Tutto nasce da una visita fatta a Flavio Falcinelli che mi
mostra due LNB PLL NORSAT semiprofessionali con frequenza di riferimento
esterna per un eventuale uso come interferometro .
Nella Radioastronomia Amatoriale , lo scopo può essere
quello di aumentare con due antenne separate da una certa distanza , il potere
di risoluzione del radiotelescopio amatoriale .
Per esperienze precedenti sapevo che anche usando la stessa
frequenza di riferimento la stabilità di
fase dei due oscillatori , nella pratica non era garantita . Le misure
confermano la tesi e sono state pubblicate per esteso in tre puntate sul blog
dell’ associazione AIR : http://air-radiorama.blogspot.it/
assieme ai principi di base e corredati di filmati pratici di dimostrazione
Al di la dello sfatare un principio sul possibile
accoppiamento degli LNB PLL ritengo utile
richiamare il principio secondo cui l’andamento della fase relativa dei due
oscillatori è stato ricavato sommando il segnale che fuoriesce dalla bocca di
ingresso degli LNB ( evitando di doverli “cannibalizzare” ) e mandandoli ad un
analizzatore di spettro .
A livello amatoriale è possibile riprodurre l’esperienza
senza analizzatore di spettro , facendo vedere le due bocche di ingresso degli
LNB PLL ad un terzo LNB che viene usato come convertitore e poi mandato ad una
chiavetta USB RTL .
Prendendo spunto da queste esperienza si è deciso di
valutare altre strade che garantiscano la stabilità di fase in modo “fisico” e
soprattutto con l’uso di LNB PLL che sono disponibili ora sul mercato
commerciale a cifre inferiori ai 20 Eu .
Di seguito lo schema a blocchi tipico di un normale LNB
Universale con illuminatore integrato .
Nel caso di LNB PLL commerciali a basso prezzo , gli OL sono
agganciati ad un quarzo contenuto all’interno .
La scelta , suggerita da Andrea Dell’Immagine, è caduta su
un prodotto della OCTAGON
Modello : OSLO
Frequenze : 10.70-12.75 GHz
OL : 9.75 – 10.6 GHz
Figura di rumore :0.1 dB
Guadagno : 60-65dB
Per prima cosa è stato aperto per verificare lo “schema
interno” che è stato facilmente “decodificabile” come da figura
Il materiale e' reperibile su Internet dalla ditta Campanasat a prezzi inferiori ai 20 Eu.
Il materiale e' reperibile su Internet dalla ditta Campanasat a prezzi inferiori ai 20 Eu.
Lo schema a blocchi è quindi stato modificato come da figura
seguente .
Il fatto di avere in oscillatore e convertitore integrato in
un unico chip , ha fatto subito cadere ogni possibilità di pensare ad una
soluzione con un unico OL che alimentasse i due LNB o una soluzione di “lock
in” ( aggancio per iniezione ) ad un unico oscillatore locale di due
oscillatori liberi .
Lo schema semplificato di questo LNB può essere visualizzato
nella figura seguente
Prima di proseguire, vorrei sottolineare come una
configurazione del genere , ben si presta per la realizzazione di un radiometro
di Dicke . Sostituendo ad un lanciatore di una polarizzazione una resistenza da
50 Ohm ed andando a commutare la tensione di alimentazione tra 13 e 18 V si
otterrà la commutazione tra un
amplificatore su un carico e su un amplificatore alimentato dall’ illuminatore
.
Riornando invece all’ interferometro .
Dal confronto dello schema a blocchi con la foto del reale
circuito , l’idea di “cannibalizzare” tre LNB per ottenere una soluzione al di
sopra di ogni sospetto prende facilmente forma ed è illustrata nella figura seguente :
Si tratta di ridurre due LNB a due amplificatori con uscita
con connettore SMA trasformandoli in due
LNA ( cosa già sperimentata in passato su altri LNB ) .
