ASSOCIAZIONE
ITALIANA RADIOASCOLTO
il vincitore…………….
Renato Romero
E’ nato nel 1965. Radioamatore con il
nominativo IK1QFK è appassionato di VLF da sempre: è l’autore del sito www.vlf.it
, del
libro Radio Natura e di varie pubblicazioni sull’argomento. Per lavoro si
occupa di strumenti di misura per grandezze elettriche, radiofrequenza e
compatibilità elettromagnetica.
Alla fine degli anni ‘70, il passatempo di
metà degli adolescenti era smontare e rimontare il motorino. L’altra metà, a
cui dava fastidio avere mani unte e unghie annerite dal grasso, giocava con lo
stereo o con le radio. La carriera di questi ultimi, i “radiofili”, aveva delle
tappe ben definite e condivise dai più: si partiva in genere dal radioascolto,
poi si iniziava a trasmettere con il CB, ci si impratichiva con il DX da pirata
come “Radioamatori della 27”, praticato
con apparati assurdi al limite del codice penale; poi spinti dai sensi di colpa e dalla paura
dell’Escopost ci si iscriveva alla più vicina sezione ARI, si prendeva la
patente speciale. Se si era impavidi si tentava anche l’esame di telegrafia e
se l’esito era positivo ci si poteva fregiare della definizione di
“Radioamatori con l’ordinaria”, un titolo che nell’ambiente intimoriva solo a
sentirlo pronunciare. Oggi questa carica ha perso molto del suo carisma, ma
allora, quando il massimo della tecnologia per la gente comune era avere
l’antenna per la TV Svizzera, i radioamatori erano una categoria rispettata e
circondata da un alone di fascino e quasi di mistero: “chissà che cosa prende
quello lì con quelle antenne!!!”. L’idea di rete e di home computer come li
conosciamo oggi era lontana a venire ed i social network non esistevano ancora.
In mancanza dei blog e di Facebook ci si conosceva alle cene
sociali: ad ogni “grado di consapevolezza” superiore conquistato (da SWL a CB a
CB DXer…) si spettegolava su quello precedente, in cui si era operato fino al
giorno prima: ognuno aveva la sua posizione, di cui ovviamente andava fiero.
Renato non sfugge a questo percorso e
consegue 25enne nel 1990 la patente di Radioamatore con il nominativo IK1QFK,
ma una volta arrivato al traguardo finale qualcosa non funziona e finisce ben
presto fuori strada ad occuparsi di altro. Tramite gli articoli di un certo
Flavio Gori dalle pagine di una rivista quasi sconosciuta ai radioamatori
(Radiorama) viene infatti a conoscenza delle attività di ricerca della NASA
sulle VLF con un progetto educational denominato INSPIRE. L’idea di usare la
radio per ricevere segnali di origine naturale o trasmissioni sperimentali
anziché la voce di altri operatori lo affascina fin da subito: il microfono
finisce presto appeso al chiodo, la licenza chiusa in una busta, ed il
ricevitore INSPIRE RS-4 per le VLF prende il posto dello YAESU FT-757
acquistato poco prima per fare attività sulle onde corte.
Il decennio che segue ne vede la partecipazione
attiva a tutte le campagne di ricezione INSPIRE, sia quelle relative agli
ascolti congiunti di Radio natura, sia per le sessioni di ricezione dei segnali
trasmessi dalla stazione Russa MIR e dalle varie missioni Shuttle. Avvia anche
il primo progetto di monitoraggio continuo delle VLF, denominato OPERA,
eseguito con una stazione automatizzata artigianale con tanto di “piastra a
cassette” sottratta all’impianto stereo di casa e timer da caldaia. Lo studio,
poi pubblicato anche sull’Inspire Journal, dura un anno: comprende oltre 700
sessioni di ascolto, una ogni 12 ore, e una montagna di cassette C60 sbobinate
individualmente. Ogni sessione veniva riversata e poi analizzata con un PC
Apple Macintosh: l’unica macchina che in quel periodo fosse in grado di
ottenere spettrogrammi, con il software SoundEdit. Il tutto doveva però
avvenire a tranches di 10 minuti per volta, visto che l’HD del calcolatore era
di soli 80 MB e si riempiva subito! E’ una esperienza che vista oggi, nell’era
dell’informatica, fa sorridere; ma i risultati allora ottenuti sulla
distribuzione statistica dei segnali radio di origine naturale come i whistler
sono sorprendentemente sovrapponibili a quelli attuali, ottenuti con le
stazioni automatizzate: i mezzi erano poveri ma la strada era quella giusta.
