scelta!) la RAI cesserà le sue trasmissioni in onde medie
(TUTTE). La notizia, seppure è ormai accertato essere vera, non è stata mai
comunicata da Radio RAI, nè da RaiWay ufficialmente, ma è trapelata solo
attraverso un "recondito" comunicato dell'Azienda relativo alla
cessazione del servizio di audio-descrizione per i non vedenti di alcuni
programmi televisivi che va in onda anche attraverso i canali in onda media di
Radio1 (https://www.rai.it/dl/easyweb/articoli/COME-ASCOLTARE-LAUDIODESCRIZIONE-270a8731-a91d-4510-8844-ee3a7319c8a5.html).
Capisco che un impianto trasmittente in onda media sia oneroso da mantenere
(costi elevati di manutenzione, date le dimensioni dell'antenna, ed un ingente
consumo di corrente per l'alimentazione del trasmettitore), ma insieme a voi
vorrei "vedere oltre" e sapere cosa ne pensate del ragionamento che
vi sto per esporre.
Senza tirare in ballo gli aspetti legati a cuore, ai "fasti del tempo che
fu", ai primi nostri (in)successi radiotecnici (in molti forse condividiamo
la soddisfazione per aver fatto funzionare una radio a cristallo a 9 anni ed
aver ascoltato magari la voce di Sandro Ciotti da una cuffia telefonica o da un
auricolare piezoelettrico!), al fatto che le onde medie sono tuttora la gamma
più presente nel parco di apparecchi radio "circolante" nel mondo,
ecc., ecc., vi pongo una riflessione:
hanno pensato i tecnici ed i dirigenti della RAI (ma
anche i consiglieri dei nostri Governanti, se sono stati, spero, informati)
all'utilità che uno o meglio un paio di siti trasmittenti in onda media
potrebbero avere in caso di una grossa catastrofe? Parlo di eventi ad
estensione nazionale o trans-nazionale, per esempio un grosso black-out tipo
quello che abbiamo avuto nel 2003 (immaginatevelo in uno scenario anche peggiore,
magari di guerra, perché, facendo tutti gli scongiuri del caso, non possiamo
più escludere nulla!). Con un paio di buoni trasmettitori AM in onda media,
scelti oculatamente in base alla copertura (penso a grandi stazioni come quelle
di Siziano (MI) a 900kHz, attualmente a potenza ridotta a 50kW e Coltano (PI) a
657kHz, attualmente a 100kW, ma ne abbiamo ben 12 ancora attive fino all'11
settembre e sono sparse su tutto il territorio nazionale, isole comprese),
alimentandoli con un generatore di back-up (che presumo sia già presente in
tutte le sedi) nelle ore serali si coprirebbe tutta l'Italia e potrebbero
essere divulgate informazioni utili alla popolazione. Ripeto, parlo di uno
scenario quasi apocalittico, ma non
irreale: niente energia elettrica e quindi niente
telefonia, niente Internet, niente di niente.
In alcuni posti del mondo, tra cui gli USA, sintonizzarsi su delle
"frequenze note" in onde medie in caso di emergenze è prassi comune e
viene ricordata anche con appositi cartelli stradali (https://www.theradiosource.com/images/derry-flashing-alert-sign.jpg).
Personalmente mi è capitato di vedere questi cartelli stradali durante un mio
viaggio di lavoro in South Carolina, dove sono frequenti gli uragani e la
popolazione viene formata per poter evacuare la zona costiera tramite
selezionate rotte stradali che vanno verso l'interno (https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/cb/Hurricane_Route_sign_Tulane_Avenue_floodlines.jpg/440px-Hurricane_Route_sign_Tulane_Avenue_floodlines.jpg).
Se siamo stati così bravi da salvare dall'abbattimento l'antenna RAI di
Caltanissetta (anche se solo l'antenna) perché era parte integrante del
paesaggio, perché non provare a salvare un paio di stazioni intere? Tra l'altro
i costi potrebbero essere ulteriormente contenuti facendo lavorare i
trasmettitori a potenza ridotta quando non è necessaria quella piena, riducendo
l'orario di lavoro al minimo indispensabile per non perdere l'uso della
frequenza (e non farsi saltare addosso da stazioni estere), concentrandosi
sulle ore serali di maggior propagazione, stornando parte dei costi al
Dipartimento di Protezione Civile e ad alcuni Ministeri (per es. Interno,
Sviluppo Economico, Difesa, Infrastrutture).
Per quanto riguarda la programmazione quando non si è in emergenza, RAI non ha
di sicuro bisogno di ulteriori conenuti, potendo inviare A COSTO ZERO uno
qualsiasi dei suoi canali istituzionali (sono ormai una
miriade) verso le frequenze in onda media, più o meno
come fa oggi.
Siccome non c'è tempo da perdere, è il caso di coordinarci e sarebbe opportuno
che Associazioni (ARI, CISAR, AIR, ecc.) e rappresentanti di Istituzioni e
mondo Accademico si muovessero subito, cosa ne pensate?
73 de IZ6BMP, Rino
in Giappone che è un paese sismico come il nostro il servizio pubblico si fa sulle onde medie perchè in caso di calamità sono udibili a distanze ragguardevoli ... Addirittura le notizie sul traffico vengono trasmesse in onde medie. Non pensiamo a immense sciagure ma immaginiamo un
RispondiEliminasemplice blakout generale in Liguria: -Telefoni spenti - internet off - tv off - fm off - dab off. quanto durerà il blakout??? lo chiediamo ai radioamatori che sentiranno colleghi con accesso ad internet ed alla rai ammesso che abbiano la batteria a 12v carica. La RAI non arriva. Ricordo che la RAI è quella a cui paghiamo il canone ed è un servizio pubblico!