Di Lucio Bellè I1 - 11454 SWL
Debbo premettere che questo articolo è stato reso
possibile grazie alla cortesia di un caro amico I2HNX Dino Gianni, radioamatore
e grande appassionato conoscitore e storico di apparati radio Marconiani ed
importante collezionista (fondatore del Museo della Comunicazione Radio in
Vimercate - MB - collaboratore del Reparto Radio del Museo della Scienza e
della Tecnologia di Milano) che mi ha lasciato in prova un apparecchio radio
ambito dai collezionisti: trattasi del Torn
Eb entrato in servizio nell'esercito Tedesco nel lontano 1939.
La radio ,progetto Telefunken, poi appaltata nel
corso del conflitto ad altre fabbriche tra cui la Lorenz ,ha prestato servizio
come apparato di collegamento con diverse colorazioni a seconda del teatro di
guerra ove impiegato; nel corso del conflitto della seconda guerra mondiale ha
subito modifiche circa i materiali impiegati, questo a causa della scarsità
degli stessi verso la fine del conflitto. Le prime radio furono costruite
in alluminio ( per essere leggere e spalleggiabili ) ma verso la fine del
conflitto come detto, si impiegò la zama, lega pesante, cosa grave è che la
zama con l'umidità e il tempo si deforma, rendendo così critica la
conservazione ed il restauro dei pochi apparati presenti ai giorni nostri.
Sarò breve nella descrizione, per chi desidera
approfondire le caratteristiche elettriche e le modalità di ripristino, il
funzionamento e le prestazioni, rimando ai vari siti in rete ,ricchi di dati
(es: Torn.eb Radio Receiver, German WWII,WW2 LA6NCA Radio Receivers ) e altri.
Nei siti si trovano pure gli schemi per
l'alimentatore al posto delle batterie; quindi mi permetto, per chi non conosca
detta radio, di focalizzare l'attenzione sulla costruzione dell'apparato e su
semplici e pratici suggerimenti per un pronto intervento di toelettatura e
manutenzione in modo che ai pochi fortunati possessori del Torn, venga la
voglia di lavorarci un po’ e di farlo tornare a risplendere e a parlare.
La radio è semplice ma non spartana, ricca di
soluzioni ingegneristiche e costruita con il calibro alla mano, come fosse un
orologio svizzero.
Per fare un paragone di costruzione, il metodo
costruttivo degli apparati tedeschi del periodo è diverso da quelli U.S.A il
cablaggio dei primi è su basette isolanti con montati condensatori e resistenze
ordinati alla perfezione, filature squadrate che raggiungono i vari punti,
abbondanza di schermature, carter di protezione e molta meccanica ,i
secondi Made in U.S.A sono costruiti più snelli con componenti saldati
direttamente agli zoccoli delle valvole e filatura diretta e con valvole
diverse per ogni specifica funzione.
Elettricamente il Torn E.b è un ricevitore a
reazione con impiego di 4 valvole RV2P800 tutte uguali come si usava fare negli
apparati militari in modo da rendere facile la sostituzione.
Uso campale ( spalleggiabile) ricezione AM e
CW con filtro ad 800 Hz in bassa frequenza ;il segnale d'antenna incontra
due stadi ad alta frequenza, un detector a reazione ed uno stadio di bassa con
uscita in cuffia ad alta impedenza, questo è il semplice circuito.
Le gamme consistono in 8 bande da 97 kHz a 6970 KHz, alimentazione con batterie (separate
dall'apparecchio) 2v per i filamenti e 90 V per l'anodica.
I comandi. cambio gamma a tamburo rotante che
mostra i riferimenti in frequenza su due finestrelle anteriori, manopola di
sintonia che comanda il variabile ed una scala tarata in kHz, comando reazione,
comando volume, accordo di antenna azionabile a moneta o con cacciavite , interruttore
acceso spento e filtro CW. Prese per 2 cuffie, prese antenna, terra e
alimentazione e strumentino per verifica voltaggi completano l'RX. Notare che
con il perdurare del conflitto, la scarsità dei materiali ed il bombardamento
della fabbrica Gossen che produceva strumenti, lo strumentino viene soppresso
ed al suo posto appare una targhetta con indicati i voltaggi di alimentazione.
L'apparato è a tenuta stagna, per l'apertura vanno
svitati dei vitoni con taglio a moneta che lasciano libero lo chassis dal
cofano, suggerisco di pulire bene cofano e vitoni con gasolio, asciugare il
tutto e ingrassare leggermente filetti e sedi dei vitoni.
