di Nicola Franceschini 28 dicembre 2017 FM World Talkmedia
“Ricordo benissimo, soprattutto l’altezza di queste meravigliose antenne, perchè mio padre mi diceva ‘Vedi, le ho fatte fare io! La voce che va in Australia, in America, in Africa, in tutto il mondo. Sono le più alte, le più grandi'”.
Sono le parole di Elettra Marconi, figlia dell’inventore della radio Guglielmo Marconi, in un servizio di Stefania Battistini trasmesso al Tg1, (vedi VIDEO "Tg1 del 28 dicembre 2017" , relativo a Coltano (Pi), sede di quella che è stata una delle più potenti stazioni radio d’Europa, oggi diventata una discarica.
La postazione, che – si dice nel servizio – dovrebbe essere un orgoglio europeo, fu costruita nel 1903 e da qui venne diffuso il primo messaggio dall’Europa all’Africa.
Nella struttura degradata è sparita persino una targa che gli americani dedicarono a Marconi in sua memoria.
“Loro hanno targhe dappertutto – sottolinea la figlia Elettra – dove mio padre ha costruito stazioni radio, trasmettenti, e le conservano con amore”.
Per questo Elettra Marconi chiede che venga messa una nuova insegna per ricordare quel luogoche è stato di primaria importanza non solo per il padre, ma per le telecomunicazioni di tutto il mondo.
A tal proposito, Wikipedia ricostruisce così la storia del sito trasmittente:
“A Guglielmo Marconi, Premio Nobel per la Fisica nel 1909, è dovuta la prima trasmissione radiotelegrafica effettuata il 1903 con un trasmettitore a scintilla. Marconi individuò nella zona di Coltano tra Pisa e Livorno il luogo adatto per costruire la prima stazione radio italiana a onde lunghe. Quest’area infatti, che originariamente era di proprietà di Casa Savoia, si prestava molto bene alle trasmissioni ad onde lunghe, in quanto zona acquitrinosa che minimizzava le dispersioni del segnale; era inoltre sul Tirreno e cioè in ottima posizione per trasmettere sia con l’Africa, dove allora l’Italia aveva molte colonie, che con l’America dove vivevano molte comunità di immigrati italiani. Completato con alcuni anni di ritardo dovuti ad intoppi burocratici, il centro fu inaugurato ufficialmente da Guglielmo Marconi alla presenza del re Vittorio Emanuele III con una trasmissione verso Glace Bay, nella Nuova Scozia, il 19 novembre 1911. Il Centro consentiva di comunicare quotidianamente con le terre d’Africa (soprattutto nelle colonie in Eritrea, a Massaua) e con il Canada. Per la gestione della stazione radio venne edificata una prima costruzione, la “Palazzina Marconi”, contenente tutti i quadri di controllo e comando per le 16 antenne, alte fino a 75 metri, ideate da Marconi avendo in mente la Tour Eiffel di Parigi. Cronache dell’epoca ricordano come, guardando da Pisa verso sud, il panorama fosse ben diverso da quello attuale.”
Dopo anni di splendore, accadde che “la Stazione Radio e le 4 antenne di 250 metri di altezza furono minate dai tedeschi in ritirata e fatte saltare in aria il 14 giugno 1944. La Palazzina, sede della prima stazione radio e le altre costruzioni subirono solo minimi danni. Il 20 luglio 1944 i tedeschi in ritirata verso il nord minarono e distrussero il ponte Solferino sull’Arno tranciando il cavo che collegava Coltano con la ricevente di Nodica. Nonostante le rassicurazioni da parte del ministero delle poste né le antenne né la Stazione Radio furono mai più ricostruite, né le strutture vennero più riutilizzate.”
http://www.fm-world.it/
La Stazione Marconi da luogo simbolo a povero rudere
Coltano: Elettra Marconi, la figlia del premio Nobel per la fisica, ha rilanciato una delle vergogne nazionali davanti a milioni di telespettatoridi Cristiano Marcacci
Di chi è la colpa? Dello Stato. Non c’è alcun dubbio. Il bene, infatti, è demaniale ed è dal lontano 2003 che il Comune di Pisa pressa affinché la proprietà passi all’ente locale, pronto a farci nascere un museo sulla storia della radiotelegrafia, con annesso una sorta di incubatore, sede di una start-up del settore delle telecomunicazioni a cui vengano demandate gestione e manutenzione dell’intera struttura.
Di chi è la colpa? Dello Stato. Non c’è alcun dubbio. Il bene, infatti, è demaniale ed è dal lontano 2003 che il Comune di Pisa pressa affinché la proprietà passi all’ente locale, pronto a farci nascere un museo sulla storia della radiotelegrafia, con annesso una sorta di incubatore, sede di una start-up del settore delle telecomunicazioni a cui vengano demandate gestione e manutenzione dell’intera struttura.
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