovvisti di un Rivelatore a Prodotto, in quanto, in campo
professionale, prevalendo il traffico in AM e CW, l'attività in banda laterale
era ritenuta assolutamente marginale. Nei
ricevitori Geloso, invece, secondo il mio parere, il problema è dovuto alla
eccessiva iniezione di segnale proveniente dalla frequenza intermedia sulla
griglia della convertitrice 6BE6 impiegata nel rivelatore a prodotto con
saturazione della stessa, o ad una insufficiente iniezione del BFO sulla
griglia controllo della stessa valvola (Schema
1a/209 – Schema 2b/214). Allora, per
bilanciare i due segnali nella convertitrice, si deve giocoforza
desensibilizzare l’amplificazione dei segnali di Frequenza Intermedia con il
controllo manuale del guadagno del ricevitore.
SOLUZIONE
Schema 1a/209
Schema
2b/ 214
Osservando bene lo
schema allegato (Schema 1a/209)
della parte rivelatrice si può notare che un DIODO della 6T8, utilizzato per la
rivelazione AM, viene anche utilizzato, a mezzo condensatore a pasticca di
piccolissima capacità (forse per ridurre la entità della iniezione), per la
iniezione su una delle griglie del rivelatore a prodotto 6BE6.
Per ridurre
ulteriormente il livello di iniezione, la griglia interessata viene polarizzata
con una resistenza di 47Kohm, valore che ritengo un pochino basso in quanto
tale griglia viene eccitata in Alta Frequenza con resistenza di polarizzazione
a valore ben più alto (1 Mohm).
Allora mi sono
grattato la pera e mi sono detto perché
mai un apparecchio di tal pregevole fattura doveva funzionare in maniera
così maldestra in banda laterale ?
Mi si è accesa la
lampadina e mi sembra di aver trovato la soluzione, se vogliamo definirla così,
molto semplice nella sua banalità.
Si badi bene, quella
che è una manovra assolutamente normale per un apparecchio degli anni '50, cioè
ridurre il CAV per demodulare la SSB, io l'ho definita "difetto" che
in realtà non è tale, ma la soluzione trovata supera anche questo problema:
provare per credere!
Mi sono occorsi solo 4 componenti per risolvere il grosso
problema:
- Diodo al Germanio
AA117 o equivalente.
- Condensatore a
pasticca da 10 pF.
- Trimmer resistivo
da 100 Kohm.
- Colonnina metallica
della lunghezza di 2 cm.
Ho quindi eliminato sia la capacità di 4,7
pF dall’anodo della 6T8 rivelatrice, sia la resistenza da 47 Kohm dalla griglia
della 6BE6, lasciando in pace, secondo schema Geloso, la iniezione del BFO
sull’altra griglia (griglia controllo) della 6BE6.
Un piccolo circuitino stampato fissato con
una colonnina da 2 cm. ed il gioco è fatto.
Infatti, il diodo al germanio viene
collegato con il positivo al terminale di Frequenza Intermedia che va all’anodo
rivelatore AM della 6T8, sì da rivelare a parte e singolarmente un secondo
segnale dalla FI.
Il negativo del diodo va al condensatore a
pasticca da 10 pF che a sua volta va al centrale del trimmer potenziometrico in
modo da ottimizzare la iniezione sulla griglia della 6BE6 che rimane
stabilmente polarizzata verso massa con il valore di 100 Kohm (Schema
1b-2b e 1b-2b c.s.).
Schema 1b-2b
1b-2b c.s
In tale maniera dalla ultima FI vengono
separate e rese indipendenti sia la rivelazione AM si la rivelazione per la
SSB. Esaminando con attenzione gli schemi
elettrici allegati e le fotografie (Fig.1a,
Fig.1b, Fig.3) diventa oltremodo semplice tale modifica, peraltro,
perfettamente reversibile nel caso l’apparato lo si voglia riportarlo
all’originale per il collezionista.
Fig. 1 a
Fig. 1b
Fig. 3
Fig. 2
La foto di Fig.2 indica il punto ove forare il telaio per posizionare la
colonnina di ancoraggio della basetta stampata. Con tale modifica,
assolutamente non devastante, la ricezione in banda laterale diventa
notevolmente piacevole senza la necessità di desensibilizzare la ricezione dei
segnali, tenendo sempre al massimo il comando RF Gain. A questo punto lascio ai RADIANTI, a cui
dedico questo mio lavoro, e ai RADIOAMATORI-AUTOCOSTRUTTORI la verifica
sperimentale di questa mia soluzione, che ritengo definitiva sul mio apparato
regalatomi a suo tempo da I1SMH - Mario (RADIANTE che non c’è più). Nel momento che si decida di rendere
operativo il ricevitore G.209 è ovviamente consigliabile e prudente sostituire
tutti i condensatori a carta (certamente in perdita dopo tanti anni) con i più
recenti e duraturi condensatori in poliestere (preferibilmente con i reofori
assiali), e i pochi condensatori elettrolitici.
Fig. 5
La foto di Fig.5 lascia intravedere i
condensatori sostituiti.
Fig. 4
Nel mio apparato ho
dovuto sostituire (perché difettosi) il ponte di alimentazione anodica e il
diodo di alimentazione negativi (ambedue al selenio) con diodi al silicio
1N4007 (Fig.4). Confesso che disponevo di un ponte al
selenio uguale a quello originale, ma ho preferito affidare la longevità del
ricevitore a componenti più recenti e più affidabili, dal momento che lo uso
accoppiato al trasmettitore G4/223 per qualche QSO in AM. E’ altresì ovvio che
i puristi-collezionisti che preferiscono non rendere operativo il ricevitore,
possono benissimo lasciarlo con i componenti originali, ma nel contempo
sconsiglio loro di mandarli sotto tensione ad evitare qualche danno irreversibile.
Prima di chiudere un doveroso ringraziamento
all'amico e collega IK8ESU Domenico, per l'assistenza prestatami e la pazienza
avuta nello scollegare tutti i componenti ormai difettosi e nel saldare al loro
posto, senza nessun errore, tutti i nuovi componenti per ridare nuova vita al G4/209. Nello scusarmi di questa lunga
prolusione, e nella speranza di non avere annoiato con eccessivi consigli i
lettori, auguro agli appassionati di Apparati Radiantistici Antichi (da non
definirli, per carità, vecchi) un buon lavoro.
Resto a disposizione
per eventuali chiarimenti.
Dicembre 2014
73
Giuseppe