Con lo chassis a vista si notano le valvole RV2P800 facilmente raggiungibili, esse
sono particolari, cilindriche e rivestite da un tubo forellato che scherma il
bulbo vitreo e funge anche da dissipatore di calore, il bloccaggio delle
valvole nelle loro sede si effettua esercitando una pressione su di un pomello
in bakelite presente sullo zoccolo della valvola stessa, una volta inserite
nella loro sede il contatto è perfetto.
Al centro dello chassis troneggia l'imponente
tamburo rotante, 8 gamme con gruppi di 3 bobine per gamma, ogni bobina è
avvolta su adeguato supporto per ottenere il Q più alto possibile e schermata
da un carter, i contatti sono in oro fissati su barrette in ceramica per
evitare perdite di radio frequenza.
I progettisti hanno realizzato un tamburo rotante
di alta precisione, la molla di contrasto che blocca il tamburo sulla gamma prescelta
è formata da una piccola balestra in molle di acciaio simile a quelle degli
autocarri.
Il variabile a 3 sezioni su cuscinetti e con
demoltiplica da ingranaggi è un capolavoro di meccanica.
Pure il variabile di reazione è morbido e graduale
nel suo intervento.
Una volta rinfrescata nella lubrificazione la
radio, durante l'uso ,non presenta nessun gioco meccanico anche gli
interruttori scattano precisi e senza incertezze.
Per coloro che non intendano fermarsi alla
toelettatura e che vogliano operare revisioni elettriche, segnalo che ogni
componente presenta stampigliato il valore, viene così facilitata la
ricerca guasti e la riparazione.
Dopo aver aperta la radio suggerisco un pulizia con
impiego di leggero soffio d'aria con bombolette per computer e con uso delicato
di un pennello del 10 ,così facendo si leverà quella patina cinerea
creata dal tempo complice l'inevitabile umidità che si infiltra nel
microclima all''interno del contenitore.
L'apparato in questione era integro ma necessitava
di toelettatura ed ingrassaggio e di impiego di disossidante su vari contatti.
Di grasso se ne usi quanto basta, quello incolore
per motori è ottimale, attenzione a non imbrattare la scala frequenze,
problematico ripulirla, pena il rovinare la vernice che porta stampigliate
le frequenze in questione, ciò sarebbe un disastro.
Per disossidare i vari contatti usare pochissimo
liquido spruzzato non sui contatti ma su un cotton fioc e usare quest'ultimo
per pulire, suggerisco particolare attenzione a non imbrattare i supporti
ceramici che sono leggermente porosi e possono rimanere impregnati, leggera
lubrificata con pennellino anche alle molle degli interruttori.
Le valvole i loro contatti laterali e le loro sedi
vanno sottoposte alla stessa cura di pulizia e di impiego di disossidante, uno
scovolino per pipa tornerà utile per i contatti a spinotto.
Passando all'esterno dell'apparato ed al frontale
manopole comprese ,dato che la vernice è vecchia di oltre 70
anni impiegare un buona cera non abrasiva per auto e ovatta e molta
delicatezza, lavorando su piccole superfici alla volta e verificando il buon
esito del lavoro; ricordarsi anche di lubrificare con pennellino ed olio Singer
gli assi delle manopole e le prese di antenna e terra.
Il vetril usato delicatamente e spruzzato
su un panno morbido pulirà egregiamente le finestrelle frequenze e quella
dello strumentino. Per ritocchi a graffi o a scalfitture sono ottime le vernici
per modellismo, coprenti e di facile applicazione a pennello. Verificata la
completa toelettatura e recuperata la pastosità dei comandi si richiude il
tutto e si può dare tensione, si avrà il piacere di riascoltare l' apparato.
Queste semplici manutenzioni ci avranno giovato in
svago, arricchimento del nostro bagaglio storico culturale e salvataggio di un
pezzo raro di Radio Storia e ci avranno resi fieri di appartenere ai
volonterosi dell'area del fare.
Molte grazie per la pazienza avuta nel leggermi,
cordialità e buoni ascolti.
Lucio
http://www.nonstopsystems.com/radio/pdf-hell/article-walker-torn-eb.pdf
http://www.noding.com/la8ak/10b.htm
http://www.noding.com/la8ak/10b.htm
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