Il terzo LNB verrà modificato sostituendo ai due lanciatori
in guida d’onda circolare degli ingressi con connettori SMA da collegare ai due LNA
all’interno della parabole costituenti l’ interferometro tramite due cavi uguali intestati SMA( i due
amplificatori usati originariamente separatamente per le polarizzazioni H &
V verranno alimentati contemporaneamente) .
Con le distanze in gioco le perdite di un cavo in Teflon
RG303 è dell’ordine dei 5-10 dB .
Considerando le amplificazioni in gioco della configurazione proposta potrebbe
addirittura darsi che si debba diminuire il guadagno del sistema bypassando
qualche stadio .
Questa l’idea , che per portare ad una realizzazione
definitiva richiederà un po’ di pazienza
ed esperimenti .
Un interferometro amatoriale in banda Ku del 2006 .
Già a quei tempi , il mago della microonde Goliardo Tomassetti costruì un interferometro in Banda Ku sia a somma che a prodotto ,
con la tecnica del “lock-in”.
Suggerisco di rileggere quanto pubblicato
all’indirizzo :
Di seguito comunque le immagini e figure pratiche più
rilevanti :
Vorrei anche segnalare una strada completamente diversa
seguita dal MIT .
Usando terne di LNB integrati NON PLL
della SHARP e analizzando le frequenze a fasi dei battimenti ottenuti
analizzate da una scheda video con interfaccia USB ed una motorizzazione
di scansione hanno ottenuto risultati
eccellenti , quali le “immagini” radio di Sole a Luna con parabole ridotte .
Si è qui delegato quindi il compito “duro” al Software
anziché all’ Hardware .
Tutto il materiale è descritto di didatticamente in modo che
dire eccellente è poco , sia dal punto
di vista matematico sia dal punto di vista pratico e lo suggerisco perché credo che sia
veramente una miniera guida per l’astronomia
radioamatoriale . D’altronde viene usato per le esercitazioni pratiche sull’
argomento da parte degli studenti .
Questo il collegamento al materiale : http://www.haystack.mit.edu/edu/undergrad/VSRT/VSRT_Memos/memoindex.html
In tema di semplice Radioastronomia radioamatoriale a basso
costo , vorrei segnalare il lavoro svolto in collaborazione con Fabrizio
Francione con diverse stazioni remote
autogestite ( al momento sei ) che pubblicano e raccolgono in tempo reale dati
“elettromagnetici di vario tipo “ al momento dalla “pseudocontinua “ fino a 150
MHz.
Tra i collaboratori ci sono Flavio Falcinelli e Orlando
Vainer.
Nata inizialmente
come osservatorio dei fenomeni SID ( Sudden Inospheric Disturbances ) il
tutto si è via via arricchito di giocattoli vari in tempo reale , come
l’osservazione degli echi del Radar di Graves , l’analisi della propagazione in
HF tramite le ionosonde e tanto altro ed ancora sta sviluppando ulteriori temi
:
Nel campo della radioastronomia “facile per tutti “ ci sono
due stazioni per il monitoraggio dei segmenti 20-30 MHz ed una della rete e-Callisto per la gamma
45-85 MHz .
Con semplicissime antenne sono state collezionati i radio
burst di numerose eruzioni solari .
Le stesse esperienze di ricezione possono essere riprodotte
con una chiavetta USB RTL ed un dipolo , a patto di lavorare il località poco
inquinate elettromagneticamente .
Può essere una facile
chiave di entrata per invogliare chi voglia partire da zero con mezzi
minimali .
La stazione di Forno di Coazze opera con semplice dipolo
passivo in mezzo ad un bosco .
Eppure ha ricevuto moltissimi eclatanti eventi come dai
seguenti collegamenti :
Di seguito una carrellata di radio burst solari ricevuti nei
vari segmenti di frequenza esplorati dalle stazioni
di Forno e Pasturana
Si seguito la mappa di classificazione dei burst solari dalla quale non vi sara' difficile riconoscere il tipo di quelli visualizzati
Claudio Re – reclaudio@alma.it
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