Di Carlo
IK0YGJ
segnalato da Roberto IK0LRG del Boatanchors Net
LidiMatematici ha partecipato ad un
convegno dedicato alla radiotelegrafia organizzato dall’Associazione dei Radioamatori di Genzano nella
splendida cornice di Ariccia, nel cuore dei castelli romani. Una giornata
dedicata alla radio, nel peculiare aspetto della radiotelegrafia amatoriale. I
radioamatori si sono avvicendati a raccontare la propria radio: un complesso e
sfaccettato mondo fatto di passione, di tecnica, e di soluzioni inventive
spesso geniali.
Due ospiti d’eccezione hanno animato il
simposio: il Generale Cremona, che ha
raccontato della macchina Enigma, oggi
conservata al Museo della Radio a Colleferro
e Giuseppe Biagi, nipote omonimo del radiotelegrafista
Biagi della spedizione di Umberto Nobile del dirigibile Italia al
Polo Nord.
Si è scritto e detto tanto della
spedizione di Nobile, e dell’arditissimo progetto di esplorazione artica, di cui riassumiamo qui solamente i
tratti salienti. Il volo del dirigibile Italia era inquadrato in un complesso
programma di spedizioni di esplorazione del pack artico. Correva l’anno 1928 ed
esplorare zone così impervie e
climaticamente complesse era una
missione di difficoltà praticamente analoga ad andare sulla Luna. Sappiamo come andò a finire: il
dirigibile si schiantò sul pack appesantito dal ghiaccio, morirono 8 componenti
dell’equipaggio e altri 8 soccorritori che tentarono di raggiungere
l’accampamento, oggi noto come Tenda Rossa, con
ogni mezzo.
A testimonianza degli innumerevoli atti di
eroismo che hanno caratterizzato tutto l’equipaggio, il convegno di ieri ha
regalato la possibilità di spendere diverso tempo con il nipote di Giuseppe
Biagi, il radiotelegrafista che ha, di fatto, contribuito in modo determinante
a salvare le vite dell’equipaggio della Tenda Rossa e di un eroico soccorritore
che si schiantò con l’aereoplano nel tentativo di salvataggio.
Giuseppe Biagi ha raccontato episodi
particolarissimi della vicenda, meno noti e divulgati in parte solamente nella
letteratura specializzata. Episodi che vale la pena sicuramente riportare come
testimonianza in questo blog. Ad iniziare dalla tenda rossa, che non era rossa,
ma color cachi. Fu colorata di rosso dai
superstiti grazie alla scorta di anilina, un potente
colorante che serviva nientemento che … a misurare l’altezza del dirigibile dal
suolo.
Racconta Giuseppe Biagi che la procedura
di misurazione altimetrica era quanto di più semplice
ed efficace possibile. Due membri dell’equipaggio erano attrezzati con
bottiglie di anilina, un cronometro ed una tabellina. Il cronometrista dava il
via al lancio del colorante rosso, avviando la misurazione del tempo, quando la
bottiglia tocca il suolo – una distesa di ghiacci bianca come il latte –
lasciava una visibile chiazza rossa. A quel punto la misurazione del tempo
veniva arrestata e, consultando l’apposita tabellina, era possibile stimare
l’altezza dal suolo corrispondente. Furono proprio le bottiglie di anilina a
colorare di rosso la tenda. Anche se, ricorda Biagi, dopo 48 giorni di
permanenza sul pack il colore era praticamente scomparso. Ma tanto bastò a far
ricordare la Tenda Rossa al genere umano.
La spedizione sul pack era innanzitutto
scientifica, e sebbene i mezzi dell’epoca fossero certo ben lontani da quelli
moderni, Nobile – che, racconta Biagi, era un vero genio – aveva ideato una
serie di soluzioni brillanti. Come ad esempio la misurazione della profondità dell’acqua sottostante
i ghiacci, dal dirigibile in volo. Sarebbe già complesso misurare la profondità
dell’acqua sotto allo spesso strato di ghiaccio del pack, eppure Nobile aveva
pensato a come farlo senza neanche atterrare con il dirigibile. Il Generale
ideò una serie di contenitori di legno, con all’interno un dispositivo
costituito da una gabbia, una spoletta, ed un pallone sonda. Lo schema
operativo era molto simile a quello già adottato per la misurazione dell’altezza
dal suolo. Un operatore lanciava il dispositivo costituito dall'armatura in
legno, gabbia interna, spoletta e pallone. Contemporaneamente, il cronometrista
avviava la misurazione del tempo. Al primo impatto della cassa di legno esterna
sul pack la spoletta per il contraccolpo veniva esposta e la gabbia interna
affondava nell’acqua sottostante al pack. Al secondo impatto della spoletta sul
fondale, il pallone veniva rilasciato. Quando il pallone riemergeva la
misurazione cronometrica veniva interrotta e, tramite apposita tabella, si
stimava la profondità del mare.
Le soluzioni tecniche adottate da Nobile
sul dirigibile Italia erano piuttosto raffinate. Racconta Biagi che l’ancoraggio di un mezzo di quelle dimensioni,
esposto ai venti e alle variazioni di pressione caratteristici di un clima così
difficile, era una faccenda tutt’altro che banale. Un ancoraggio eccessivamente
rigido avrebbe rischiato di danneggiare il dirigibile o la stessa ancora, a
causa delle forti spinte ascensionali. L’ancora ideata dal Generale Nobile era
costituita da una serie di pesanti sfere di ferro, di dimensioni calcolate
appositamente. Quando il dirigibile ancorato a terra riceveva una spinta verso
l’alto, l’ancoraggio si allungava portando in aria una ulteriore sfera di ferro.
In questo modo, l’ancoraggio appesantito consentiva di trovare rapidamente un
equilibrio tra spinta ascensionale e peso dell’ancora.
L'articolo completo su :
Altri post dedicati alla Tenda Rossa:
La
radio della Tenda Rossa di Giuseppe Biagi, Ovvero la Ondina 33 di Giulio Salom
I1MT
Evento
rievocazione storica ascolto S.O.S. trasmesso dalla Tenda Rossa
Ancora
Ondina 33 - Il video
Il Prefetto dei
ghiacci " Dalla Tenda Rossa al Polo Nord a Cuneo"
85° Anniversario della
Tenda Rossa 1928-2013 - II1ITR -
La radio del
dirigibile si riaccende, la Palmaria chiama San Pietroburgo
Alcuni volumi dell'epoca :
Biagi racconta ed. 1928 48 Giorni sul Pack 1°Ed. 1929
48 Giorni sul Pack Ristampa Ed. 1929
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