mercoledì 8 marzo 2017

La lingua della radio in onda e in rete

Suggerito da Andrea Borgnino

Oggi la radio ha trovato un nuovo spazio nella vita delle persone: la ascoltiamo mentre siamo in macchina, mentre facciamo sport o cuciniamo, in cuffia mentre siamo in metrò. E, mentre ascoltiamo gli speaker o una canzone, chattiamo su Whatsapp, apriamo Facebook, postiamo un’immagine su Instagram, consultiamo il meteo. Sono cambiati, dunque, i contesti d’uso, i mezzi, le tecnologie, che la radio ha assorbito e fatto proprie per entrare in contatto con i propri ascoltatori – dall’account Twitter, Facebook, Instagram, Telegram, Whatsapp al proprio canale You Tube. Anche la radio, dunque, è diventata social, e gli ascoltatori networked listeners, ‘ascoltatori connessi’. E “connessi” significa anche ‘rumorosi’, perché anch’essi diventano fonte, moltiplicatori di contenuti: testi, immagini e video che inviano alla radio o pubblicano direttamente sui loro profili social. Insomma, il confine tra chi parla e chi ascolta oggi non è mai stato così labile. Per questo ha senso studiare non più soltanto come parla la radio e come si rivolge al proprio pubblico, ma anche come parla il pubblico alla radio: perché significa studiare la società contemporanea.

Attraverso lo studio di chi parla e di chi ascolta riscopriamo la centralità della radio nella quotidianità e la sua capacità di influenzare i modi di comunicare, di informarsi, di divertirsi, di pensare, e di parlare. Il volume, introdotto dalla prefazione di Tiziano Bonini, offre un quadro sintetico della radio contemporanea in Italia, ormai ibridata con la rete. Non solo la radio è «il primo social network del Novecento», ma emittenti e programmi integrano la propria comunicazione in onda e nelle reti sociali (social radio) ed è necessario quindi studiarla congiuntamente nelle due declinazioni. Nel testo si analizza la lingua dei programmi radiofonici più seguiti e delle pagine dei programmi radio più coinvolgenti su Facebook, con particolare attenzione all’interazione del pubblico. Mentre il telefono aveva sancito per gli ascoltatori della radio il diritto di parola, le reti sociali realizzano il “diritto di scrittura” per tutti.

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono aperti a tutti e sono soggetti insindacabilmente a moderazione.
NON SARANNO PUBBLICATI COMMENTI SE PRIVI DI NOME E COGNOME ED EMAIL.
IL SOLO NOMINATIVO RADIOAMATORIALE NON SOSTITUISCE IL NOME E COGNOME RICHIESTO.
Grazie.

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.