Lo stesso periodo lo vede attivo con la
pubblicazione di vari articoli divulgativi sulle VLF, su Radio Natura e le onde
lunghe. In tutto una trentina di pubblicazioni su varie riviste e bollettini:
INSPIRE Journal, RADIORIVISTA, Radioonde, RadioKitElettronica. Inizia anche una
intensa collaborazione con il Prof.
Mognaschi, dell’Università di Pavia, con il quale vengono condivise
amicizia, esperienze e progetti. Sono gli anni in cui le voci relative ai
precursori radio sismici si moltiplicano incontrollate ed una banda poco
conosciuta come le VLF diventa il candidato ideale per speculazioni, poiché
ogni affermazione su questo tipo di segnale è difficile da verificare: non
esistono infatti in commercio ricevitori per questa banda e i pochi che vi
operano lo fanno con apparecchiature autocostruite. E proprio a questo
proposito, oltre alle nozioni teoriche e pratiche, Mognaschi lascia una esempio di stile, insegnando da una parte il
dovere di condividere con generosità quelle che sono le proprie esperienze ma
dall’altra la necessità di rigore ed onestà intellettuale, con il rifiuto di
far quadrare a mano i conti, aimé, Italico vizio. Metodo scientifico, alla
ricerca ed in difesa della verità anche se questa non rende popolari: saranno
queste le basi morali di “OpenLab” che andrà a nascere di lì a poco. Ed è di
quegli anni anche l’adesione al CICAP
(Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle
Pseudoscienze) ed al LWCA (Long Wave Club of America).
Il ritorno di tutti quegli scritti non tarda
a farsi sentire: alla fine degli anni ’90 sono oramai molti quelli che cercano
di prendere contatto con l’autore, diventato suo malgrado un riferimento
sull’argomento. I più per chiedere
informazioni su come ricevere le VLF: le domande alla fine sono poi sempre le
stesse, che cosa si riceve a frequenze così basse, che ricevitori usare…
Diviene sempre più evidente la necessità di un’area di raccolta delle
informazioni sull’argomento, che sia però sempre disponibile, e non a scadenza
come una rivista. Internet entra oramai in molte case e la decisione cade
sull’apertura di un portale web: nasce nel 1999 “Radio Waves Below 22 kHz”
ovvero www.vlf.it . L’idea alla base di tutto si chiama
“OpenLab”, ovvero un’area di condivisione di esperienze e tecniche di ricezione
in banda VLF. Il sito, in lingua inglese, accetta lavori biografici
sull’argomento, a condizione che siano ben documentati e riproducibili, e
conformi alle leggi della fisica conosciute. Per questa ultima condizione
diversi lavori vengono rifiutati e qualcuno si arrabbia anche. L’originalità
dell’idea risiede anche nel fatto che il sito non acquisisce i diritti di
autore sui lavori pubblicati, come succede ad esempio con una rivista, ma
questi rimangono di proprietà dell’autore che è quindi libero di usarli anche
in altre forme. Il ritorno in termini di adesioni sorprende l’autore stesso:
nel giro di pochi anni www.vlf.it diventa uno dei portali più conosciuti
sull’argomento ed ospita tra i suoi collaboratori molti ricercatori
professionisti. La filosofia OpenLab funziona, ed il sito oltre a diventare una
specie di biblioteca comunitaria sull’argomento, serve anche a mettere in
collegamento tra loro gli appassionati di onde lunghe.
