giovedì 27 ottobre 2016

Giuseppe Biagi e la tenda rossa


Di Carlo IK0YGJ

segnalato da Roberto IK0LRG del Boatanchors Net



LidiMatematici ha partecipato ad un convegno dedicato alla radiotelegrafia organizzato dall’Associazione dei Radioamatori di Genzano nella splendida cornice di Ariccia, nel cuore dei castelli romani. Una giornata dedicata alla radio, nel peculiare aspetto della radiotelegrafia amatoriale. I radioamatori si sono avvicendati a raccontare la propria radio: un complesso e sfaccettato mondo fatto di passione, di tecnica, e di soluzioni inventive spesso geniali.
Due ospiti d’eccezione hanno animato il simposio: il Generale Cremona, che ha raccontato della macchina Enigma, oggi conservata al Museo della Radio a Colleferro e Giuseppe Biagi, nipote omonimo del radiotelegrafista Biagi della spedizione di Umberto Nobile del dirigibile Italia al Polo Nord.

Si è scritto e detto tanto della spedizione di Nobile, e dell’arditissimo progetto di esplorazione artica, di cui riassumiamo qui solamente i tratti salienti. Il volo del dirigibile Italia era inquadrato in un complesso programma di spedizioni di esplorazione del pack artico. Correva l’anno 1928 ed esplorare zone così impervie e
climaticamente complesse era una missione di difficoltà praticamente analoga ad andare sulla Luna. Sappiamo come andò a finire: il dirigibile si schiantò sul pack appesantito dal ghiaccio, morirono 8 componenti dell’equipaggio e altri 8 soccorritori che tentarono di raggiungere l’accampamento, oggi noto come Tenda Rossa, con ogni mezzo.
A testimonianza degli innumerevoli atti di eroismo che hanno caratterizzato tutto l’equipaggio, il convegno di ieri ha regalato la possibilità di spendere diverso tempo con il nipote di Giuseppe Biagi, il radiotelegrafista che ha, di fatto, contribuito in modo determinante a salvare le vite dell’equipaggio della Tenda Rossa e di un eroico soccorritore che si schiantò con l’aereoplano nel tentativo di salvataggio.
Giuseppe Biagi ha raccontato episodi particolarissimi della vicenda, meno noti e divulgati in parte solamente nella letteratura specializzata. Episodi che vale la pena sicuramente riportare come testimonianza in questo blog. Ad iniziare dalla tenda rossa, che non era rossa, ma color cachi. Fu colorata di rosso dai superstiti grazie alla scorta di anilina, un potente colorante che serviva nientemento che … a misurare l’altezza del dirigibile dal suolo.
Racconta Giuseppe Biagi che la procedura di misurazione altimetrica era quanto di più semplice ed efficace possibile. Due membri dell’equipaggio erano attrezzati con bottiglie di anilina, un cronometro ed una tabellina. Il cronometrista dava il via al lancio del colorante rosso, avviando la misurazione del tempo, quando la bottiglia tocca il suolo – una distesa di ghiacci bianca come il latte – lasciava una visibile chiazza rossa. A quel punto la misurazione del tempo veniva arrestata e, consultando l’apposita tabellina, era possibile stimare l’altezza dal suolo corrispondente. Furono proprio le bottiglie di anilina a colorare di rosso la tenda. Anche se, ricorda Biagi, dopo 48 giorni di permanenza sul pack il colore era praticamente scomparso. Ma tanto bastò a far ricordare la Tenda Rossa al genere umano.
La spedizione sul pack era innanzitutto scientifica, e sebbene i mezzi dell’epoca fossero certo ben lontani da quelli moderni, Nobile – che, racconta Biagi, era un vero genio – aveva ideato una serie di soluzioni brillanti. Come ad esempio la misurazione della profondità dell’acqua sottostante i ghiacci, dal dirigibile in volo. Sarebbe già complesso misurare la profondità dell’acqua sotto allo spesso strato di ghiaccio del pack, eppure Nobile aveva pensato a come farlo senza neanche atterrare con il dirigibile. Il Generale ideò una serie di contenitori di legno, con all’interno un dispositivo costituito da una gabbia, una spoletta, ed un pallone sonda. Lo schema operativo era molto simile a quello già adottato per la misurazione dell’altezza dal suolo. Un operatore lanciava il dispositivo costituito dall'armatura in legno, gabbia interna, spoletta e pallone. Contemporaneamente, il cronometrista avviava la misurazione del tempo. Al primo impatto della cassa di legno esterna sul pack la spoletta per il contraccolpo veniva esposta e la gabbia interna affondava nell’acqua sottostante al pack. Al secondo impatto della spoletta sul fondale, il pallone veniva rilasciato. Quando il pallone riemergeva la misurazione cronometrica veniva interrotta e, tramite apposita tabella, si stimava la profondità del mare.
Le soluzioni tecniche adottate da Nobile sul dirigibile Italia erano piuttosto raffinate. Racconta Biagi che l’ancoraggio di un mezzo di quelle dimensioni, esposto ai venti e alle variazioni di pressione caratteristici di un clima così difficile, era una faccenda tutt’altro che banale. Un ancoraggio eccessivamente rigido avrebbe rischiato di danneggiare il dirigibile o la stessa ancora, a causa delle forti spinte ascensionali. L’ancora ideata dal Generale Nobile era costituita da una serie di pesanti sfere di ferro, di dimensioni calcolate appositamente. Quando il dirigibile ancorato a terra riceveva una spinta verso l’alto, l’ancoraggio si allungava portando in aria una ulteriore sfera di ferro. In questo modo, l’ancoraggio appesantito consentiva di trovare rapidamente un equilibrio tra spinta ascensionale e peso dell’ancora.
 L'articolo completo su :

Altri post  dedicati alla Tenda Rossa:

La radio della Tenda Rossa di Giuseppe Biagi, Ovvero la Ondina 33 di Giulio Salom I1MT

Evento rievocazione storica ascolto S.O.S. trasmesso dalla Tenda Rossa

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Il Prefetto dei ghiacci " Dalla Tenda Rossa al Polo Nord a Cuneo"

85° Anniversario della Tenda Rossa 1928-2013 - II1ITR -

La radio del dirigibile si riaccende, la Palmaria chiama San Pietroburgo


Alcuni  volumi dell'epoca   :

                                                Biagi racconta  ed. 1928                           48 Giorni sul Pack  1°Ed. 1929

48 Giorni sul Pack Ristampa  Ed. 1929


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