venerdì 31 luglio 2015

ACCORDATORE D’ANTENNA MODELLO “ LUCIO” per OC

Di Lucio Bellè SWL I1 11454

Veniamo alla descrizione dell’accordatore : premetto che il progetto tecnico è di altri e non mio ed è stato tratto tempo addietro da vari articoli di Radioamatori esperti visti sui siti di internet riguardanti gli accordatori di antenna ed altro; ho scelto questo che qui descrivo perché per il mio scopo di accordare solo in ricezione e sulle onde corte (circa 16 - 49 metri ) un semplice filo di una decina di metri teso tra 2 balconi, mi sembrava il circuito più semplice e facile da costruire.





Come uso fare per mancanza di attrezzature consone, impiego per la costruzione del semplice compensato accoppiato a sottile foglio di kuki alluminio per avere la schermatura adeguata ed una massa certa ;il vinavil spalmato sul legno fa una discreta presa sul sottile foglio di alluminio e si crea un accoppiato utile allo scopo ;
  



il circuito dell'accordatore consiste in una semplice bobina realizzata su un supporto cilindrico di cartone del diametro di circa cm.4  con avvolte 30 spire di filo da circa mm 1 di diametro con prese alla 2°,4°,6°,8°,10°,14°,18°,22°,26° ,l'inizio delle bobina viene collegato all' ingresso di antenna e al variabile di circa 500 picofarad ( la carcassa del variabile và a massa ) ed a un commutatore rotante che mette in corto a piacimento le varie prese fatte sulla bobina, modificandone così le caratteristiche di induttanza a seconda della gamma che si vuole sintonizzare' uscita della bobina va direttamente al ricevitore (RX), l'avvolgimento è tenuto stabile da lacca da unghie trasparente che fa al caso.
All'inizio della bobina tra la stessa ed il condensatore variabile è utile interporre un semplice deviatore che possa collegare il variabile in alternanza o all'inizio dell'avvolgimento ( verso il filo di antenna) o alla fine dell'avvolgimento stesso ( verso il ricevitore), durante la ricezione si così possono sperimentare diversi posizionamenti per trovare il miglior accordo possibile.
La massa a cui va collegata la carcassa del variabile deve essere collegata al ricevitore ed anche se possibile ad una massa a terra certa e sicura ( le vecchie radio a valvole casalinghe dotate di autotrasformatore non sono adatte ad essere collegate a massa e sono molto pericolose poiché il loro telaio è direttamente collegato alla rete e toccandolo ed è possibile prendere una forte scossa elettrica per cui non bisogna assolutamente provarci se ci è cara la pelle meglio lasciarle come soprammobile e spente).
Le prove da me fatte sulla validità dell'aggeggio sono state eseguite sul buon vecchio RX Trio 59Ds, semplice valvolare vintage degli anni 70 a singola conversione, commutando le spire e a seconda della gamma ascoltata  si notava un incremento dai due ai tre punti di S.meter e oltre e giocando con il deviatore che commuta a piacimento il variabile o all'inizio o alla fine della bobina si riescono ad abbattere anche le interferenze delle stazioni adiacenti a quanto si vuole ascoltare.
Una piccola scala anteriore che mostri le varie posizioni dei commutatori e del variabile ,due manigliette per un aspetto semiprofessionale, un bel grigio "Geloso" per la verniciatura e due plug sul retro del box per ingresso antenna ed uscita per l'RX concludono la semplice opera ( le due boccole verdi sono per la massa ,nel mio caso il vecchio calorifero ).
E' tutto, buoni ascolti.



   Lucio

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