Parte in quel periodo anche il monitoraggio
continuo delle emissioni radio di origine naturale: dalla sua abitazione di
Cumiana (TO) un ricevitore di campo elettrico ed uno di campo magnetico
posizionati in aperta campagna, iniziano a fornire i loro dati, questa volta ad
un PC che ne registra gli spettrogrammi, 24 ore su 24. Da allora, siamo nel
2000, l’acquisizione non è più stata interrotta. La prima postazione si serviva
di diversi software: uno per filtrare i segnali, un per fare gli spettrogrammi
ed uno per salvarli. Ma poi arriva un radioamatore tedesco, Wolfgang Buscher che aderisce ad
Openlab: Wolf ha creato da poco un software che integra tutte le funzioni,
creando degli archivi indicizzati, sia degli spettrogrammi che dei file wave
sorgenti: SpectrumLab. E’ il software ideale: nasce una intensa collaborazione
e Renato diventa uno dei debugger di questo programma. E fin da subito i dati
che escono da questi monitoraggi sono imbarazzanti, soprattutto in proposito
dei presunti precursori radio sismici che vari radioamatori dichiarano di
ricevere un po’ ovunque: a parte le trasmissioni dirette ai sommergibili ed
alle risonanze di schumann regolarmente ricevute il monitoraggio sistematico di
queste frequenze sembra smentire gli ascolti sporadici che indicano presenze di
fortissimi segnali in occasione di terremoti.
Nel 2005, a sei anni dalla sua apertura, il
sito contiene una miniera di informazioni, provenienti da autori dei cinque
continenti: una raccolta unica nel suo genere, visitata ogni giorno da
centinaia di appassionati di tutto il mondo. Nonostante questo sono però in
molti coloro che continuano a rivolgersi all’autore chiedendo come iniziare, ed
hanno ragione: OpenLab contiene moltissimi dati ma sono collaborazioni
individuali, ognuna su un argomento a sé. La struttura è cioè quella che i
programmatori informatici definiscono “spaghetti like”, ricca ma disarticolata:
manca un progetto organico. L’autore decide allora di dedicarsi ad una delle
fatiche più grandi da lui affrontate fino ad allora: scrivere un libro.
Un’opera che però che non sia una raccolta degli articoli del sito, ma un
lavoro a sé, e così avviene: l’autore immagina di avere di fronte a sé una
persona che non sa nulla di VLF e di spiegargli tutto, partendo dalle basi. E
nel 2006, edito da SANDIT esce RADIO
NATURA, una guida alla ricezione ed allo studio dei segnali radio di
origine naturale. La revisione viene curata da Jader Monari, ora direttore dell’Osservatorio Radioastronomico di
Medicina, e da Ezio Mognaschi in
quella che purtroppo sarà una delle sue ultime fatiche, prima di lasciarci. Il
libro, unico nel suo genere, riceve molti apprezzamenti e due anni dopo, l’RSGB
(l’ARI Inglese) ne acquisisce i diritti per l’estero: esce nel 2008 la versione
inglese.
L’ADSL si diffonde intanto in modo capillare
anche nel nostro paese, e l’opportunità viene subito raccolta dall’osservatorio
di Cumiana che mette i suoi dati on line in tempo reale, assieme allo stream
audio dei segnali ricevuti in diretta dalla postazione. Renato decide che l’opportunità va
adeguatamente sfruttata: è ora di iniziare a monitorare sistematicamente la
banda con una rete di osservatori, collegati tra loro. In poco tempo viene
stabilito un protocollo per quella che di lì a poco diventa la rete “VLF
OPENLAB OBSERVATORIES”. Il CSP (centro di ricerca che fa capo alla Regione
Piemonte) è il primo ad aderire al progetto con un osservatorio situato nel
parco del Gran Paradiso a 2300 metri di quota che vede la sua attivazione nel
2007, anch’esso con spettrogrammi e stream audio in diretta. Negli anni a
seguire andranno ad aggiungersi altre postazioni: due in Romagna, esercite da
Federico Scremin, uno dei collaboratori più attivi, una presso l’istituto di
Radioastronomia di Medicina di Bologna, ed una sulle pendici del vulcano ETNA
presso l’ENTE parco.
