lunedì 22 agosto 2022

Riflessione sulla prossima chiusura delle Onde Medie RAI

 


In linea con quanto pubblicato al collegamento : 


Ricevo da paolo Romani :

Ottorino Odoardi scrive:

 Care Amiche ed Amici YL, OM e SWL, è ormai da un po' di mesi che ho appreso dalla trasmissione domenicale "Obiettivo DX" del compianto Roberto Scaglione, che il prossimo 11 settembre (mai data fu meno azzeccata, sarebbe interessante capire con quale logica sia stata

scelta!) la RAI cesserà le sue trasmissioni in onde medie (TUTTE). La notizia, seppure è ormai accertato essere vera, non è stata mai comunicata da Radio RAI, nè da RaiWay ufficialmente, ma è trapelata solo attraverso un "recondito" comunicato dell'Azienda relativo alla cessazione del servizio di audio-descrizione per i non vedenti di alcuni programmi televisivi che va in onda anche attraverso i canali in onda media di Radio1 (https://www.rai.it/dl/easyweb/articoli/COME-ASCOLTARE-LAUDIODESCRIZIONE-270a8731-a91d-4510-8844-ee3a7319c8a5.html).

     Capisco che un impianto trasmittente in onda media sia oneroso da mantenere (costi elevati di manutenzione, date le dimensioni dell'antenna, ed un ingente consumo di corrente per l'alimentazione del trasmettitore), ma insieme a voi vorrei "vedere oltre" e sapere cosa ne pensate del ragionamento che vi sto per esporre.

     Senza tirare in ballo gli aspetti legati a cuore, ai "fasti del tempo che fu", ai primi nostri (in)successi radiotecnici (in molti forse condividiamo la soddisfazione per aver fatto funzionare una radio a cristallo a 9 anni ed aver ascoltato magari la voce di Sandro Ciotti da una cuffia telefonica o da un auricolare piezoelettrico!), al fatto che le onde medie sono tuttora la gamma più presente nel parco di apparecchi radio "circolante" nel mondo, ecc., ecc., vi pongo una riflessione:

hanno pensato i tecnici ed i dirigenti della RAI (ma anche i consiglieri dei nostri Governanti, se sono stati, spero, informati) all'utilità che uno o meglio un paio di siti trasmittenti in onda media potrebbero avere in caso di una grossa catastrofe? Parlo di eventi ad estensione nazionale o trans-nazionale, per esempio un grosso black-out tipo quello che abbiamo avuto nel 2003 (immaginatevelo in uno scenario anche peggiore, magari di guerra, perché, facendo tutti gli scongiuri del caso, non possiamo più escludere nulla!). Con un paio di buoni trasmettitori AM in onda media, scelti oculatamente in base alla copertura (penso a grandi stazioni come quelle di Siziano (MI) a 900kHz, attualmente a potenza ridotta a 50kW e Coltano (PI) a 657kHz, attualmente a 100kW, ma ne abbiamo ben 12 ancora attive fino all'11 settembre e sono sparse su tutto il territorio nazionale, isole comprese), alimentandoli con un generatore di back-up (che presumo sia già presente in tutte le sedi) nelle ore serali si coprirebbe tutta l'Italia e potrebbero essere divulgate informazioni utili alla popolazione. Ripeto, parlo di uno scenario quasi apocalittico, ma non

irreale: niente energia elettrica e quindi niente telefonia, niente Internet, niente di niente.

     In alcuni posti del mondo, tra cui gli USA, sintonizzarsi su delle "frequenze note" in onde medie in caso di emergenze è prassi comune e viene ricordata anche con appositi cartelli stradali (https://www.theradiosource.com/images/derry-flashing-alert-sign.jpg).

     Personalmente mi è capitato di vedere questi cartelli stradali durante un mio viaggio di lavoro in South Carolina, dove sono frequenti gli uragani e la popolazione viene formata per poter evacuare la zona costiera tramite selezionate rotte stradali che vanno verso l'interno (https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/cb/Hurricane_Route_sign_Tulane_Avenue_floodlines.jpg/440px-Hurricane_Route_sign_Tulane_Avenue_floodlines.jpg).

     Se siamo stati così bravi da salvare dall'abbattimento l'antenna RAI di Caltanissetta (anche se solo l'antenna) perché era parte integrante del paesaggio, perché non provare a salvare un paio di stazioni intere? Tra l'altro i costi potrebbero essere ulteriormente contenuti facendo lavorare i trasmettitori a potenza ridotta quando non è necessaria quella piena, riducendo l'orario di lavoro al minimo indispensabile per non perdere l'uso della frequenza (e non farsi saltare addosso da stazioni estere), concentrandosi sulle ore serali di maggior propagazione, stornando parte dei costi al Dipartimento di Protezione Civile e ad alcuni Ministeri (per es. Interno, Sviluppo Economico, Difesa, Infrastrutture).

     Per quanto riguarda la programmazione quando non si è in emergenza, RAI non ha di sicuro bisogno di ulteriori conenuti, potendo inviare A COSTO ZERO uno qualsiasi dei suoi canali istituzionali (sono ormai una

miriade) verso le frequenze in onda media, più o meno come fa oggi.

     Siccome non c'è tempo da perdere, è il caso di coordinarci e sarebbe opportuno che Associazioni (ARI, CISAR, AIR, ecc.) e rappresentanti di Istituzioni e mondo Accademico si muovessero subito, cosa ne pensate?

 

73 de IZ6BMP, Rino

1 commento:

  1. in Giappone che è un paese sismico come il nostro il servizio pubblico si fa sulle onde medie perchè in caso di calamità sono udibili a distanze ragguardevoli ... Addirittura le notizie sul traffico vengono trasmesse in onde medie. Non pensiamo a immense sciagure ma immaginiamo un
    semplice blakout generale in Liguria: -Telefoni spenti - internet off - tv off - fm off - dab off. quanto durerà il blakout??? lo chiediamo ai radioamatori che sentiranno colleghi con accesso ad internet ed alla rai ammesso che abbiano la batteria a 12v carica. La RAI non arriva. Ricordo che la RAI è quella a cui paghiamo il canone ed è un servizio pubblico!

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