Radio Bayan, il cui nome vuol dire “comunicare”, è un mezzo
che la coalizione Isaf si è creata per cercare, con la persuasività delle
parole spiegate e ragionate, di costruire un clima di pacificazione in
Afghanistan. Trasmette da Camp
Arena Herat, nel
Paese martoriato dalla guerra, sulle frequenze di 88,5 Mhz in fm. I programmi contengono
musica tradizionale afghana che si alterna a messaggi sociali importanti e a
trasmissioni giornalistiche che parlano di salute, agricoltura, ma anche di
quanto le popolazioni possano e debbano iniziare a contare sul Governo e sulle
forze locali che si stanno impegnando, con l’aiuto dei militari italiani, a
rendere il Paese autonomo e in grado di resistere alla minaccia degli insurgents. Nella redazione lavorano anche dei giornalisti afghani.
Radio Bayan non
trasmette in italiano, ma è guidata
da un ufficiale dell'Esercito Italiano, il
capitano Silvia Greco. Parte delle operazioni della missione militare in
Afghanistan, la radio svolge un ruolo importante nella vita del Paese. Un progetto che rientra in quelle che sono
chiamate "psyops", ossia le operazioni di comunicazione che in
contesti difficili, come questo, servono a fare da ponte tra la popolazione
locale e i militari impiegati sul posto.
Radio Bayan trasmette nelle lingue dari e pashto le news che
vengono sapientemente mescolate alla musica più apprezzata dagli afghani.
Spazio per musica occidentale non ce n’è, mentre c’è spazio
per quanto gli occidentali, nello specifico gli italiani, trasmettono con
l’aiuto di giornalisti locali che coprono il territorio come inviati.
La radio ha a disposizione, per lanciare le sue parole che
raccontano di crescita, sviluppo e coraggio, le fasce orarie dalle 7 alle 10 e
dalle 16 alle 19, quando dalla sede principale di Kabul viene lasciata la linea
alla redazione West.
Il progetto si muove nel solco di quelli avviati qualche
anno fa in Kosovo e in Somalia, quando i contingenti italiani pensarono proprio
alla radio come strumento per "dialogare" con la popolazione e
coinvolgerla nel passaggio dallo scontro armato alla ricerca di una stabilità
possibile.
Molto seguiti sono i programmi sulla salute o riguardanti i
giovani. Ma c’è modo di parlare anche della situazione femminile, di raccontare
favole per bambini che indichino loro i pericoli che corrono in alcuni casi in una delle zone di guerra dove la situazione risulta ancora molto complessa.
Giò Barbera
giobarbera@gmail.com
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