Nel 2012 avviene un altro salto tecnologico,
quasi invisibile ma importantissimo: Wolfgan
Buscher e Paul Nicholson
implementano su SpectrumLab la possibilità di “marcare” i segnali registrati
con un segnale GPS. Questo consente, usando lo stesso principio del GPS che
abbiamo sull’automobile, di localizzare l’esatto punto di origine di un
segnale, a patto che sia ricevuto da almeno tre postazioni, e Cumiana è una
delle prime postazioni ad attivare la funzione. Il sistema, oltre a localizzare
il punto di origine di un segnale, smaschera in breve alcune emissioni RTTY in
VLF che risultano così provenire non da un punto fisso: il raccordo dei punti
di trasmissione descrive infatti un cerchio di centinaia di km. Si tratta del
progetto TACAMO, documentato su Wikipedia e di cui si è detto di tutto, anche
che non fosse mai esistito. Ma non è tutto: avere stazioni di ricezioni
sincronizzate consente anche di avviare alcune ricerche sulla possibile
emissione in banda VLF di segnali in concomitanza di eventi meteorici, di
eventi ionosferici come gli Sprite e di eventi geologici come i terremoti. Se
qualcuno credeva che l’avventure fosse finita si deve ricredere: è appena
cominciata.
Ad oggi OpenLab ha collaborazioni/contatti
diretti con:
l’Istituto di Radioastronomia di
Bologna
per quanto riguarda i monitoraggi a bassissima frequenza,
le Università di Cagliari e Genova per quanto riguarda
un progetto sull’analisi convolutiva dei segnali raccolti dalle postazioni in
occasione di sismi,
l’INRIM Istituto Nazionale di Ricerca
Metrologica per
quanto riguarda l’attivazione di una prossima postazione all’interno
dell’istituto,
il CIPH Comitato per il
progetto Hessdalen per l’attivazione di una postazione ad Hessdalen in Norvegia
per lo studio delle emissioni VLF dei fulmini globulari
L’università di Buenos Aires per la realizzazione
di una postazione di monitoraggio e per lo studio della propagazione dei
segnali nel sottosuolo
Il LIGO per lo scambio di
dati della rete di osservatori in occasione di presunti rilevamenti di onde
gravitazionali
Il CNRF per lo studio di un
ricevitore da posizionare a bordo di una sonda in una futura missione spaziale
I progetti futuri di OpenLab in prima battuta
sono rivolti all’espansione della rete di monitoraggio, ma senza trascurare la
pubblicazioni di altri articoli: la tecnologia offerta dagli Smarthphone offre
ad esempio la disponibilità di supporti tecnici una volta degni di un film di
fantascienza, e qualche collaboratore si è già messo in moto per creare delle
APP per radio natura.
Ma questo, ci sottolinea l’autore, con i
dovuti tempi: quando si può, nel tempo libero, perché in fondo… si tratta solo
dell’hobby di un Radioamatore finito fuori strada!
Vi ricordiamo che le passate edizioni del Premio
BOSELLI sono state assegnate ai seguenti amici:
edizione 2001, Prof. Saverio De Cian-Italia
edizione 2002, Sig. Rinaldo Briatta-Italia
edizione 2003, Sig. Pedro Sedano-Spagna
edizione 2004, Sig. Carlo Sobrito-Italia
edizione 2005, Sig. Luca Ravazzi-Italia
edizione 2006, Ditta ELAD srl-Italia
edizione 2007, Rapporto Radio-Italia
edizione 2008, Claudio Re e Oscar
Steila-Italia
edizione 2009, Ing. Nico Palermo-Italia
edizione 2010, A.R.I.S.S.-Amateur Radio on
the International Space Station
edizione 2011, Flavio Gori-Italia
edizione 2012, Roberto Borri I1YRB-Italia
edizione 2013, Martin Pernter IW3AUT-Italia
edizione 2014, Renato Romero IK1QFK -Italia
La
Segreteria A.I.R.
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